Non prendiamoci in giro, siamo tutti complici!

Oggi è il ventisette gennaio, la giornata della memoria e le varie emittenti televisive trasmettono senza sosta programmi dedicati alla persecuzione antisemita del regime nazista, film e documentari, testimonianze e chi più ne ha più ne metta.

I social, quel mondo ormai lugubre di ostentazione, dove il conato di egoità riflette l’idea tanto assurda quanto idiota di potere cambiare il mondo con un post o con un like, sono zeppi di citazioni, di frasi fatte, di pensieri a tal punto banali da far sembrare ridicola, come lo sono le manifestazioni di omologazione massiva, una circostanza che, invece, è tremendamente seria.

Dobbiamo ricordare!

Dobbiamo ricordarci di ricordare!

Non dobbiamo dimenticarci di ricordare!

Dobbiamo ricordare di non dimenticare!

Non dobbiamo dimenticare per non ricadere nell’errore!

Che pena!

Che falsità!

Che ipocrisia!

Tengo in braccio la mia bimba di appena 10 mesi, dorme tranquilla come si conviene ai bambini e come sarebbe dovuto ad ogni bambino e penso che la fine della seconda guerra mondiale, e dell’orrore nazista, non ha concluso affatto l’esperienza dell’olocausto umano, perché nonostante la pace, nonostante l’armistizio, nonostante la resa dei vinti e i buoni propositi dei vincitori, nonostante tutto, la morte degli innocenti non ha mai avuto un vero epilogo.

Anzi!

Senza alcuna soluzione di continuità, ogni giorno, ogni notte, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo, una vita, anche di un bambino o di una bambina dell’età delle mie figlie, si è spenta con la stessa violenza e con lo stesso orrore delle camere a gas.

La Storia del ‘900 non ha chiuso le porte dell’odio con il processo di Norimberga e la morte di sei milioni di ebrei non è stata una ragione sufficiente per impedire altrettanti orrori, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo del tempo che è succeduto alla caduta di Hitler.

Negli ultimi settant’anni l’uomo ha continuato a macchiarsi di crimini contro i suoi simili, nell’ex Unione Sovietica, nei paesi latino americani, nei Balcani, in Cina, nel Portogallo di Salazar e nella Spagna di Franco, in Corea, ed anche nelle moderne e progredite democrazie occidentali e per opera delle moderne e progredite democrazie occidentali, nel Sud Africa dell’Apartheid e in ogni luogo di questo piccolo grande mondo nel quale ogni giorno, ogni ora, ogni secondo, qualcuno muore per mano di un altro uomo, per via della politica e della ragion di stato, in nome delle ragioni economiche e per garantire a pochi privilegiati il mantenimento perpetuo del loro privilegio.

Quasi sempre, i primi ad andarsene sono proprio i bambini e questo rende ancora più turpe questa ignobile circostanza.

Anche in questo momento, mentre tu stai leggendo queste parole, scritte con l’asfissia nel cuore, qualcuno muore sotto la mannaia di un altro uomo.

E ricorda, anche nel momento in cui ti troverai davanti a quel computer da migliaia di euro, che credi sia per te così essenziale, sappi che in quel preciso istante qualcuno, sicuramente un bambino dell’età di tuo figlio o di tua figlia, nell’esatto momento in cui tu sorriderai al commesso dicendo che hai deciso, qualcuno in qualche parte sperduta del mondo, quasi sicuramente l’essere più debole tra i più deboli, guarderà il cielo con lo stupore che hanno negli occhi le persone che muoiono, con lo stupore di chi capisce che, in fondo, morire è assai più facile che vivere e sopravvivere, più facile che superare l’ostacolo dell’odio, dell’avidità, della guerra, della carestia, della fame, del freddo, della sete, del caldo torrido, del lavoro nelle miniere lontanissime dagli occhi innocenti di inconsapevoli consumatori del nord del mondo!

Non prendiamoci in giro, quindi, perché sappiamo bene, io e te, che l’olocausto non è mai finito, sappiamo bene di fingere, ogni giorno, ogni ora, ogni secondo della nostra vita, fingiamo di non capire e di non sapere, perché è più comodo così, senza troppe complicazioni di coscienza, non sapere e sapere di ignorare e ignorare volontariamente per non dovere fare i conti con la propria colpa, mentre oggi, in questo giorno della memoria, ci assolviamo ripetendoci di non dimenticare.

Ci assolviamo, con un commento su facebook, guardando un film, citando Primo Levi (quest’anno è particolarmente di moda!) ma non facciamo assolutamente nulla per fermare la Storia, la meretrice che riesce a nascondere l’orribile verità del suo ignobile cuore ai nostri occhi servili, sbarrati come cancelli di clausura.

Non prendiamoci in giro!

Siamo tutti complici.

Lo siamo sempre stati.

E lo siamo anche oggi…    

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