Il Partito Democratico siciliano è riuscito a collezionare l’ennesima figuraccia: un tesseramento gonfiato, che per quanto ci risulta è stato pagato per mano di alcuni deputati e non solo (includiamo anche il Sindaco Bianco). Il dubbio c’era venuto, insieme al Referente Provinciale del gruppo Civati, Danilo Festa e del membro in Commissione provinciale di Catania per il Congresso, Domenico Grasso, nel momento in cui abbiamo scoperto che tanti cittadini catanesi si sono scoperti “appassionati della politica” nonostante negli anni precedenti il numero delle tessere era dimezzato. Poi le tante segnalazioni tra cui quella di un ex segretario di partito (Giarre) che si è trovato ad essere un “tesserato per caso” e quella della ragazzina di 14 anni che non ha mai autorizzato al trattamento dei suoi dati personali.
Da questo momento sono partite le nostre denunce accentuate ancor di più quando è arrivato in Sicilia l’On. Giuseppe Civati, candidato alla Segreteria Nazionale del Pd che non è stato timido nell’esprimere il suo pensiero contro il sistema delle tessere.
Dopo le nostre segnalazioni alla Commissione Nazionale per il Congresso (e per quanto mi risulta ce ne sono state anche altre) viene nominato “Commissario del tesseramento” per la Provincia di Catania il dirigente nazionale, Nicola Stumpo .
Dalla riunione “ristretta” tenutasi ieri a Catania alla presenza di Stumpo, dei deputati e del Commissario Provinciale, Enzo Napoli (insieme ad altri) abbiamo appreso che è stato annullato il Congresso Provinciale di Catania e i relativi congressi di circolo.
Premesso che l’annullamento di un congresso per irregolarità commesse (non di certo per il ritrovamento dell’unità, non ci crede nessuno) è una grave sconfitta per la democrazia ritengo che sia un errore politico trovare giustificazioni che non stanno né in cielo né in terra come quelle dichiarate dai due candidati alla segreteria provinciale. Quanto accaduto a Catania presume delle responsabilità da attribuire sia al Commissario provinciale Napoli, sia alla Commissione Provinciale per il Congresso a cui andrebbero revocati immediatamente gli incarichi. Per non parlare del Segretario Regionale, Giuseppe Lupo che per l’ennesima volta non riesce a garantire agibilità politica nel Pd siciliano.
A causa di queste gravi irregolarità il Partito Democratico nel suo complesso è stato danneggiato sia in termini d’immagine sia in quanto sono stati annullati tutti i congressi di circolo causando difficoltà serie per quei segretari e per quei volontari che avevano organizzato questi momenti di partecipazione e di scelta dei dirigenti locali ma in particolar modo per tutti gli iscritti (quelli reali ovviamente) che per l’ennesima volta si trovano davanti ad una classe dirigente politica incompetente e inaffidabile. Pertanto ritengo che con urgenza è necessario il commissariamento del Pd siciliano al fine di evitare ulteriori mortificazioni del nostro partito. Ricordo che ancora sono aperte le vicende del Pd ragusano, siracusano e anche palermitano.
Un partito che si definisce “democratico” deve garantire il rispetto delle regole ma anche quello delle persone. Ritengo che questa è una pagina nera per il Pd siciliano.
Invece di utilizzare i congressi per discutere sulle questioni concrete che interessano di più la vita delle persone questa gente si è interessata, costringendo anche noi ad interessarci, alla conta delle tessere.
Noi vogliamo un partito in cui la politica ritorna a mettere al centro la persona e non i numeri e gli interessi personali di pochi. Un partito in cui ci si confronta, si discute e si sceglie serenamente. Un partito che possa scegliere le migliori risorse per rappresentare le istanze di tutti i territori della nostra isola. Un partito che non utilizzi i temi della legalità, della trasparenza e della questione morale soltanto come slogan elettorali ma che ne faccia di questi i principi essenziali della propria esistenza.
Mi auguro che il nostro coraggio sia contagioso e che in tanti iniziano a capire che le “cose si cambiano cambiandole”. E che nel Pd non siamo tutti uguali.