Per diversi giorni mi è capitato di non postare commenti politici su facebook, limitandomi solo a pubblicare qualche versaccio brutto, retaggio della furia adolescenziale e che io assecondo per non sentirmi pesare addosso gli anni della maturità.
E’ capitato, poi, che ho scritto un post sulla notizia, comunicata dall’on. Minardo, in merito allo scongiurato declassamento dell’ospedale di Modica. A dimostrazione di quello che ho postato, di seguito voglio riproporre il testo del mio commento: “Apprendo con piacere la notizia sul riverement delle istituzioni in materia del declassamento dell’Ospedale di Modica. L’on. Minardo si è impegnato in tal senso e gli va dato atto (anche se in molti, stranamente, fanno i complimenti e i ringraziamenti ad Ignazio Abbate). Ad ogni modo, si comprende che ancora il percorso è lungo e che non bisogna dare nulla per scontato. Inoltre credo sia importante sottolineare che se vogliamo una struttura di primo livello dobbiamo anche garantire i servizi e le risorse di primo livello, per cui occorrono fondi per ristrutturare tutti i reparti sia dal punto di vista tecnico che sul piano del personale e puntare alla creazione di servizi di eccellenza. Altrimenti non abbiamo fatto un bel nulla. Spero, inoltre, che la scelta di non declassare l’ospedale non sia solo una cosa temporanea, in vista delle imminenti elezioni regionali (ottobre) e possibili elezioni nazionali (si parla di giugno). #piùservizi#piùqualità#piùsalute
A questo post hanno risposto criticamente due amici, i quali hanno parlato di antipatie personali verso il sindaco, di asce di guerra, di detrattori e di posizioni preconcette contro chi, invece, doveva essere ringraziato per l’impegno profuso nella vicenda in questione.
Altri hanno replicato a questi due amici con altrettanta impetuosità e ne è nato un dibattito al quale, francamente, non ho voluto partecipare, perché non ritengo facebook il luogo ideale per nessun tipo di confronto dialettico.
Premesso, quindi, che i due amici non hanno minimamente valutato la mia vera riflessione, cioè quella politica sulla necessità di non accontentarsi della sola qualifica di ospedale di primo livello, ma di pretendere anche i servizi che alla struttura modicana dovrebbero essere connessi (sappiamo tutti che l’ospedale di Modica ha bisogno di investimenti a 360° e che, attualmente, presenta molte criticità), essi si sono concentrati, invece, a difesa del primo cittadino, solo sulla battuta ironica fatta in riferimento ai ringraziamenti mossi ad Abbate per un risultato ottenuto da Nino Minardo.
Ora, lo spiego per chi non l’ha capito, la battuta è un evidente richiamo alla scena comica del film Non ci resta che piangere, quando Parisina ringrazia Saverio (Massimo Troisi) per cose fatte da Mario (Roberto Benigni). Premesso ciò, mi stupisce, e lo dico con seria preoccupazione, che nel 2017 possano esserci cittadini i quali pensano veramente che bisogna ringraziare i politici solo perché questi hanno fatto il loro dovere, adempiendo al mandato che gli elettori hanno loro conferito.
Ringraziare perché?
Ringraziare di cosa?
Sarà, forse, che le mie recenti letture sull’anarco-comunismo mi hanno seriamente confuso le idee, ma ritengo, e credo di non sbagliarmi su questo, che in un sistema democratico tutti i cittadini sono uguali e che i rappresentanti del popolo, i quali in nulla differiscono dai loro elettori, hanno un onere importantissimo, il fardello di tutelare il bene comune e di agire sempre nell’interesse della collettività.
Ritengo, e anche in questo non credo di sbagliare, che nessuno venga costretto a fare il deputato o il senatore o il sindaco o il consigliere comunale. Al contrario, quando ci si candida, si è soliti accompagnare la foto sorridente del manifesto elettorale con lo slogan, a dire il vero ormai un po’ trito, “al servizio della gente”.
Ecco, appunto, al servizio della gente, anche di quella più umile, anche degli ultimi, di coloro che non hanno alcuna forza per competere nella società e che, nella rappresentanza democratica, dovrebbero trovare il primo baluardo di difesa della loro dignità, dei loro diritti e della loro uguaglianza a tutti gli altri.
Ma se si ritiene che l’impegno dimostrato dai politici sia un premio o un dono, per il quale noi dobbiamo esprimere gratitudine, allora non ci poniamo più in una posizione di parità tra cittadini uguali, perché torniamo inevitabilmente ad una logica feudale, cancellando tutti i progressi ottenuti con il sangue di chi ha lottato per rendere LIBERA questa nostra patria.
In merito, guardo con grande preoccupazione il movimento 5 stelle, perché in esso si sta sprigionando la sintomatologica esaltazione dei propri rappresentanti e di tutto ciò che fanno, quasi fosse un fatto eccezionale e straordinario il compiere un dovere istituzionale.
Allo stesso modo mi stupisce l’atteggiamento di chi esalta l’azione di chi ha fatto solo il proprio dovere, come è accaduto in occasione del nubifragio di domenica scorsa.
Mi sconcerta la cultura, tipicamente italica e segnatamente modicana, secondo cui bisogna ringraziare chi ha deciso di servire il popolo.
Con questo non dico che non bisogna riconoscere se un lavoro è stato ben fatto oppure no, ma sottolineo che non è la gratitudine il sentimento che dobbiamo mostrare verso i politici. E’, piuttosto, il voto lo strumento più adatto per premiare chi ha fatto bene il suo dovere, perché con il voto si conferma la fiducia, cioè il pilastro fondamentale su cui si regge una democrazia civile.
Purtroppo, come insegnano Ficarra e Picone nel loro ultimo film (la cui morale, al contrario di quanto possa pensare qualche improvvido commentatore dei social, non solo condivido ma addirittura già mi appartiene per tradizione personale e familiare), se facessimo rispettare le regole e se chiedessimo ai nostri politici di non fare del favore e della clientela la più importante e proficua merce di scambio elettorale, tutti dovremmo rinunciare a qualcosa.
Ma chi vuole rinunciare alla casa totalmente o parzialmente abusiva, all’assenteismo, al parcheggio facile, alla velocità dell’onnivoro sacco della spazzatura, all’autorizzazione illegittima per un gazebo in piazza e perfino alla riparazione della lampadina stradale o della buca nella pubblica via?
Insomma, chi di noi è veramente disposto a rinunciare alla telefonata amica che move il sole e l’altre stelle?