Deve rispondere del reato di resistenza a pubblico ufficiale, Franco Mormina (u trinchiti), capomafia di Scicli, al 41bis (carcere duro). Gli si contesta di avere messo in atto comportamenti volti ad impedire una perquisizione, il 6 maggio 2012, nella sua abitazione a Scicli.
Ieri davanti al got Aprile i testi citati dal pm. I rappresentanti delle forze dell’ordine nel ricostruire la vicenda hanno riferito delle minacce subite. Franco Mormina non era sul posto al momento dell’accesso all’area da parte delle forze dell’ordine. Secondo quanto riferiscono i testi, arrivo’ dopo una trentina di minuti, chiamato dal figlio Ignazio o dalla compagna e dal fratello Giovanni.
Molti i presenti nell’area perché vi insisteva anche il cantiere della ditta Busso che a Scicli all’epoca si occupava della raccolta dei rifiuti.
I testimoni riferendo delle minacce rivolte soprattutto a due rappresentanti delle forze dell’ordine – “ti prendo a schiaffi”, “aspetto di trovarti solo” – su richiesta dell’avvocato Rinaldo Occhipinti hanno detto che l’uomo è andato in escandescenze ritardando in questo modo l’inizio delle operazioni e che i suoi famigliari tentavano di calmarlo. Occhipinti ha chiesto ai testi se hanno sentito qualcuno applaudire all’arrivo di Mormina. Ma tutti negano la circostanza.
In conclusione, spontanee dichiarazioni di Franco Mormina collegato in videoconferenza: “mi ha chiamato mio figlio, e quando sono arrivato lì mi hanno fatto un applauso. Mi sono innervosito, ma niente di che. Prima mi hanno provocato loro. Non ho mai impedito loro di entrare, anche gli operai hanno visto tutto. Le forze dell’ordine erano lì a fare il loro lavoro, io il mio che era fare uscire la ditta”.
[…] originariamente legato alla famiglia Gesso di Scicli, è stato più volte arrestato per minacce (legate soprattutto al monopolio sull’affissione dei manifesti elettorali), estorsioni, […]