Il 10 marzo si comincia. E nel frattempo i mafiosi (o presunti tali) rimangono in galera. E’ questo il sunto di quanto è accaduto e sta per accadere vista la decisione della Cassazione che ha rigettato i ricorsi sulla mancata scarcerazione degli sciclitani Franco, Gianni e Ignazio Mormina e Ugo Lutri che, dunque, restano detenuti.
Franco Mormina che si auto definiva “u Trinchiti”, ritenuto il capo mafia della (presunta) organizzazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata all’estorsione, truffa, furto e violenza privata, ha lasciato il carcere di Agrigento ed è ricoverato all’Ospedale “Cannizzaro” di Catania per gravi motivi di salute.
E’ fissata per il 10 marzo, invece, l’udienza del processo davanti al Giudice per le udienze preliminari presso il Tribunale di Catania.
La Cassazione si era espressa negativamente, come si riferiva, sui ricorsi, dopo il rigetto da parte del Tribunale del Riesame di Catania circa la remissione in libertà. Franco Mormina è fratello di Gianni e padre di Ignazio.
Per Ugo Lutri, 55 anni, dopo il diniego dei magistrati capitolini, l’avvocato Riccotti, era andato anche davanti al Tribunale della Libertà ma l’esito non è stato diverso.
Nella vicenda Giacomo Fidone, 45 anni, già detenuto per altra causa, davanti al Riesame aveva ottenuto l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare per questa indagine. Secondo l’accusa avrebbero gestito, impropriamente, il settore di igiene ambientale a Scicli, con dolo, in danno dell’Ecoseib.
Nell’operazione denominata “Eco” ci sono altri sei indagati tra cui il dimissionario sindaco di Scicli, Franco Susino, anche lui chiamato a comparire il 10 marzo davanti al gup.