Riceviamo e pubblichiamo nota dell’associazione ambientalista “FareVerde” di Vittoria in merito alla situazione del parco di Serra San Bartolo:
Ha riaperto i battenti ieri il Museo della civiltà contadina, ospitato all’interno del parco extraurbano di Serra San Bartolo. Dopo l’avviso di gara, emesso un anno fa e l’assegnazione alla cooperativa Antares il Museo e l’intero parco, al termine di un intervento di restauro che ha interessato i locali di Serra San Bartolo e il palmento, sono tornati fruibili. Abbiamo restituito alla città un patrimonio che i vandali avevano tentato di sottrarle.
Così qualche settimana fa il sindaco Nicosia in pompa magna comunicava alla città; peccato che come al suo solito, cercasse più la spettacolarizzazione dell’evento piuttosto che la concretezza della realtà. Siamo stati a Serra e la struttura era chiusa e senza alcun operatore. Abbiamo fatto un giro ed abbiamo visto i resti del portone dato alle fiamme, ma ciò che ha destato il nostro più profondo dolore, è stato il costatare lo smantellamento della pavimentazione nelle stanze adiacenti al palmento. Un furto recente, un lavoro grossolano di rimozione dell’originale pavimentazione di pece,un danno immenso oltre ad uno scempio della nostra storia!
Nonostante “l’arte di annacarsi” del sindaco abbia raggiunto vette di ridicolo senza precedenti, non possiamo non evidenziare e denunciare che a distanza di quasi un anno dall”assegnazione della struttura, la stessa non sia stata adeguatamente tutelata e custodita. I Punti fondamentali del bando erano la messa in sicurezza e custodia del bene pubblico, cosa che evidente ancora oggi non è assicurata. Ci chiediamo chi vigila sulla corretta gestione del bene pubblico? Chi ripagherà la città da questi atti di distruzione del nostro patrimonio pubblico e della nostra storia? La disamministrazione e l’incuria come il vandalismo e l’inciviltà sono atteggiamenti culturali che vanno combattuti con la legalità. Per questo, a tutela del bene comune, presenteremo dettagliato esposto alle autorità competenti.