Salvatore Giuliano a Pachino: dall’investitura di Pinuccio Trigila al tentativo di eleggere il Sindaco

“Ora, quando esce Turi… Turi Giuliano… gli dico: ‘tutte le situazioni di là (del comprensorio di Pachino), prenditele nelle mani, prenditi tutto in mano”.

A parlare è il capo clan Antonio (detto Pinuccio) Trigila che, in un colloquio in carcere precedente all’uscita di galera di Salvatore Giuliano, indica in lui per Pachino (e comprensorio) la responsabilità dell’organizzazione criminale.

Pachino rappresenta una delle zone emergenziali della parte meridionale dell’aretuseo, soprattutto sotto il profilo economico, essendo terreno di grandi investimenti, ma non va dimenticato come, fino a non molto tempo fa, si sia ritornato a sparare in città.

Salvatore (detto Turi) Giuliano, come già scritto nel precedente articolo (LEGGI), ha un pedigree criminale di tutto rispetto ed è, va ricordato, già condannato per associazione a delinquere di tipo mafioso.

La bramosia di potere del Giuliano lo avrebbe portato, addirittura, a tentare il “colpaccio”: fare eleggere, nel corso delle scorse elezioni amministrative, un Sindaco a lui gradito.

Era chiaro il tentativo di Giuliano di ottenere favori dall’amministrazione comunale, quali l’aggiudicazione d’appalti, commesse a trattativa privata, posti di lavoro ed altre attività”. E’ quanto si può leggere in un atto ufficiale del quale siamo in possesso.

Il progetto di Salvatore Giuliano non è riuscito per quanto concerne il Sindaco, la stessa cosa non si può dire con certezza per il consiglio comunale.

IL COMANDO NUOVAMENTE A GIULIANO

A Pachino, durante la lunga carcerazione di Giuliano, il reggente del clan era Salvatore Collura. Lo stesso Collura, però, avrebbe fortemente deluso il capo, Pinuccio Trigila.

Collura si occupava in prima persona del traffico di stupefacenti e, per quanto riguarda i profitti, ne avrebbe dato parte importante a Graziano Buonora (genero del Trigila, in quanto compagno della figlia Angela) e Nunziatina Bianca (da citare un nuovo canale di approvvigionamento voluto direttamente da Pinuccio che avrebbe ordinato dal carcere. Ci riferiamo ad una nuova rotta, pattuita con alcuni calabresi dei quali parleremo più avanti). E, sempre Collura, aveva il compito, prima del suo arresto, di portare avanti estorsioni e video poker della zona di Pachino.

LE ESTORSIONI ED I VIDEO POKER

Una delle voci più importanti nel bilancio del clan Trigila, per quanto riguarda il comprensorio di Pachino, è certamente data dalle estorsioni.

Le estorsioni del clan riguardano diversi comparti.

Innanzitutto va citato l’importante produzione di ortofrutta presente in loco che produce al clan enormi entrate mensili.

Parlando in soldoni: si va dal 3% che molti imprenditori sono costretti a pagare sulla produzione dei prodotti agricoli (che ricordiamo essere di svariate centinaia di chili, giusto per avere un’idea), fino ai trasporti di cui i produttori sono obbligati a servirsi.

Sui prodotti dell’ortofrutta spiccano le estorsioni sul pomodoro ciliegino e sulle angurie.

La cosiddetta campagna delle angurie frutta al clan decine di migliaia di euro. Per monopolizzare il settore delle angurie prima (dell’arresto) Waldker (Rino) Albergo e poi i successivi referenti del clan avrebbero affidato ad una ditta su tutte il compito.

Ultima voce nel capito estorsioni è quella relativa ai parcheggi a Marzamemi, ancora oggi presenti e che assicurano al clan un grande introito.

Purtroppo va detto che sono molto pochi gli imprenditori che denunciano a fronte dei tantissimi che pagano le estorsioni.

Questo fenomeno dipende da due fattori: il primo è la cifra dell’estorsione che spesso ammonta a poche centinaia di euro, il secondo è rappresentato dalla forza d’intimidazione del clan.

L’accordo sulle attività illecite a Pachino, è dimostrato, infine, dalla gestione dei video poker al quale tiene in prima persona il “capo” Antonino Pinuccio Trigila.

Le macchinette “mangia soldi”, gestite illegalmente su piazza, fruttano migliaia di euro al clan. Proprio per volere di Pinuccio Trigila la gestione passa di mano, da Gaetano Liuzzo Scorpo a (prima del suo arresto) Salvatore Collura. E’ sempre Pinuccio a comandare che una parte degli ingenti guadagni (400 euro al mese), vadano direttamente alla moglie Nunziatina Bianca e ad Angela, la figlia. Non passando dalla cassa comune del clan (dato da non reputare secondario…).

I TRASPORTI

Si, sempre i trasporti, il legame forte fra le criminalità locali, nel caso in specie il clan Trigila, i catanesi e gli immancabili casalesi.

Parlando di trasporti non si può non fare riferimento a tre personaggi centrali (già coinvolti nell’operazione “Ciliegino” della Polizia di Stato, su segnalazione della locale e fattiva associazione Antiracket):

Carlo Massa
Carlo Massa

Carlo Massa, residente a Ispica, personaggio da sempre vicino alla famiglia Trigila, referente della ditta di autotrasporti “Napoli Trans”.

Santo Spadaro, deceduto da poco, è stato titolare della “Due Esse Srl”, particolarmente conosciuto ed attivo nel comprensorio di Pachino, per la sua collaborazione con diverse agenzie di trasporto e con varie aziende del settore agricolo che lo avevano portato ad ottenere l’egemonia nel settore degli autotrasporti in questa zona sud della provincia siracusana.

Giuseppe Caruso (detto u caliddu), da sempre particolarmente legato soprattutto a Michele Crapula ed al gruppo da lui capeggiato. Anche lui coinvolto nell’operazione “Ciliegino”, ha intrapreso l’attività di raccolta e smistamento di prodotti orto-frutticoli e del relativo trasporto su ruote proprio dopo esser stato designato dai capi come “responsabile” dell’attività inerente gli autotrasporti. Proprio il Caruso sarà fondamentale per alcuni suoi “agganci” politici importanti.

Infine merita di essere citato un accordo voluto direttamente da Pinuccio Trigila e riguarderebbe la ditta di autotrasporti “Rapisarda” di Paternò il cui responsabile, Turi Rapisarda, è stato tratto in arresto nell’operazione “Baraonda”.

Dopo l’operazione “Ciliegino” il comparto sta per essere riorganizzato, con alcuni storici appena citati.

L’USURA

In un momento di gravissima crisi sociale, di grande rilievo assume l’attività d’usura. Sono molti i piccoli imprenditori che, strozzati dalla pesantezza della crisi e dai balzelli, si sono consegnati agli usurai. Spesso in giacca e cravatta, con volti e nomi insospettabili ma, secondo i bene informati, non rendendo estranei i componenti del clan.

LE ALTRE ATTIVITA’ DEL CLAN TRIGILA A PACHINO

Su tutte la gestione della droga parleremo in un prossimo articolo univoco per tutta la zona meridionale della provincia di Siracusa ma, va detto, come in atto vi sia un tentativo di accordo fra i responsabili della zona ed i vittoriesi per l’approvvigionamento di marijuana.

Altra fondamentale attività per il clan sono certamente le bische clandestine.

In questa, come in altre, impegnati sono i “luogotenenti” di Giuliano, i fratelli Aprile Giovanni e Giuseppe (oltre ai coinvolti nell’operazione Nemesi e successivamente condannati, Giovanni Tuminello e Davide Russo).

Ruolo importante ha avuto anche Benedetto Cannata che, proprio da “Nemesi”, si vede incaricato dal recupero crediti a Pachino e Portopalo e come ragioniere nella gestione delle bische.

Il fresco profumo della libertà, data dalla denunce, è quanto servirebbe per far vincere la parte buona di Pachino, cioè quella rappresentata dalla stragrande maggioranza dei cittadini: basterebbe iniziare da qui per contribuire a liberare Pachino da queste presenze.

Basterebbe comprendere come questi malacarne grazie alle denunce, all’aiuto dell’associazione Antiracket ed all’azione delle forze dell’Ordine, possano essere assicurati alle Patrie galere.

Lo Stato siamo tutti noi e, d’altronde, questi signori, sono leoni prima ed agnellini poi!

1 commento

  1. salve sono carmelo sono un vostro lettore da poco gradirei avere delle notizie della guerra di fuoco degli anni 1980 fino ad oggi i morti ammazzati a pachino grazie

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