La sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria ha disposto la confisca dei beni societari nei confronti di Giuseppe Croce’, in affari insieme alla figlia 38enne, Fortunata Barbara.
I provvedimenti sono stati eseguiti da personale del centro operativo Dia e della guardia di finanza del comando provinciale di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria. L’uomo, imprenditore nel settore della grande distribuzione, e’ stato oggetto di due ordinanze di custodia cautelare, rispettivamente emesse dal Tribunale di Reggio Calabria il 21 luglio 2012 e il 22 gennaio 2013. La prima nell’ambito dell’operazione ‘assenzio’, condotta dalla dia di Reggio Calabria, che lo vedeva indiziato, insieme a un altro noto imprenditore reggino Domenico Giovanni Suraci in alcune iniziative commerciali.
I due si sarebbero resi responsabili di gravi truffe ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di svariate condotte di evasione fiscale. La seconda ordinanza invece era stata emessa nell’operazione ‘sistema’ (condotta da carabinieri di Reggio Calabria) nella quale veniva contestato sia a Croce’ che alla figlia il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. In particolare alla cosca Tegano – de Stefano -, al fine di favorirne gli interessi economici nel settore della grande distribuzione. Tale provvedimento restrittivo veniva successivamente annullato dal Tribunale del Riesame. Nel processo, tuttora in corso di celebrazione, denominato ‘assenzio-sistema’ – ove sono confluite le risultanze investigative di ambedue le operazioni -, Croce’ e la figlia risultano essere stati rinviati a giudizio (in data 29 luglio.2013) dal gup presso il Tribunale di Reggio Calabria.
La confisca odierna scaturisce dai meticolosi accertamenti posti in essere dalla Dia reggina che ha ricostruito l’illecita formazione dell’ingente patrimonio societario dei Croce’, nonche’ dalle risultanze di accertamenti fiscali-tributari posti in essere dalla guardia di finanza reggina che hanno corroborato le risultanze delle indagini di polizia giudiziaria della Dia. Il tutto sotto l’egida della locale Procura Distrettuale.
Nei confronti delle aziende gestite dai Croce’ si ravvisava sia una consistente sproporzione tra investimenti effettuati e redditi dichiarati, sia una evidente espansione societaria, frutto di attivita’ illecite. Con l’odierno provvedimento sono state sottoposte a confisca il capitale sociale e il patrimonio aziendale di 4 societa’ di capitali operanti nel settore della grande distribuzione e diversi rapporti finanziari.
Il valore dei beni sottoposti a confisca e’ di circa 30 milioni di euro. Nei confronti di Giuseppe Croce’ – essendo stata ravvisata dal collegio giudicante sia una pericolosita’ sociale qualificata che generica e’ stata inflitta la misura della sorveglianza speciale della durata di 4 anni, mentre alla figlia Barbara, essendo stata riconosciuta solo la pericolosita’ generica e’ stata inflitta la misura della sorveglianza speciale per la durata di 2 anni. Le aziende confiscate proseguono ora la loro attivita’ con appositi amministratori giudiziari nominati dall’autortita’ giudiziaria.