Il sanguinario capomafia Nello Nardo rimane al carcere duro per mafia, lo ha deciso la Cassazione

Il sanguinario capomafia Sebastiano (detto Nello) Nardo rimane al 41bis, ovvero al carcere duro per mafia.

Il “blindato” della porta del carcere duro (quello che non permette comunicazioni con l’esterno e che costringe i boss, nei fatti, ad essere “murati vivi” in galera) per Nardo rimarrà chiuso ancora per tanto tempo. 

E’ quanto ha deciso la Corte di Cassazione (settima sezione Penale, numero 1598).

Nello Nardo, condannato per mafia e per cinque omicidi (molti di più sono stati quelli per cui è stato indagato e processato) è in galera da svariati anni e per il Tribunale di Sorveglianza di Roma:

“la pur lunga detenzione non ha affievolito i rischi di mantenimento dei contatti con l’organizzazione mafiosa di provenienza, ancora attiva nella provincia di Siracusa (in riferimento ad emergenze investigative citate nel provvedimento). Ciò in rapporto al ruolo verticistico ricoperto dal Nardo Sebastiano, condannato in via definitiva per il reato associative e cinque episodi di omicidio”.

La Suprema Corte ha evidenziato come, nel ricorso presentato dal difensore di Nello Nardo,

“sono indicati precisi elementi circa la persistenza del consorzio criminoso nel territorio di provenienza del Nardo, la cui valenza dimostrativa in modo non irragionevole è stata posta alia base del rigetto del reclamo”.

Nardo, secondo il racconto di collaboratori di Giustizia ed indagini, è l’unico mafioso siracusano ad aver partecipato a riunioni della “cupola” di cosa nostra comandata da Totò Riina.

Considerare il clan Nardo (che opera fra Lentini ed Augusta) come un clan siracusano è esatto solo per la provenienza geografica, poichè sarebbe molto più chiaro e giusto considerarlo come una costola del clan  catanese di Nitto Santapaola (compare proprio di Nello Nardo).

Ancora una volta, per chi non ci credesse, la Giustizia ha dimostrato di essere più forte di un boss diventato oramai fantasma e che, come i suoi illustri predecessori, aspetterà la fine dei suoi giorni al carcere duro, lontano da ricchezze ed affetti familiari.

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Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

2 COMMENTI

  1. Lentini è un paese della provincia di Siracusa ma i lentinesi si sentono Catanesi al 100 %, sia per mentalità che per modi di fare, il clan Nardo prende il nome dal boss Nello Nardo di cui l’articolo sopra, per anni e anni le estorsioni ed i reati più gravi fino agli omicidi si sono consumati a suo nome, il 41 bis per lui e per i suoi seguaci è il minimo che si possa dare a chi ha messo in piedi un’organizzazione come quella capace di cambiare il corso della vita a molti giovani Lentinesi come me, rovinare famiglie, distruggere aziende, commissionare assassini, mettere in ginocchio un paese intero anche da dietro le sbarre, il 41 bis è il minimo, peccato l’acqua che ti bevi Nardo non meriti neanche questa…

  2. Sono basito, il mio papà, lentinese, si ribalta nella tomba nel sapere ciò.
    A Lentini ho passato parte della mia infanzia estiva, ed era bellissima. La piazza, la villa e la vecchia Atletico Leonzio, ora in mano a…… e per giunta con il nome dello stadio in onore di ……
    che tristezza

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