Denunciare conviene, denunciare fa prendere coraggio e rompe la catena d’omertà. Ad Avola e nel siracusano, i tanti cittadini per bene, iniziano ad insorgere contro le minacce, le attività mafiose e le angherie a cui sono sottoposti.
E’, ovviamente, una realtà in cui c’è bisogno di coraggio e di denunce, c’è bisogno di aiutare il lavoro faticoso delle Forze dell’Ordine, ma qualcosa si muove.
“Purtroppo conosco questo pezzo di fango” di Casto. “Ha provato ad estorcere denaro presso un esercizio pubblico davanti ai miei occhi, ed in più ad una persona che conosco: un lavoratore onesto! Gentaglia come lui rovinano e rovineranno per SEMPRE la nostra terra! Attualmente è ancora a piede libero. Secondo lui fare il malandrino coi più deboli, in squadra, è vita…State attenti perché ignoranti e criminali del suo calibro, purtroppo, ne abbiamo in quantità qui a Siracusa”.

E’ questa la pubblica denuncia di un ragazzo coraggioso che risponde con forza alle minacce (LEGGI ARTICOLO) che ieri il delinquente Sebastiano Casto aveva rivolto non tanto a noi, quanto invece a chi ci legge, chiedendoci di “informarci bene” su di lui.
Consegneremo la denuncia pubblica alle Forze dell’Ordine senza, in questa sede, mettere il nome o la foto di chi l’ha fatta che, invece, potrebbero servire per l’attività d’indagine e fanno comprendere come (se le accuse sono vere) Sebastiano Casto e tutti i delinquenti come lui non avranno vita facile (se vorranno continuare a delinquere) in una realtà che sta cambiando profondamente.
Noi tentiamo di raccontarlo quotidianamente, così come abbiamo raccontato delle frequentazioni “pericolose” del Consigliere comunale Salvatore Guastella (LEGGI). Attenzione, non sta a noi valutare se nel comportamento di Guastella – lo ripetiamo – ci siano estremi penalmente rilevanti, certamente c’è l’uso certosino di immagini sul noto social network Facebook che lo ritraggono sempre con pregiudicati e pluripregiudicati. Se fosse un privato cittadino la scelta di farsi ritrarre sempre con tali soggetti sarebbe – a nostro modo di vedere – discutibile, ma se Guastella fa il Consigliere Comunale rappresenta l’intera collettività e, siamo convinti, gli avolesi non vorrebbero mai vantarsi di frequentazioni così equivoche.
Così come abbiamo denunciato i post di minacce dei Crapula, le loro attività (LEGGI ARTICOLO) facendo nomi e pubblicando le foto di chi delinque, la gestione delle onoranze pubbliche (LEGGI ARTICOLO), la gestione della spazzatura con le assunzioni dei parenti dei mafiosi e, presto, ci occuperemo della gestione del “business dei limoni”.

Stigmatizziamo, per scelta, le ennesime minacce rivolte dal pregiudicato Gaetano Tiralongo, figlio di Sebastiano Tiralongo (detto Iano u bellu) e Nunziatina Di Rosa, tutti pluripregiudicati.
“Paolo borromenti invece di scassarici a minchia a persone onesti e lavoratori vai a cercare la vera delinquenza ai parlamentari (…) vacci a scassare la minchia al trove gran cornuto di merda a raula e provincia cia poi sulu sucari o fatti scassari u culu cessu”.

Così come fa sorridere sentire che “Falcone e Borsellino non li ha uccisi la mafia ma la politica”, ovvero le idiozie di un altro “valoroso” commentatore, Alberto Nanè.
A lui ed a tanti come lui ricordiamo che, se come sta emergendo nel Processo di Palermo (sulla cosiddetta “Trattativa”) c’è stato un coinvolgimento di pezzi infedeli dello Stato, altrettanto certa è la responsabilità dei corleonesi, da Riina a Provenzano e sodali. Ma temiamo sia come parlare con i muri, d’altronde loro difendono un sistema mafioso in cui pensano di fare il bello ed il cattivo tempo.
Si, perchè peggio della mafia c’è soltanto l’atteggiamento mafioso!
Avola, però, sta cambiando, sta prendendo contezza di chi siano questi delinquentelli da strapazzo, così come inizia a comprendere gli intrecci, molto più complessi, tra mafia e politica nell’intera realtà della provincia siracusana.
Per tutto c’è tempo, noi continueremo a denunciare.
Il vero uomo d’onore,non toccava u patri i famigghia.
Ne mancu minazzava u debbuli,iu aggiu sbagghiatu e paiatu.Ma sulu che pari mei,quannu viniti arreri e sbarri cianciti comu criaturi.Poi parrati ri tutti,e vi fanu sciri.
Arrobbaiaddini…iu agghiu passatu 40 ra me vita rintra.
A unu sulu ci vasu i manu ancora.Tu ladriceddu ri quattro soddi…a cui?