“Pezzo di merda e sbirro, vi ammazzo”. Di padre in figli, il “clan” dei Calabrese: pascolo abusivo, furti e omicidi

Furti con “cavallo di ritorno”, pascolo abusivo ed atteggiamenti criminali da “rais locali”.
Stiamo parlando di una delle famiglie di “pastori” più importanti fra Comiso e Vittoria: i Calabrese (da sempre molto vicini ai Piscopo e con ottimi rapporti con i Curvà).
I Calabrese, con in testa il capofamiglia Gaetano, sono originari di Gela e sono parenti con i Trubia, storica famiglia mafiosa gelese ed è dai loro “parenti” che, probabilmente, hanno preso la ferocia. Hanno il loro allevamento di ovini in contrada Bastonaca a Vittoria, proprio a cavallo fra la città ipparina e Comiso ma, da tempo, sostengono (coma da denunce effettuate da diverse persone che non si sono piegate alle intimidazioni dei Calabrese) che “la zona di Pedalino è tutta nostra”.

Oltre al capofamiglia Gaetano, agiscono i figli: Francesco, Orazio ed Angelo.

Il PASCOLO ABUSIVO

Sei un pezzo di merda e sbirro, è inutile che chiami la Polizia, un giorno di questi vi ammazzo a tutti così la finite”.

Ecco le minacce che ricevono chi tenta di denunciare le scorribande dei pastori nei propri terreni chi pensava che, per prevenire la distruzione della propria proprietà, si dovesse (giustamente) rivolgere alle Forze dell’Ordine.

Gaetano Calabrese con il figlio Angelo, più volte, ha danneggiato le attività limitrofe al loro “pascolo”. Reti metalliche divelte, piantagioni distrutte, proprietà private violate.

Da anni diverse persone denunciano il pascolo abusivo dei Calabrese che, come già sottolineato in precedenza, minacciano e tentano di intimidire chi non si piega al “proprio volere”. Dal “Pedalino è nostra” al distruggere le attività private in zona il passo è molto breve.

I FURTI CON “CAVALLO DI RITORNO”

L’ultima attività particolarmente redditizia dei Calabrese (Gaetano, questa volta con i figli, Orazio e Francesco) sarebbe quella dei furti di autovetture o mezzi agricoli (trattori, ad esempio) con il cosiddetto “cavallo di ritorno”.

I Calabrese rubano le autovetture e le restituiscono ai proprietari dopo aver ricevuto un’importante somma come “risarcimento” (meglio estorsione) per il disturbo. Insomma, il pagamento di un riscatto da parte di chi ha subito un furto per riottenere ciò che è stato rubato.

Il classico caso di cavallo di ritorno prevede che i ladri, in questo caso i Calabrese, dopo aver messo al sicuro il bene rubato, recuperino uno dei documenti del mezzo, principalmente la carta di circolazione, e contattino il proprietario, per proporre lo scambio del mezzo con una somma di denaro.

Per tutti coloro che subiscono questi furti con ricatto, l’unica strada non è pagare l’estorsione ai Calabrese o a chi per loro, ma denunciare alle forze dell’Ordine.

IL TENTATO OMICIDIO

Francesco ed Orazio, confermando quanto scritto sopra, sono stati arrestati dalla Polizia l’altro ieri, per il tentato omicidio di un imprenditore comisano.

Venerdì scorso, poco dopo le 23, l’imprenditore aveva notato che alcuni ladri avevano divelto un infisso della propria abitazione. L’uomo si recava dai fratelli Calabrese per chiedere se fosse stato lui a commettere il tentato furto. Francesco Calabrese, per tutta risposta, inveiva contro la vittima tentando di colpirla.

Subito dopo accadeva l’inverosimile: l’imprenditore veniva fermato da quattro individui, fra i quali i due fratelli Calabrese. Francesco estraeva la pistola esplodendogli addosso diversi colpi d’arma da fuoco. Uno dei quali si conficcava nel sedile dell’auto all’altezza del torace senza però ferire il conducente, salvo per pochi centimetri in quanto il colpo era stato deviato, con molta probabilità, da una delle molle dello schienale.

Bisogna credere nella Giustizia e nel lavoro delle Forze dell’Ordine: assicurati alle Galere Francesco ed Orazio Calabrese, adesso mancano “solo” il padre Gaetano ed il “piccolo” Angelo. 

Condividi
Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Aggiungi una immagine