La testimonianza dei parenti, il rapporto con la Curia palermitana, Brancaccio ieri e oggi, il processo di beatificazione e la testimonianza del Vescovo di Ragusa, Mons. Carmelo Cuttitta, hanno delineato egregiamente la figura e l’eredità di Padre Pino Puglisi. A 24 anni dalla sua morte, ieri venerdì 15 Settembre presso l’auditorium Santa Teresa a Ragusa Ibla è stato presentato l’ultimo libro di Salvo Ognibene e Rosaria Cascio dal titolo “ Il primo martire di mafia. L’eredità di Padre Pino Puglisi”.
L’evento è stato organizzato da GLS Giovani Legalità Sport, e s’inserisce all’interno dei quattro appuntamenti del progetto “Legaliblei”, in collaborazione con Generazione Zero e Fuci gruppo di Ragusa e di Vittoria.
Chi è Padre Pino Puglisi? Nicola Gratteri e Antonio Nicaso in prefazione al libro spiegano che “ quello che padre Pino Puglisi ha lasciato è un segno, soprattutto per il modo con cui il sacerdote ucciso dalla mafia nel settembre 1993 ha incarnato con il proprio apostolato sociale in una terra difficile come la Sicilia.”
Anche il Vescovo Cuttitta, presente all’evento, descrive in una sintetica ma forte testimonianza padre Puglisi e com’è diventato martire e vittima di mafia soltanto mettendo in pratica quello che potrebbe essere chiamato il “metodo Puglisi”. Tutto questo viene racchiuso nel dettaglio all’interno del libro di Salvo Ognibene e Rosaria Cascio dove infatti per “metodo Puglisi” si può considerare un vero e proprio modello alternativo a quello della mafia e delle sue famiglie: un modello fatto soprattutto di grande evangelizzazione, fatto di gesti semplici ma scomodi, fatto di perdono, di responsabilità ed incarichi; un metodo che ha portato Padre Pino Puglisi a non mollare mai e a non cedere alla corruzione dettata dal modello mafioso antievangelico. Ecco perché, spiega il Vescovo Cuttitta, si è intrapreso un processo di beatificazione per martirio, dov’è stata determinante la lotta non più tra “il mafioso” ed “il prete” ma bensì tra cultura mafiosa e cultura evangelica.
Ricordare la grande figura e la dura lotta di padre Puglisi non dev’essere qualcosa fine a se e vana, poiché egli ci ha lasciato una grande eredità, spiega Ognibene durante l’evento.
Padre Puglisi è stato una figura importante insieme a tutte le altre nella storia della Sicilia che hanno testimoniato fortemente con la loro vita quanto di sbagliato e malato c’è nella cultura mafiosa e in tutte le forme di corruzione.
La lotta contro le mafie è una lotta dura, ma affinché non muoia mai la memoria di padre Puglisi bisogna che ognuno si rimbocchi le maniche perché “ se ognuno fa qualcosa”, dice padre Puglisi, “allora si può fare molto”.
Una goccia d’acqua da sola non può avere mai la forza e la potenza del mare.
Padre Puglisi proclamato beato nel 2013, ha lanciato una grande sfida: evangelizzare e fronteggiare i fenomeni mafiosi e ogni forma di corruzione. Non bisogna mai perdere la speranza di un futuro migliore.
di Veronica Falcone