Noto è una città meravigliosa, ricca di cultura e di fascino. Chiunque la visiti non può che rimanerne straordinariamente colpito, non a caso è definita come la “Città d’oro”.
Negli ultimi anni, però, oltre che per la straordinaria bellezza, la città è balzata agli onori delle cronache per diverse inchieste giudiziarie e per una delle piaghe che la caratterizzano: la forte presenza del clan Trigila (oltre al clan dei Camminanti, da sempre legato ai Trigila).
Nonostante le inchieste, le condanne e, in alcuni casi, le prescrizioni, la mappa politica cittadina non pare averne risentito.
In un documento ufficiale (e pubblico) trasmesso in Commissione Antimafia nel 2015, si leggeva che “da attività d’indagine svolta dal Commissariato di P.S. di Noto nei confronti di appartenenti al clan Trigila alias Pinnintula sono poi emersi, a carico di tre politici locali, elementi idonei a far ipotizzare il delitto di scambio elettorale politico-mafioso, con riferimento alle elezioni amministrative locali del 2011”.
Un chiaro tentativo di influenzare le elezioni amministrative ma non solo, anche quelle regionali e nazionali. E Antonino Pinuccio Trigila, storico boss in galera (con il “fine pena mai”), più volte ha tentato di “fare e disfare” a seconda del politico da sostenere.
Facendo un passo indietro (cioè non con le inchieste di mafia), un caso eclatante relativamente alla politica netina, è quello di Corrado Cultrera (oggi Consigliere Comunale e marito del Presidente del Civico consesso, Veronica Pennavaria).
Corrado Cultrera venne arrestato nel 2002 per brogli elettorali. All’epoca il gip di Siracusa, Vincenzo Di Domenico, firmò l’ordine di custodia cautelare in carcere, contestando al Cultrera l’articolo 90 della legga 570 del 1960: “per avere alterato l’esito delle elezioni amministrative”.
Per questa imputazione è stato condannato in primo e secondo grado, poi in Cassazione venne dichiarato il “non luogo a procedere” per prescrizione.
Inoltre, anzi infine, il Cultrera è stato prima deferito e poi condannato per doping.
“La Seconda Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping – si legge nella sentenza -, in parziale riforma della decisione impugnata dal sig. Corrado Cultrera, emessa dalla Prima Sezione del TNA ha inflitto la squalifica di 2 anni e 3 mesi a partire dal 20 marzo 2015, data della prima sentenza , fino al 19 giugno 2017. Il TNA inoltre condanna il ricorrente alla sanzione economica di Euro 1.000,00 oltre al pagamento delle spese del procedimento quantificate in Euro 350,00”.
Anche la moglie di Cultrera, Veronica Pennavaria (oggi Presidente del Consiglio Comunale di Noto), è stata deferita dal Coni (LEGGI) per “non essersi sottoposta al controllo antidoping disposto dalla Commissione Ministeriale ex lege 376/2000 (artt. 2.3. e 2.5. delle NSA) al termine della gara “5° Memorial Sebastiano Romano – 7^ Prova del 9° Gran Prix Provinciale di Corsa” svoltasi a Siracusa il 6 luglio 2014 con richiesta di squalifica per 2 anni”.
Si, avete capito bene, per una gara amatoriale!
La stessa Pennavaria è stata, successivamente (LEGGI), squalificata per 2 anni – a decorrere dal 5 marzo 2015, con scadenza al 4 marzo 2017”. “Assolta, invece, si legge, in ordine alla violazione dell’art. 2.5 in quanto il relativo addebito non sussiste, condannandola al pagamento delle spese del procedimento quantificate forfettariamente in euro 378,00”.
Corrado Cultrera è stato eletto per secondo, dietro alla moglie (che oggi è Presidente del Consiglio Comunale), Veronica Pennavaria, nella lista “Patto per Noto”.
Nella lista “Patto per Noto”, in occasione delle ultime elezioni amministrative, il primo dei non eletti, ma con un importante contributo ai fini dell’attribuzione dei due seggi per Pennavaria e Cultrera, è stato Sebastiano Pannuzzo.
A seguire, vogliamo offrire all’attenzione dei nostri lettori quello che appare come un dato di fatto, affinchè si possa singolarmente valutare (non volendo, però, rappresentare un’accusa, è bene precisarlo!).
Per il Pannuzzo, come da foto che mostriamo (che sono state inserite in maniera pubblica su Facebook), hanno fatto campagna elettorale (in occasione delle ultime elezioni amministrative) alcuni componenti della famiglia Trigila, come Valentina Di Raimondo, seconda moglie di Giuseppe Trigila (figlio di Corrado che oggi è in galera per mafia), oltre a Gianfranco Trigila (fratello del capomafia, Antonino Pinuccio Trigila, da lunedì agli arresti domiciliari e più volte coinvolto in operazioni di polizia) ed alla moglie di quest’ultimo, Concita Vella.

In altre liste erano presenti personaggi già coinvolti in passato in operazioni delle forze dell’Ordine, come Vincenzo Italiano (Lista Noto 2020), coinvolto nell’operazione Mangusta (poi assolto).
Ritornando al clan Trigila (in stretta sinergia con il clan dei Camminanti), va detto che non si è risparmiato mai, passando dalle estorsioni fino alla gestione della droga, non disdegnando mai il tentativo di influenzare anche la macchina amministrativa (che vorrebbe dire appalti, favori, insomma soldi!).
E’ infatti lo stesso Pinuccio che chiede ai suoi familiari “a Noto chi dobbiamo portare”. Così come offre indicazioni per altre candidature anche a più alto livello politico…
I suoi familiari e messaggeri, da sempre, sono: la moglie, Nunziatina Bianca, la figlia, Angela Trigila ed il genero, Graziano Buonora. Gli stessi sono coinvolti in diversi traffici illeciti che vedono il clan Trigila “dominare” sul territorio, come la droga (nell’operazione di Polizia “Ultimo Atto” che lunedì ha portato agli arresti sia Nunziatina Bianca che Gianfranco Trigila e che approfondiremo in un prossimo articolo).
Ai cittadini, come sempre, la possibilità di aprire gli occhi e valutare. Per evitare la storica frase del “lo sanno tutti”, assai ricorrente anche in questa realtà ed aiutare gli inquirenti a liberare questo splendido territorio dall’illegalità.