Indietro non si torna! L’associazione FareVerde di Vittoria fa il punto della situazione dopo le prime due settimane di raccolta differenziata nella città. Da giorno 20 marzo è partita infatti quella che è stata definita una “rivoluzione culturale” che rappresenta una grande opportunità di crescita civica e di risparmio economico per l’intera collettività.
“Sgombrando il campo dalle sterili polemiche troppo spesso strumentali -dichiarano i rappresentanti di FareVerde- a questa Amministrazione Comunale va dato atto che finalmente oggi in ogni famiglia, comunità scolastica ed impresa, si parli e si agisca per praticare questa azione virtuosa in senso ecologico, l’inizio di un processo evolutivo necessario per stare ai passi con la civiltà. Discutere di rifiuti significa anche interrogarsi sulle nostre abitudini di consumo, a cominciare dall’uso insensato di acqua minerale in bottiglie di plastica e di una serie infinita di oggetti e di prodotti che dopo pochi minuti diventano gli scarti di cui oggi molti si lamentano. Guardiamo in faccia la realtà, produciamo troppi rifiuti e dobbiamo iniziare a modificare i nostri consumi per ridurre il nostro impatto, non c’è altra via! La rilduzione a monte comporterebbe meno spreco di risorse ed un utile regalo alle generazioni future”.
I rappresentanti dell’associazione ambientalista sono convinti che servirà tempo, cooperazione ed impegno da parte di tutti e che saranno necessari alcuni correttivi riguardo l’organizzazione del servizio e la volontà politica di attivare una struttura essenziale come il Centro di Compostaggio in contrada Pozzo Bollente. “Bisognerà di pari passo affrontare -concludono- con la stessa volontà, la questione delle contrade agricole abitate da migliaia di “invisibili” , lavoratori, interi nuclei familiari non italiani che vivono ai margini, spesso in condizioni di degrado e disagio sociale. Occorre intervenire per porre fine all’illegalità diffusa ormai consolidata sopratutto nelle zone della fascia costiera, dove l’aspetto delle centinaia di microdiscariche e delle montagne di immondizia date quasi giornalmente alle fiamme, sono solo gli aspetti più evidenti di un problema molto più ampio e grave che fino ad oggi non si è mai affrontato. La crescita culturale verso la sostenibilità ecologica deve riguardare tutti gli abitanti del territorio, nel segno di una vera integrazione con gli stessi diritti e doveri nel rispetto della vita e del ambiente”.