Il mondo dei bambini dietro le sbarre…

<<….Bella come la sua innocenza  sta li seduta nella panchetta della guardiola  quasi assonnata  ma mai stanca della trepidante attesa   tutta tirata con  quel vestitino nuovo senza  una piega sta attenta  non si stropicci neanche un pò …. i capelli sistemati dal fermacoda colorato abbinato alla scarpina inebriante di dolcezza quel  fresco profumo di colonia  e dai suoi occhi celeste intenso trapela l’entusiasmo e la consapevolezza che forse solo l’ingenuità sa giustificare  quei piccoli cuori di bimbi senza nessuna colpa pesa nel mio sguardo adulto come macigno al cuore la voce  della guardia che  tuona e fa sussultare  chiamando quel numero ….…lei saggia e coraggiosa imbraccia la sua piccola borsettina  di pizzo e si avvia lenta verso l’entrata aspettando che il secondino apri la blindata a passi lenti l’attraversa  e le porge quel piccolo fagottino per la consueta perquisizione prima che si spalanchi la porta della sala colloqui dove l’attendono merendine e succhi di frutta  e l’amore più grande della sua vita …un padre … detenuto!       (Casa Circondariale “ Petrusa ” di Agrigento)

È l’immagine-ritratto di tutti quei  bambini che si alzano all’alba per fare la coda prima dei tanto attesi colloqui settimanali ,ed  entrano nelle carceri italiane per far visita ad un parente detenuto ,

una recente ricerca di  “Bambini senza sbarre Onlus “ ha stimato più di 100.000 presenze  ogni anno di minori che si recano negli istituti di pena  Italiani ed il dato diventa sconcertante se si pensa che in Europa sono almeno un milione ,ma le istituzioni sembrano piuttosto impreparati e non a misura di bambino.

Ciò che emerge dalla ricerca e che appare come una grave falla nel sistema carcerario è che all‘atto dell’ ingresso in carcere la procedura preveda che venga chiesto se la persona ha figli,ma  che secondo il 18% degli operatori questa richiesta non verrebbe fatta,ciò comporta una mancata consapevolezza nell’intervento attuativo

Nel 76% dei casi il carcere non dispone di personale specializzato per partecipare alle visite dei bambini, gli operatori e gli agenti sono quelli di turno solamente il 3% degli operatori dichiara che i bambini non sono contenti quando visitano il genitore in carcere, secondo il 46% non sembrano  a disagio

i bambini vengono perquisiti dal personale nel 40% dei casi e  con il metal detector nel 29% 

l11% controlla anche il cambio pannolino del neonato.

Nel  41% dei casi le visite sono consentite con una frequenza di 6 volte al mese, nel 32% anche 8 o più volte al mese, il 27%

 La durata media del colloquio è di una o due ore ,a  chi è detenuto al 41 bis per il reato di associazione mafiosa si impedisce la visita dei figli, nel 40 % dei casi

 Ben il 65% dei penitenziari cioè più della metà non ha locali destinati solo alle visite dei bambini,oltre ai colloqui, i genitori detenuti possono parlare con i figli per telefono ma soltanto una volta alla settimana per dieci minuti (93%). Benché sia possibile telefonare a un cellulare, il 49% degli operatori non è informato su questa possibilità consentita al genitore detenuto si è anche appreso dalle testimonianze che  Il personale penitenziario ritiene che la sua formazione non sia sufficiente a occuparsi dei figli di genitori detenuti ci si sente sostanzialmente  impreparati ad affrontare l‟accoglienza dei bambini in carcere.

Il quadro appare piuttosto deludente se pensiamo che le istituzione dovrebbero dare garanzie e tutelare i minori ,che hanno il diritto inviolabile di consolidare e vivere quel legame genitoriale anche tra le mura del  carcere a tal proposito ma qualcosa si muove e   per la prima volta in Europa ed in Italia nel Marzo 2014 è stato  firmato un Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Giustizia, l’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza e l’Associazione Bambinisenzasbarre Onlus, a tutela dei diritti dei 100mila bambini e adolescenti che entrano nelle carceri italiane.

Cos’è la Carta dei figli dei genitori detenuti

La Carta dei figli dei genitori detenuti riconosce formalmente il diritto di questi minorenni alla continuità del proprio legame affettivo con il genitore detenuto e, al contempo, ribadisce il diritto alla genitorialità. Riportiamo il Testo http://www.leggioggi.it/wp-content/uploads/2014/03/Carta_dei_figli_dei_genitori_detenuti__scheda.pdf

Ecco le parti salienti sancite dagli obiettivi del protocollo

favorire il mantenimento dei rapporti tra genitori detenuti e i loro figli, salvaguardando

sempre l’interesse superiore dei minorenni;

sottolineare la specificità dei figli di genitori detenuti, in modo da promuovere interventi e

provvedimenti anche normativi che tengano conto delle necessità della relazione genitoriale

e affettiva di questo gruppo sociale senza, tuttavia, indurre ulteriori discriminazioni e

stigmatizzazioni nei loro confronti;

tutelare il diritto dei figli al legame continuativo e affettivo col proprio genitore detenuto, che

ha il diritto/dovere di esercitare il proprio ruolo genitoriale;

sostenere le relazioni genitoriali e familiari durante e oltre la detenzione, agevolando la

famiglia e, in particolare, supportando i minorenni che vengono colpiti emotivamente,

socialmente ed economicamente, con frequenti ricadute negative sulla salute e con incidenza

anche sull’abbandono scolastico;

superare le barriere legate al pregiudizio e alla discriminazione nella prospettiva di un

processo di integrazione sociale e di profondo cambiamento culturale, necessario per un

progetto di società solidale e inclusiva;

considerare gli articoli, sottoscritti nel presente Protocollo d’Intesa, come riferimento

nell’assumere le decisioni e nello stabilire il modus operandi per ciò che riguarda tutti i

genitori, anche minorenni, soggetti a misure restrittive della libertà;

ciò che ci auguriamo è che meno bambini solchino le porte del carcere e che vengano attuate misure alternative anche attraverso strutture di accoglienza adeguate ed a misura di bambino

                (Maria Borgia)

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