Quando le mamme crescono … vogliono una biblioteca!
Le bambine, ormai madri, ricordano le dita che scorrevano sui tesserini messi in ordine nello schedario, la curiosità per le parole dentro il libro che ,stretto al petto, si portavano a casa. Fantasticavano sulle storie chiuse nei titoli, nelle copertine, nel profumo delle pagine. Sono quelli i ricordi che guidano le madri di questa città, mutilata della sua biblioteca ormai da tanti anni.
Luogo di studio e ricerca insieme ai pari, si diventava grandi quando in gruppo si andava a studiare in biblioteca, un posto nuovo, grande, misterioso, in cui il sapere pungeva la curiosità. Solo un antidoto alla fame di cose ignote: leggere. Le mamme non sono più bambine, e piangono dentro in silenzio per una città che non crea cultura, anzi la uccide lentamente, nella discrezione degli affari politici, mai veramente pubblici e partecipati. E muoiono in silenzio gli immensi palazzi antichi, le chiese mute, i musei impolverati, le opere perse, il castello solitario: cose di cui tutti promettono di prendersi cura. Cose che non si sa se i nostri figli vedranno mai.
Alle promesse chi ci crede più ? Le mamme non si arrendono mai, sono stanche ma sono forti! Le mamme sanno prendersi cura delle cose piccole e delle cose che appaiono insignificanti, in una società in cui ogni cosa è dominata dall’interesse privato a discapito del benessere di tanti.
Le mamme credono ancora che la cultura non sia una cosa per ricchi, che l’arte deve essere per tutti, che i libri non devono essere letti solo da chi ha i soldi per comprarli, che i bambini devono crescere con le storie e con le illustrazioni che sembrano quadri. Perché le cose belle sono ovunque, anche dentro i libri, dentro le parole, dentro i colori che racchiudono. Le biblioteche nutrono. Le madri pure.