P.R.G. di Modica, parla l’avvocato Francesco Stornello: “davanti lunghi tempi incerti…”

Francesco, tu sei un avvocato specializzato in diritto amministrativo. Ci potresti spiegare cosa è accaduto al Piano Regolatore Generale del Comune di Modica?

In estrema sintesi, l’Assessorato Regionale al Territorio ha concluso l’iter del Piano Regolatore Generale, spogliando (uso un eufemismo) il Comune delle sue competenze in materia urbanistica e, sostituendosi ad esso, ha classificato (illogicamente) come zona agricola più di tre quarti del territorio comunale, che dal Comune era stato invece originariamente destinato ad altri usi.

Questo cosa significa?

Significa che con questo provvedimento l’Assessorato ha eliminato quasi tutte le aree destinate alla realizzazione di abitazioni, sia in città che nelle frazioni, tutte le aree previste per insediamenti commerciali ed artigianali e quasi tutte quelle funzionali alla realizzazione di opere pubbliche. Tutte queste zone oggi sono state destinate all’uso agricolo. Di più: sono state classificate agricole non solo le zone non ancora edificate, ma anche quelle già urbanizzate!

E quindi?

Di fatto, a parte limitatissime eccezioni, semplicemente oggi e per molti anni a Modica non potranno più essere realizzate nuove case per le famiglie, nuovi spazi per attività commerciali ed artigianali, nuovi insediamenti turistici e nuove infrastrutture. Non solo: anche gli immobili già realizzati non potranno essere ampliati o modificati, perché privi della necessaria cubatura, né potranno essere sanati gli abusi formali perché non più conformi.

Nella migliore delle ipotesi, ci aspettano lunghi tempi di incertezza.

Un problema grave per la nostra economia?

Certamente! Considerando come zona agricola una parte del territorio che oggi è, invece, radicalmente antropizzata, se ne stravolge l’intero assetto socio economico e si mortifica ogni sua possibile prospettiva di sviluppo, con un danno sia per i cittadini e le imprese, che per lo stesso equilibrio finanziario del Comune.

Infatti, in tale condizione non sarà più possibile né utile investire nel settore edilizio, artigianale, commerciale, turistico e nelle opere pubbliche, con le evidenti conseguenze negative sul piano dell’occupazione e dello sviluppo economico locale.

E sul piano finanziario del Comune? Hai detto che anche da questo punto di vista la situazione è grave.

Più che grave, gravissima. Semplicemente, non potendosi realizzare nuove iniziative edilizie, il Comune non incasserà più i relativi oneri concessori, che costituivano una delle principali e più cospicue voci di entrata del Comune: milioni di euro.

Cosa ha fatto, secondo te, l’Amministrazione per evitare tutto questo?

Non ne ho idea. So solo che qualunque cosa abbia fatto non ha sortito il risultato sperato, visto che siamo giunti a questo punto.

È possibile rimediare a tutto ciò? Siamo ancora in tempo?

Guarda, il procedimento amministrativo di approvazione dello strumento urbanistico si è concluso definitivamente. Perciò, ritengo che sia del tutto inutile sperare in modifiche che vengano da Palermo. Perciò, temo che i cittadini siano costretti a sopportare l’onere di agire in giudizio per difendere i propri interessi contro un provvedimento amministrativo illegittimo od altrimenti a sperare (temo peraltro invano) nel soccorso del Consiglio Comunale.

Cioè?

Ma guarda, leggo che l’Amministrazione comunale ha promesso di mettere mano a un nuovo piano regolatore..

Quindi il Sindaco & C. vogliono accettare gli effetti del provvedimento regionale?

Questo lo devi chiedere a loro. Per quello che mi riguarda, posso solo osservare che un nuovo piano regolatore, come è stato annunciato, dovrà essere interamente rielaborato, in maniera tale da sfuggire alla mannaia dell’Assessorato regionale al Territorio (e non sarà cosa facile, perché si tratta, di fatto, dell’intero territorio comunale; poi dovrà ottenere tutti i pareri necessari e quindi dovrà essere adottato da un Consiglio Comunale che sia compatibile, nel quale cioè la maggioranza dei consiglieri non abbia conflitti d’interesse, senza potere confidare nel soccorso di un qualche commissario ad acta assessoriale; infine dovrà essere inviato a Palermo per la nuova approvazione,

Comprendi bene come si tratti di tempi estremamente lunghi e, quindi, ritenere che il problema possa essere velocemente e facilmente risolto mi pare una pia illusione.

O una mera promessa politica in vista delle prossime amministrative…

Questo io non lo so, lascio a te il compito di trarre le conclusioni politiche. Ritengo, però, che nelle more dell’approvazione di un nuovo piano, per potere edificare, peraltro solo insediamenti produttivi o case popolari, in questa immensa zona agricola sarà da oggi necessario chiedere una variante al P.R.G., che è di competenza del Consiglio Comunale e, quindi, rimessa agli umori della maggioranza consiliare. In altri termini, si subordina l’edilizia al potere politico, con i rischi che questo può comportare.

Capisco… e la cosa mi preoccupa non poco! Ma c’è un rimedio alternativo?

Politicamente non saprei, non sono un politico. Però credo che l’Amministrazione abbia il dovere, morale ma anche giuridico, di attivarsi in tutte le opportune sedi e persino di agire avanti al Giudice Amministrativo, a tutela non solo dei propri diritti ma dello stesso futuro dell’intero territorio comunale.

Da avvocato, dico che lo può fare, perché ne ha tutte le ragioni.

Da modicano, mi aspetto che lo faccia, per il bene della Città.

Speriamo bene?

Speriamo bene!

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