La società “La Fenice Srl”, legata al capomafia locale Salvatore Giuliano, è stata espulsa dal Consorzio Igp di Pachino.
E’ questa l’importante notizia, confermata dai vertici del Consorzio, che segue l’inchiesta da noi pubblicata due settimane fa (LEGGI).
L’“Azienda Fenice società agricola Srl”, fu creata nel settembre del 2013, appena pochi mesi dopo l’uscita dalle Patrie galere del capomafia, Salvatore Giuliano.
La società in questione ha due soci: Gabriele Giuliano e Simone Vizzini e fra i dipendenti c’è proprio Salvatore Giuliano, capomafia del clan che prende proprio il suo nome, “Giuliano”, legato a “cosa nostra” catanese ed “in pace” con gli altri clan della provincia.
Salvatore Giuliano ed il suo clan sono citati nelle ultime relazioni della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia.
Non solo Salvatore Giuliano, ma anche il figlio Gabriele (socio della società che faceva parte del Consorzio Igp), è a processo con il padre per minacce di morte, tentata violenza privata aggravata dal metodo mafioso (indagine dei carabinieri di Siracusa, per delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania).
Suo padre, Salvatore, è stato già condannato per associazione mafiosa (come capo), droga, armi ed estorsioni e, dopo un ventennio in galera, tornò in libertà, grazie a diversi sconti di pena, nel maggio del 2013.
Attualmente Salvatore Giuliano, oltre al processo già citato in cui è imputato con il figlio Gabriele, deve rispondere nelle Aule del Tribunale di Siracusa, con l’ex sindaco di Pachino, Paolo Bonaiuto e con due consiglieri comunali in carica (Salvatore Spataro e Massimo Agricola), del reato di concussione in concorso. Giuliano, Bonaiuto ed i due consiglieri, insieme ad altre cinque persone, avrebbero, fra l’altro – stando all’indagine “Maschere nude” della polizia di Stato -, costretto il titolare di una ditta a pagare una tangente di 10mila euro per un evento comunale nell’ambito del cartellone di appuntamenti “estate pachinese”.
Il padre dell’altro socio de “La Fenice”, Simone Vizzini, è Giuseppe (detto Peppi Marcuotto), già eletto nel consiglio comunale di Pachino il 30 novembre del 1997(poi arrestato durante il mandato e successivamente assolto).
I Vizzini, oltre a “La Fenice”, gestivano fino a fine del 2017 un distributore che, per ordine del Giudice alla procedura fallimentare di Siracusa, è stato loro tolto e ridato al legittimo proprietario che non veniva pagato da tempo.
Il giorno della reimmissione in possesso l’avvocato che ne curava la procedura ha subìto un grave attentato, una bomba è stata posizionata sotto l’autovettura, e gli stessi Vizzini poco prima erano stati visti mentre “tallonavano” la professionista siracusana.
Non si esclude, lo scriviamo da tempo, che siano stati proprio alcuni componenti della famiglia Vizzini ad essere i responsabili della grave intimidazione, magari con l’aiuto di altri pregiudicati del clan che fa riferimento a Salvatore Giuliano.