Una Provincia in cerca di Santi protettori?

La quasi ex Provincia di Ragusa ha ancora classi dirigenti ? I nostri parlamentari nazionali e regionali,  gli ex amministratori provinciali, le organizzazioni sindacali e datoriali, i sindaci, i semplici consiglieri comunali hanno consapevolezza della crisi drammatica dell’area iblea? Conoscono in modo approfondito i  problemi e i bisogni del territorio? E hanno saputo affrontarli e risolverli ?

A considerare i risultati conseguiti, temo che difficilmente potrebbe darsi una risposta affermativa. Facciamo qualche esempio per cominciare a ragionare :

1) Le  campagne iblee, vanto dell’economia della Contea ( penso alle pagine entusiaste del” Giornale  di viaggio” di Paolo Balsamo,1809 ) , subiscono indifese i contraccolpi durissimi della  concorrenza della Spagna e dei Paesi del Nord-Africa. Nessuno a livello politico centrale e regionale ha mai aperto una trattativa serrata a difesa dei nostri prodotti tipici, che sono sacrificati a vantaggio dell’export industriale delle regioni settentrionali. Eppure la Lega di Bossi e di Maroni sa difendere le sue quote latte, mentre agli allevatori nostrani restano multe salate e ai serricultori della “fascia trasformata” restano solo gli occhi per piangere. Occorre una politica agricola per questa Provincia. Chi c’è, batta un colpo ;

2) Il “modello Ragusa” sta scomparendo dalla geografia economica meridionale. Dopo il “boom” dell’ ultimo ventennio del XX secolo, dal 2005 il tessuto produttivo delle Piccole e Medie Imprese (PMI)  si sta sfilacciando sotto i colpi devastanti della crisi, soprattutto per la mancanza di credito  e per il “nanismo” industriale delle aziende. Una seria classe politica avrebbe dovuto promuovere la costituzione dei “distretti” (alluminio, legno,marmo/lapideo, lattiero-caseario, ortofloricolo,ecc.) sul modello del Nord-Est e sostenerli con una “cabina di regìa “pubblica. La speciale legge regionale non ha funzionato e le PMI rischiano fallimenti a catena. I nostri parlamentari cosa fanno al riguardo?

3) Il deficit infrastrutturale pesa ancora come un macigno sull’economia iblea. Dopo decenni di ritardi decolla finalmente l’aeroporto di Comiso ( funzionava benissimo negli anni ’60 ! ) , ma per raggiungerlo c’è ancora una regia trazzera borbonica per inadempienza cronica dell’ex-Amministrazione provinciale ( molto attiva nel  dare contributi per sagre e feste patronali). Per il resto e’ il deserto. L’autostrada Catania-Ragusa si è persa nelle nebbie, la Siracusa-Gela toccherà Modica non sappiamo quando, Scicli forse mai. Il porto di Pozzallo è parzialmente insabbiato e il movimento commerciale langue perché non è mai nato alle sue spalle un vero retroporto industriale. Il sistema dei trasporti ferroviari non esiste più, cancellato (con qualche gemito) . La viabilità provinciale e’ in condizioni penose, quella statale idem, quella comunale brrrr….;

4) Il turismo sarebbe la gallina dalle uova d’oro, le nostre città d’arte sono scrigni di beni culturali da ammirare. Peccato che le chiese restano chiuse come pure i siti gestiti dalla Sopintendenza ai BB.CC.AA. (sempre per mancanza di fondi, dicono ), che non esiste alcun raccordo tra le Amministrazioni locali per calendarizzare gli eventi, che Ragusa sta in un Distretto turistico e Modica in un altro (ma nessuno dei due combina alcunchè), che il marchio Unesco resta lettera morta, che il nostro mare è sporco di cacca di varia provenienza, quella “esotica” dei lussuosi Resort sulla costa , quella “autoctona” delle case abusive e non  allacciate alla fognatura  e quella “legale” dei  malfunzionanti Depuratori costruiti in mezzo agli alberghi ( Maganuco docet ) e per giunta malfunzionanti ed inquinanti .

L’analisi è impietosa, ma serve una scossa per smuovere l’inerzia delle classi dirigenti attuali. I temi quì accennati ( e tanti altri che meritano una trattazione a parte)  devono tornare al centro del dibattito politico, per impegnare i nostri rappresentanti nelle istituzioni a proporre provvedimenti efficaci ed utili alla collettività iblea. Sempre che ci siano ancora classi dirigenti. In caso negativo, non ci resterebbe altra soluzione che quella escogitata da alcuni  miei concittadini per scongiurare la chiusura del Tribunale di Modica : portare in processione i S.Giorgio, i S.Giovanni, tutti i Santi patroni dei 12 comuni , per chiedere la grazia ai Crocetta e ai Letta di turno. Chissà, un miracolo…..

7 COMMENTI

  1. Altro che santi protettori…ci vogliono le persone capaci. A ragusa non mi sembrano che ci siano. Ci aiuti lei a fare capire le gravi lacune che abbiamo come territorio. Sembrano tutti sordi…

  2. Sono pienamente d’accordo sull’analisi. Soprattutto sul discorso del turismo. vergognoso tutto il resto, ad iniziare dal discorso sottinteso di San Giorgio…

  3. Eg. Professore,
    perchè non torna ad interessarsi di politica? E’ un peccato che una persona come lei stia ai margini.
    Intanto grazie per questa rubrica che ci regalo e che seguo attentamente. Ottima idea!
    Ha ragione a fare umorismo sul discorso “Santi”…
    da modicano, a leggere la questione, mi sono venuti i brividi…

  4. ma se il turismo si concepisce solo con sagre e feste al corso..siamo davvero alle credenze stile anni sessanta..quando il turismo non esisteva nella mente dei modicani..Ma avete visto quale assessore al turismo abbiamo ? Ma avete visto quale estate si è proposta ..? Ma quali iniziative ci sono per promuovere Modica all’estero ? e non mi parlate di eventi tipo cioccolata o il complessino che suona in una piazza mediterraneo desolante al mare…Bhe quando cambierenno davvero le menti ..che evidentemente sono stravecchie, magari se ne parlerà di turismo….

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