Non sono stati i primi e purtroppo non saranno neanche gli ultimi ma domenica pomeriggio tre delle squadre più blasonate dell’isola hanno scritto una pagina “buia” del calcio siciliano.
Stiamo parlando di Ragusa, Licata e Modica che per motivi tutti riconducibili alla crisi societaria, ma in maniera differente hanno “disertato” i loro impegni domenicali.
Ragusa e Licata (per la formazione gialloblù è già la seconda rinuncia) non hanno “onorato” le trasferte di Agropoli e Torrecuso, ancora peggio ha fatto il Modica che non solo non è sceso in campo contro il Taormina, ma addirittura ha fatto trovare alla squadra messinese e alla terna arbitrale designata i cancelli del “Pietro Scollo” chiusi, facendo “arrossire” di vergogna la città della Contea che mai nella sua gloriosa storia aveva vissuto una simile umiliazione.
A Ragusa i giocatori sono stati gli unici professionisti che hanno cercato di resistere fino alla fine con tanta dignità e attaccamento alla maglia. Molti di loro, infatti, venuti nel capoluogo ibleo “onorati” di vestire una maglia di una piazza importante si sono ritrovati a non sapere nemmeno a chi rivolgersi per sapere del loro futuro, ma nonostante tutto il caos iniziato con Vito, proseguito con Savarese e con i tanti cambi di dirigenza e tecnici hanno provato a tenere duro, ma alla fine sono stati costretti alla resa. Per molti di loro il mese di dicembre è arrivato come una liberazione da un incubo. Da oggi e fino al 17, infatti, ci sarà il fuggi fuggi generale e l’incontro chiarificatore previsto per domani tra il Sindaco e il presidente Savarese non promette nulla di buono e potrebbe essere troppo tardivo.
Licata sta vivendo anche se in modo diverso la stessa situazione di Ragusa. Nella città agrigentina prima sono arrivati i capitali (solo chiacchiere) cinesi, poi la squadra è tornata alla vecchia dirigenza che in un primo momento si era fatta da parte, successivamente si è lavorato per l’ingresso di una nuova cordata, ma alla fine c’è stata la “fumata” nera con la situazione che ora è sotto gli occhi di tutti.
A Modica il tira è molla o meglio il “braccio di ferro” tra l’amministrazione comunale e la dirigenza uscente dura dal mese di ottobre. Piccole e grandi “scaramucce” che alla fine hanno portato alla rinuncia alla gara interna con il Taormina. Una vera e propria “coltellata” alle spalle di chi (il riferimento è soprattutto allo Zio Pietro) questa maglia l’ha sempre amata e l’ha onorata e fatta onorare. In questa vicenda hanno sbagliato tutti, ma tutti dovrebbero farsi un esame di coscienza e provare (bisognerebbe almeno tentarci) di evitare quello che nessuno vorrebbe succedesse (radiazione dai ruoli federali), ma che purtroppo è ormai dietro l’angolo. Anche a Modica lo “spettro” della fuga dei giocatori è più che una ipotesi (qualcuno ha già cambiato squadra), ma quello che interessa di più chiaramente ai tifosi in questo momento è di salvare (il titolo) quello che ormai è possibile salvare.