Randello, protervia e sudditanza. Una vicenda inquietante ed intricata

Una vicenda assai intricata , curiosa, inquietante ed emblematica.

Per coglierne i risvolti di questo “affaire” per nulla rassicuranti che vi si annidano, Fare Verde Vittoria  ritiene opportuno “seguire un percorso articolato dove i dettagli definiranno i contorni di una storia in cui la protervia del presunto potente si alimenta con la sudditanza di chi amministra la cosa pubblica.” 
Una protervia dall’iter avviato nel dicembre 2013, (questo è il dossier preparato dal gruppo ambientalista vittoriese) la cui pratica avente per oggetto: “Realizzazione di stabilimento balneare su demanio marittimo in contrada Randello riguardante la ditta Donnafugata Resort” SUAP 073/2013 risulta aperta.

“Tutto marcia per il verso giusto ed i pareri richiesti dal SUAP agli enti interessati per legge ( Forestale. Soprintendenza Genio Civile , ecc.), affluiscono spediti. Fino ad un certo momento.

La realizzazione di servizi igienici e fossa settica sulle dune in zona SIC, prevista in progetto risulta non percorribile.
La soluzione formale, cioè indicare la disponibilità dei bagni pubblici, distanti oltre un chilometro e già presenti nell’area attrezzata, garantito dall’UST già forestale, difficilmente può consentire il parere sanitario ed il nulla osta del SUAP.

Siamo intorno a metà di aprile, la pratica 073/13 e giace, nel limbo delle scartoffie.

I tempi però stringono; siamo arrivati ad inizio maggio e la concessione definitiva sembra lontana.

Si avanza richiesta e si ottiene (in giornata), una concessione temporanea per un mese (dal 15 giugno al 15 luglio), riguardante la realizzazione di una pedana per cerimonie di premiazioni sportive di qualche gara.
Una concessione tassativamente temporanea che potrebbe favorire lo sblocco della empasse .

Il richiedente ottiene l’acquisizione dell’area retro dunale , concessa dal Demanio Forestale (28 maggio), e potrebbe consentire l’inizio dei lavori di realizzazione della struttura .

Intanto ci si muove per l’acquisizione della concessione demaniale marittima quinquennale.
Si acquisisce il parere dell’Amministrazione Comunale che si dichiara favorevole alla realizzazione dell’opera, e che potremmo definire di “positiva compatibilità urbanistica” (20 maggio 2014) .Tanto basta per procedere alla richiesta presso l’ARTA Demanio Marittimo di Palermo della concessione definitiva. Mancano la concessione edilizia ed il nulla osta SUAP, ma probabilmente si confida nel buon cuore del Concedente.
Intanto sul territorio si opera; il 2 giugno c’è già la pedana realizzata sulla spiaggia ed una comunicazione di inizio lavori al Comune di Ragusa definita dal funzionario irrituale.

Si decide di accelerare i lavori. La stagione va verso l’estate. Gli aficionados di Randello documentano i fatti.

Dichiarazioni chiare del Sindaco, atti di impegno formale della Giunta Comunale, tutto sembra procedere bene. L’integrità di Randello sembra preservata. Ancora non è così purtroppo.

L’ordinanza di sospensione e ripristino, a seguito del verbale dei vigili urbani, risulterà successivamente ad una analisi attenta del documento, quanto meno controversa.

L’abuso non viene connesso al tentativo illegale di realizzare le strutture previste nella pratica 073/13 e oggetto della concessione demaniale quinquennale ancora da ottenere (come invece afferma il verbale dei vigili urbani), ma viene ,incomprensibilmente, perseguito sulla concessione temporanea destinata a cessare il 15 luglio.

Il 15 giugno il Richiedente ottiene la concessione demaniale quinquennale per la realizzazione dello stabilimento balneare – con la costruzione di uno chalet che ha casualmente posizionamento, forme e dimensioni uguali a quello che è al contempo ancora posto sotto sequestro, in attesa di essere rimosso , a Randello.
Tra i nulla osta di accompagnamento alla pratica, presso l’ARTA, non è presente la concessione edilizia comunale per realizzare le opere in progetto ne il parere dell’ASP per i servizi igienici.
Il dirigente comunale ha informato d’ufficio il Demanio Marittimo che il richiedente ha perpetrato l’ abuso edilizio. Ma la concessione, che da il diritto di utilizzo del bene pubblico almeno fino al 2019 viene rilasciata.
Appare evidente che non si può realizzare lo chalet, però la concessione per cui lo si deve fare c’è.
Il 25 giugno , non è noto con quali motivazioni, si avanza richiesta temporanea per poter posizionare, al posto dello chalet, dei lettini e delle sdraio.

In mattinata, questa deroga temporanea (anche essa come la pedana per le premiazioni) di durata limitata, 20 giorni come previsto dalla legge, viene concessa immediatamente.

A fine giugno ecco il punto sulla questione: il richiedente non può soddisfare alla sua stessa richiesta, oggetto della concessione demaniale, in quanto non può realizzare lo chalet.

Il luogo oggetto della concessione è sottoposto a sequestro, in attesa di rimozione del materiale, e dovrebbe essere transennato e segnalato.

Alcune delle autorizzazioni necessarie sono inesistenti, (il nulla osta SUAP, il parere sanitario, la concessione edilizia )oppure inefficaci (la concessione demaniale e la sua deroga temporanea per i lettini).
Altre concessioni , quelle relativa la rapporto con l’UST , non regolate correttamente.”

Ai posteri e alle generazioni future l’ardua sentenza.

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