Modica, “subito un consiglio comunale”. Centrosinistra lancia l’allarme sui “conti” dell’Ente

I consiglieri comunali di Sel e Pd, Vito D’Antona, Giovanni Spadaro, Carmelo Cerruto e Ivana Castello hanno chiesto che siano predisposti gli atti affinché il Consiglio Comunale di Modica possa essere convocato in via straordinaria ed urgente entro e non oltre il 5 gennaio per procedere alla modifica del Piano di Riequilibrio, così come previsto dalla norme, precisando sin da ora che declinano ogni responsabilità per eventuali conseguenze negative che potessero discendere sull’esito del Piano di riequilibrio e complessivamente sul Comune di Modica dall’eventuale inottemperanza al termine indicato del 5 gennaio.

La richiesta è determinata dal fatto l’art. 1 del Decreto Legge 8.4.2013, n. 35, convertito nella Legge 6 giugno 2013, n. 64, ha previsto la istituzione di un fondo finalizzato a consentire alle pubbliche amministrazioni di pagare i debiti accumulati dagli enti pubblici nei confronti delle imprese fino al 31 dicembre 2012. A seguito di apposita richiesta al Comune di Modica è stata assegnata la cifra di 40.290.392,82 euro, di cui la prima metà concessa il 15 maggio e la seconda metà concessa il 6 novembre, somma da restituire in trent’anni. L’accesso a tale anticipazione determina per i Comuni che hanno adottato il Piano di riequilibrio decennale, come il Comune di Modica, una modifica dello stesso Piano obbligatoriamente entro sessanta giorni dalla concessione dell’anticipazione. In occasione della prima anticipazione, opportunamente ma non senza polemiche, il Consiglio, per evitare possibili sanzioni, approvò la modifica del Piano l’ultimo giorno utile, il 14 luglio, ricorrendo ad un’autoconvocazione dei consiglieri. “Il Collegio dei Revisori dei Conti – precisano – ha raccomandato di procedere entro sessanta giorni dalla concessione della seconda anticipazione e cioè entro il 5 gennaio alla modifica del Piano di Riequilibrio. Rilevato che in merito alla procedura prevista per il Piano di riequilibrio sembra ormai unanimemente accertato il principio che i termini indicati dal legislatore appaiono perentori ed inderogabili, per cui è, al fine di evitare possibili conseguenze negative sia in merito all’esito dell’istruttoria del Piano da parte del Ministero, sia in merito ad eventuali conseguenze negative sulla situazione finanziaria del Comune, è opportuno procedere entro la citata data a mettere il Consiglio Comunale nelle condizioni di approvare la modifica del Piano”.

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