Il ‘Mondo di Mezzo’ non e’ altro che mafia il cui capo riconosciuto era Massimo Carminati. L’ex militante di destra (condannato in primo grado a 20 anni) e’ il leader di una sola associazione per delinquere. A sostenerlo e’ il sostituto procuratore generale Pietro Catalani che ha preso la parola nel primo giorno riservato alla requisitoria nel processo d’appello in corso all’aula bunker di Rebibbia contro 43 imputati. “Le associazioni a delinquere non sono due come hanno sentenziato i giudici del tribunale, ma ce n’e’ una sola ed e’ mafiosa e fa riferimento a Carminati. Con la sentenza di primo grado e’ stata fatta una operazione notarile – ha osservato ancora Catalani -. Invece va riconosciuto che c’e’ una unita’ di vertice in Carminati. Ci possono essere dei comparti diversi, ma resta il vertice e la direzione”. Catalani, che poi nelle successive due udienze lascera’ la parola al collega Antonio Sensale e al pm Luca Tescaroli, fattosi applicare per l’occasione, ha quindi aggiunto “che l’atteggiamento processuale tenuto da Salvatore Buzzi (il ‘ras’ delle cooperative condannato a 19 anni, ndr) e’ indicativo dell’omerta’ tipica delle organizzazioni mafiose. Lui e Carminati sono persone intelligenti, sanno come muoversi e che cosa fare. Buzzi non ha mai parlato di Carminati eppure grazie alle sue dichiarazioni sono stati condannati Luca Odevaine e Franco Panzironi. Di fronte a Carminati, pero’, ha sempre taciuto”.