Salvatore Spataro, ancora lui. Mentre il suo fido amico, il capomafia di Pachino Salvatore Giuliano, sta comodamente al fresco in galera, lui ritorna in Consiglio Comunale e siede fra i banchi della maggioranza. Dopo mesi.
Ciò che è andato in scena ieri sera è la rappresentazione plastica della vergogna che continua in seno alla civica Assise.
Nel tombale silenzio di chi farebbe bene a dimettersi per dare un segno di discontinuità ad un Consiglio Comunale oramai viziato dalle presenze del Consigliere indagato per mafia. Sempre Salvatore Spataro, lui, ovviamente. La pietra dello scandalo, colui che fu assessore di Bonaiuto, poi il più votato a Pachino, poi consigliere di maggioranza dopo l’approvazione di un atto fondamentale nella scorsa estate.
Colui che è titolare (con il figlio) del bar Scacco Matto, lo stesso già interessato dalla chiusura del Questore, poi riaperto. E che, come nel caso dei Crapula ad Avola, speriamo presto possa essere chiuso definitivamente con l’interdittiva antimafia.
Colpirli nei beni, oltre che col carcere, era uno degli insegnamenti di Giovanni Falcone. Ed è l’unica ricetta possibile, oltre che su Avola, anche su Pachino con la chiusura dello Scacco Matto.
Ma tornando al Consiglio Comunale, ieri c’era il punto all’ordine del giorno relativo all’approvazione piano triennale delle opere pubbliche.
All’inizio della seduta, l’opposizione aveva 7 consiglieri, così come la maggioranza ne aveva 7, così il punto non poteva passare. Ed ecco che, fra i banchi della maggioranza, arriva Spataro Salvatore e si siede. Così la maggioranza aveva 8 consiglieri.
Ancora una volta Spataro era determinante. Ma all’improvviso arriva il consigliere Lupo, pareggiando i conti. Così che, poco dopo, il sindaco ritira il punto posto all’Odg ed il consiglio termina.
Ed è l’Amministrazione che, così facendo, ha dato conferma della necessità di Salvatore Spataro. Il consigliere e fido scudiero del capomafia Salvatore Giuliano. Quello indagato per mafia.
Questo è il Consiglio Comunale di Pachino. Quello su cui pesa la mannaia dello scioglimento per mafia.