“Non rompere i coglioni, sono incensurato”. Le minacce di Ventura nascondono la verità: condanne anche per omicidio

La verità a volte fa male. Molto male. Ecco perché, ancora una volta, Gionbattista Ventura ricorre a insulti e minacce.

Il Ventura, nell’ultima sua pubblica minaccia nei miei confronti (con la pubblicazione anche della foto della Polizia a corredo…) ha sostenuto che “Borrometi non deve rompere più i coglioni” e che lui è “una persona incensurata” cioè senza condanne.

Ventura minacce

Bene, allora andiamo ad analizzare la situazione. Rendiamo pubblica la carriera criminale del Gionbattista Ventura, per dare qualche elemento in più di riflessione ai vittoriesi, cioè a tutti coloro i quali si rapportano con tale pluripregiudicato e per far direttamente a voi valutare se abbiamo ragione o no!

Ventura, detto “Titta u marmararu” riuscì a farsi reclutare, ai tempi d’oro, nell’organizzazione mafiosa “Dominante – Carbonaro” di Vittoria, insieme al fratello Filippo (considerato dalla Direzione Nazionale Antimafia come il capomafia di Vittoria ed attualmente, per fortuna, in galera – LEGGI L’ARTICOLO) ed all’altro fratello Vincenzo.

Tutto ciò, per chiarezza assoluta, si apprende dall’operazione “Squalo” quando, all’atto dell’arresto, si leggeva nelle motivazioni: “si era associato al Clan Carbonaro – Dominante e si occupava del traffico di droga”. Stesse accuse si ripeteranno nel 2000.

VENTURA “SOGGETTO SOCIALMENTE PERICOLOSO”

Gionbattista Ventura è un “soggetto socialmente pericoloso”, definito tale per i suoi gravi e numerosissimi precedenti penali, fra i quali omicidio e associazione per delinquere (ma è stato in galera anche per associazione mafiosa).

Il Ventura ha svariate condanne.

La più grave (divenuta esecutiva nel 1999) è a 25 anni (si, avete capito bene, 25 anni!) per i reati di associazione per delinquere finalizzato al traffico di droga, omicidio aggravato, detenzione e porto illegale di armi ed altro (per il quale è stato detenuto nel Carcere di Fossombrone).

Il Ventura è stato più volte arrestato e condannato, ma vediamo nello specifico.

Già negli anni ottanta Gionbattista Ventura viene arrestato e il 20 febbraio del 1987 viene condannato (prima volta) per associazione per delinquere.

Il 30 giugno del 1992 viene condannato per rapina e violazione di domicilio (seconda volta). Il 3 maggio del 1993 viene condannato per violazione delle norme sulle sostanze stupefacenti (terza volta).

Il 28 novembre del 1994 viene arrestato, questa volta per associazione mafiosa.

Il 8 aprile del 1999 viene condannato (quarta volta) a 25 anni per i reati di associazione per delinquere finalizzato al traffico di droga, omicidio aggravato, detenzione e porto illegale di armi ed altro.

Il 24 novembre del 2000 gli vengono sequestrati beni personali.

Il 11 giugno del 2011 viene sottoposto a misura di sorveglianza speciale per mafia.

GIONBATTISTA VENTURA OGGI IN LIBERTA’ VIGILATA

Più volte Gionbattista Ventura infrange la misura tanto che, in questo momento, è sottoposto a misura di Sicurezza, cioè a Libertà Vigilata che, come si legge sul sito del Ministero (LEGGI), è l’ultima misura di sicurezza personale prima di “essere sbattuto” nuovamente in galera.

L’ATTIVITA’ FUNEBRE SENZA AUTORIZZAZIONI

Gionbattista Ventura oggi fa il “padrone” di una Agenzia Funebre del quale non è assolutamente il proprietario. Non potrebbe esserlo.

L’attività, nonostante pubblicamente porti il nome di “Agenzia Funebre Ventura”, è intestata al signor Maurizio Cutello.

Tutto ciò perché, come è facile immaginare, Gionbattista Ventura non può avere autorizzazioni e licenze, soprattutto antimafia, avendo la carriera criminale che vi abbiamo illustrato.

LE MINACCE DI MORTE:

E’ stata dalla “rivelazione” della Agenzia Funebre senza autorizzazioni che il buon Giombattista (o Titta come ama definirsi) Ventura, il primo agosto, ci ha minacciato con frasi che offriamo alla vostra valutazione: “BASTA NON ROMPERE PIù LA MINCHIA (…) PIRCHI TI SCIPPU A TESTA MERDOSO CHE NON SEI ALTRO”.

E se il concetto non fosse stato ben chiaro, ha scritto ancora pubblicamente: “PORTATI DIETRO L’ESERCITO TANTO A TESTA TA SCIPPU U STISSU MI FINISTI I RUMPIRI A MINCHIA (…). DA ORA IN AVANTI SARO’ IL TUO PEGGIORE INCUBO, E REMEMBER PRIMA O POI C’INCOTRIAMO NELL’ALDILA E SO CAZZI TUA. RIBADISCO ANCHE DENTRO IL COMMISSARIATO DI VITTORIA TANTO A TESTA TA SCIPPU U STISSU”.

Questa è la reazione di chi viene scovato con le “mani nella marmellata”.

Noi ribadiamo l’invito ai vittoriesi (e non solo): per la serie conoscerli, riconoscerli ed evitarli, non andate nell’attività commerciale del Gionbattista Ventura, l’Agenzia Funebre Ventura.

Perchè, come dicevano Chinnici, Falcone e Borsellino, bisogna colpire i capitali e non fare guadagnare la mafia ed i criminali…

LE MINACCE AL COMMISSARIO DI POLIZIA DI VITTORIA

IMG_5443Ventura su facebookIl profilo, dal nome Titta Sara Ventura, riserva diverse “sorprese”, ad iniziare da un post firmato e pubblico, dove viene attaccato, ingiuriato e minacciato il Commissario della Polizia di VittoriaSaro Amarù (al quale va tutta la nostra solidarietà).

Dott. Amarù (…) – scrive il galeotto Ventura – ripeto ancora una volta a mia unni mi chiove mi sciddica, ti puoi rari a testa ndo muru, ricordati che siamo 3 a 0 per me. U tiempu niettu nun si scanta ne de lampi e mancu de trona”.

(Qui a lato, il post fotografato, non lascia scampo all’immaginazione…)

LA FAMIGLIA VENTURA:

I Ventura sono una famiglia, come abbiamo visto, criminale e pericolosissima, dalla quale stare totalmente alla larga. Ma non avere paura.

Di Gionbattista e di Filippo, capo mafia di Vittoria ed in galera, abbiamo parlato.

Filippo ha due figli, Jerry ed Angelo Elvis.

 

Sia Jerry che Angelo Elvis sono stati ospiti più volte delle Patrie Galere (Jerry fino a poco tempo fa). Entrambi hanno diversi processi alle spalle, ma sono a piede libero, seppur con vigilanza speciale.

Gionbattista ha un figlio, Angelo Ventura (detto u Checco) che è uscito poche settimane fa dal carcere e come prima attività è andato a pubblicare su Facebook frasi inneggianti alla morte di poliziotti e carabinieri. Una su tutte, quella foto “Attenti al Cane…il Carabiniere” che ha fatto giustamente inorridire i più.

Tutto ciò sempre per la serie: se li conosci, li eviti! Non fate affari con loro, non andate nelle loro attività.

Condividi
Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

2 COMMENTI

  1. Di solito sono una donna educata e pacata ma adesso vi dico che i coglioni li avete rotti veramente!!!!!!siete come un giradischi con la puntina che salta e ripete sempre la stessa musica….eh basta!!!che palle ma nn vi vergognate manco un po’???pensate che siamo tutti rimbambiti che ci dimentichiamo le cose???? Sono felice di nn essere iscritta a Facebook almeno evito di leggere certe stupidaggini e vedere le vostre “belle”facce. Dovreste solo pulirvi la bocca prima di nominare persone come Paolo Borrometi, Rosario Amaru’ è i Carabinieri….persone PULITE, ONESTE che hanno un GRANDE CORAGGIO e che nn hanno certo paura di soggetti come voi. Grazie Paolo per il tuo articolo…. la verità fa sempre male per chi ha la coscienza sporca. Con te e con le Forze dell’Ordine SEMPRE !!!!!!

  2. Ma come mai certa gente è sempre fuori, e come mai, un sorvegliato speciale di sorvegliato ha ben poco, visto che continuano imperterriti a delinquere? Come fa un condannato a 25 anni a essere fuori dopo 14 anni? Non è normale essere omertosi se dopo aver fatto condannare certa gente rischi di ritrovarteli davanti dopo poco tempo perché qualche cavillo li fa uscire o perché ricorrendo in appello la legge da modo di vedersi alleviare le pene? Sono d’accordo con chi dice che essere omertosi e non denunciare significa essere complici, ma lo stato dovrebbe proteggere chi fa il suo dovere. Uno con il curriculum del ventura dal carcere non sarebbe dovuto uscire in libertà vigilata soprattutto se considerato socialmente pericoloso altrimenti significa che i primi complici sono i politici che fanno certe leggi miti e buoniste.

LASCIA UN COMMENTO

Aggiungi una immagine