Erano stati assolti dal gup del Tribunale di Palmi, a conclusione del processo con rito abbreviato, Antonio Brandimarte, 52 anni, Vincenzo Brandimarte, 30 anni, Davide Gentile, 26 anni, Giuseppe Forgione, 26 anni, Giovanni Priolo, 59 anni, tutti di Gioia Tauro e Giuseppe Brandimarte, 44 anni, di Rizziconi, accusati dell’omicidio di Giuseppe Priolo, avvenuto a Gioia Tauro il 26 febbraio del 2012.
La Procura di Palmi (pm Giulia Pantano) aveva chiesto l’ergastolo per i tre Barndimarte e Davide Gentile, e 14 anni di reclusione per Giuseppe Forgione e Giovanni Priolo.
Per gli inquirenti, gli imputati sarebbero stati i responsabili dei fatti di sangue che tra il 2011 e il 2013 hanno interessato Gioia Tauro. La scia di sangue sarebbe scaturita – secondo l’accusa – dall’omicidio di Vincenzo Priolo, freddato a colpi di pistola sulla Statale 111 nel luglio del 2011 da Vincenzo Perri.
La morte di Priolo, per la quale è stato condannato Vincenzo Perri, secondo l’accusa avrebbe dato il via ad una serie di delitti riconducibili ad una “faida” tra le due famiglie. Va ricordatto infatti (LEGGI L’ARTICOLO) che Vincenzo Priolo era sposato con Damiana Brandimarte (cugina di Vincenzo Perri e figlia del defunto Michele Brandimarte, ucciso a Vittoria il 14 dicembre scorso).
Proprio la relazione coniugale (poi interrotta con la separazione dalla Brandimarte), secondo quanto riportato dal sito“Casadellalegalità.it”, sarebbe l’origine della faida “per difendere l’onore della propria famiglia“.
Pochi giorni fa (giorno 16 febbraio) è iniziato davanti ai giudici della Seconda sezione della Corte d’Assise d’appello di Reggio Calabria (Roberto Lucisano presidente, Maria Luisa Crucitti consigliere), il processo di secondo grado. E’ Giuseppe Brandimarte ad essere accusato di essere il mandante dell’omicidio, mentre Antonio e Vincenzo Brandimarte sarebbero per l’accusa gli esecutori materiali, Davide Gentile avrebbe dato supporto logistico mettendo a disposizione il proprio deposito per la custodia delle armi e dell’autovettura di provenienza furtiva, utillizzati nel corso dell’agguato. Per quanto riguarda Giovanni Priolo e Giuseppe Forgione, sono chiamati a rispondere del tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, avvenuto a Gioia Tauro, il 14 dicembre del 2011.
Per la pubblica accusa l’omicidio di Giuseppe Priolo sarebbe avvenuto nell’ambito di una faida tra due gruppi (e famiglie) contrapposti.
Giuseppe Brandimarte avrebbe ordinato l’omicidio di Giuseppe Priolo, in risposta all’agguato che subì il 14 dicembre 2011.
Giuseppe Priolo, invece, cadde sotto i colpi dei sicari il 26 febbraio 2012, intorno alle ore 7.30, in Largo Trieste di Gioia Tauro. Furono diversi i colpi di fucile automatico calibro 12 caricato a pallettoni e di un revolver calibro 357, ad essere esplosi.
Il processo è iniziato con la lettura della relazione ed è stato rinviato all’udienza del 4 marzo prossimo, quando sarà prevista la requisitoria del sostituto procuratore generale Fulvio Rizzo.
Foto degli imputati, arrestati all’epoca dei fatti: