Case con dependance irregolari, mega stalle realizzate in strutture abusive, i soldi della droga e delle corse dei cavalli e le frequentazioni “pericolose”: stiamo parlando dei Restuccia, noti pregiudicati di Noto, famiglia sempre al di là della legalità.
Dei Restuccia, Salvatore (detto Turi) e Nino, abbiamo già parlato la scorsa settimana in quanto organizzatori di una vergognosa corsa clandestina. In seguito al nostro articolo sono stati denunciati dalla Polizia (LEGGI INCHIESTA – anche Nino era fra gli organizzatori ed è auspicabile che presto si possa fare totalmente luce sull’episodio e sugli altri organizzatori).
LA FAMIGLIA RESTUCCIA
I Restuccia, meglio noti come “spinna cardiddi”, sono una famiglia tristemente nota nel netino, soprattutto per Sebastiano Restuccia (detto Iano “spinna cardiddi”), già in passato molto vicino al capomafia Antonino Pinuccio Trigila.
Oggi le redini della famiglia sono rette da Salvatore Restuccia (detto “zu Turi”), sposato con Anna Parisi e fratello di Sebastiano, coinvolto in corse clandestine insieme al figlio Nino e in affari di droga.
LA DROGA, I RESTUCCIA E LE “SORELLE PARISI”
Lussi e abitazioni dotate di ogni confort, seppur in case che dovrebbero essere “popolari”, strutture totalmente abusive, mantenute solo – sulla carta – con la pensione del “povero” “zu Turi” Restuccia.
In verità basta tornare indietro di qualche anno per ritrovare alcuni “introiti” importanti dei Restuccia, soldi, tanti soldi, accumulati grazie alla…droga.
Nell’operazione “Kepha” dei Carabinieri di Noto, Salvatore Restuccia viene coinvolto insieme alla cognata, già particolarmente nota nelle “carceri” italiane, Giuseppina Parisi (sorella della moglie di Restuccia, Anna e moglie di Salvatore Scala, detta “Pina a ciuaua”) ed al nipote Sebastiano Sinatra (figlio del primo marito di Giuseppina Restuccia, ovvero Francesco Sinatra).
“Restuccia – scrivono i Carabinieri – custodiva parte del denaro provento dell’attività illecita da reinvestire nella medesima. Denaro che gli veniva consegnato da Sinatra Sebastiano e, in una occasione almeno, da Casella Corrado o Ben Maatoug Marco. A volte lo stesso Restuccia Salvatore si recava ad Avola per riceverlo”.
Da citare, ad esempio, quando:
“Restuccia Salvatore, dopo essere stato con la propria consorte Parisi Anna presso l’abitazione dei parenti Parisi Giuseppina e Sinatra Sebastiano, ritornava a Noto e veniva fermato e controllato. Lo stesso Restuccia – si legge nelle carte dell’ordinanza cautelare – veniva trovato in possesso della somma contante di €.1.400 in banconote di vario taglio. Nella circostanza, dai colloqui registrati, si comprende che Parisi Giuseppina comunica alla sorella Anna, moglie di Restuccia, che si era sentita con Casella Corrado il quale gli aveva riferito che insieme a Sinatra Sebastiano sarebbe andato da loro per consegnare parte del denaro”.
Nei fatti “il Restuccia raccoglieva il denaro da reimpiegare nell’acquisto di stupefacenti, spesso anche facendo fretta alla cognata, Giuseppina Parisi che in almeno un’occasione richiama il figlio Sinatra Sebastiano: ‘dai che c’è lo zio che se ne deve andare’.
Lo “zio Turi” è a processo per questi fatti (insieme alla cognata e ad altri soggetti), poi denunciato per le corse clandestine, insomma gode di un curriculum criminale di tutto rispetto.
Nessuno prima di oggi si è chiesto però (almeno pubblicamente) come possa un “povero pensionato” mantenersi i lussi e, soprattutto, come faccia a godere delle coperture che lo hanno portato a realizzare strutture totalmente abusive.
E’ la domanda che ci poniamo e che speriamo, con la pubblicazione delle foto, possa trovare risposta nel sempre attento lavoro degli inquirenti.

Altra domanda alla quale andrebbe data una risposta è come mai Salvatore Restuccia, seppur conosciutissimo nell’ambiente, abbia rapporti di frequentazione particolarmente intensi con un agente di Polizia penitenziaria per nulla restio nel farsi fotografare in sua compagnia (parliamo di Salvatore Bosco, in servizio a Roma).
Per sgomberare il campo da equivoci è giusto precisare che il Bosco non commette alcun reato penale nel condividere i propri momenti liberi con il noto pregiudicato Restuccia.
Ci sarebbe però, quantomeno, una ragione di opportunità nel consigliare ad un agente Penitenziario di non frequentare simili soggetti, per sgomberare il campo da qualsivoglia equivoco (sempre nell’operazione “Kepha” il Bosco viene almeno in un’occasione fermato con il Restuccia al ritorno da Avola, in occasione di “riscossioni” dei proventi della droga da parte di “zio Turi”).
LE CASE E LA SCUDERIA DEI RESTUCCIA
Le foto che pubblichiamo sono state scattate in via Sonnino a Noto, residenza di Salvatore Restuccia, trasformata da casa popolare in abitazione con pertinenze, giardino, statue, istallazioni da dependance, il tutto ovviamente abusivo. Stesso discorso va fatto per la Scuderia “Spinna cardiddi”, che oltre a sorgere su un terreno di non chiara destinazione è abusiva nelle sue istallazioni.
In attesa di trovare delle risposte alle nostre domande non esprimiamo giudizi, nella convinzione che ogni lettore sappia valutare, ed eventualmente passare dall’indignazione alla denuncia.