puntata 5. Il diario – nella bolla temporale: Bingo.

14.01.14

Bingo, 21:52

– “pensavo fosse più rustico rispetto a Butembo, invece è quasi occidentale, organizzato” CARLO

   “piccolo paradiso al centro dell’Africa” CHIARA

   “la casa, il sogno, la foresta dietro di noi; la luna e il cielo più basso sopra di noi” RAFFIO

   “paradiso terrestre” ALESSANDRA

   “accogliente, un posto in cui tutti vorrebbero abitare e aiutare” DANIELA

 

– Dopo un percorso su una strada che forse strada non si potrebbe definire, arriviamo a Bingo che è il villaggio che è stato assegnato al mio gruppo. Siamo rimasti in 11 “parrino” compreso. Lungo la strada lasciamo padre Sessa a Mavoja , famosa per la prelibata qualità di ananas che infatti compriamo al primo slargo utile dove poter fermare il pulmino. La fantastica suor Alfonsine, capo cuoca a Bingo, ci accoglie incredibilmente con le lasagne fatte in casa, manco fossimo a pranzo dalla nonna. Le diceria raccontavano di una suora brava a cucinare che aveva vissuto a Bologna, ma non pensavo fino a questo punto. Applausi a scena aperta. La mia attenzione però nel salottino/sala da pranzo non può non cadere sulle  foto appese ai quadri. Campeggia una scritta: MODICA-BINGO UNA COSA SOLA. Riconosco con gioia le fotografie del grest 1996, con le mie compagne di classe Laura e Ofelia, per non parlare di quelle di mamma e papà. Ho la sensazione che questo luogo faccia parte della storia della mia famiglia, della mia vita. A parole, dai racconti lo sapevo già, ma assaporarlo sulla propria pelle ha un effetto piacevole, consolatorio. Continuare questa correlazione fra le due comunità , quella di Bingo e quella della parrocchia del Sacro Cuore di Modica, non può che essere un impegno condiviso.

 

– Dopo pranzo e dopo aver sistemato i bagagli (condividerò la stanza con Giovanni, un seminarista che sta per diventare diacono, ma ha deciso di fare sei mesi di missione in Congo per prepararsi ulteriormente al sacerdozio) prendo il coraggio a due mani e esco dalla parrocchia. Tutto qui è talmente familiare che mi pare si possa rischiare un giro appena fuori dai cortili. Vengo accerchiato dai bambini in un attimo, così mi sono scatenato prima in grandi corse coi più piccoli di loro, poi coi più grandi ho provato a dividerli per farli giocare a calcio. Pallone nuovo di zecca, fischietto e forza di volontà. Le difficoltà di comunicazione non mi aiutano, ma ho trovato un ragazzino più sveglio e motivato, che inspiegabilmente mi capiva più velocemente degli altri, e mi ha fatto da interprete. Dividerli in squadre da undici è stato pressoché impossibile. Domani ci riproverò, anche se ammetto che a differenza di   12 anni fa e della mia esperienza in Madagascar, adesso sto accusando una stanchezza che non ricordavo; 4 ore di bambini tra gli 8 e i 13 anni, colpiscono! Domani, inizia il nostro tour, l’abbè Deo Gratias  in occasione della nostra visita che cade nel 25esimo del gemellaggio ha programmato una specie di giubileo, con un calendario fittissimo di impegni già dalla mattina. L’avventura è appena cominciata!

 

#tresonolecosedellaprimaimpressione

 

 

 

 

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Vivo a sudditunisi, dopo aver girato l'Italia per un po'. Sono zio di una regina degli elfi, tifo l'Inter dai tempi in cui perdevamo sempre, ma eravamo invincibili. Voto il Pd quasi per lo stesso motivo. Scrivo di pallone, ma ho un libro nel cassetto dal titolo goloso. Alè.

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