L’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per il sindaco di Scicli Franco Susino resta in piedi.
E’ la notizia più importante che arriva dall’avviso di conclusione indagini dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, che a giorni potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per le undici persone indagate.
Oltre a Franco Susino, l’avviso di conclusione indagini è arrivato per Franco Mormina, Ignazio Mormina, Giovanni Mormina, Giacomo Fidone, Ugo Lutri, Renzo Gazzè, Lorenzo Trovato, Giovanni Di Stefano, Bartolomeo Cannella, Vincenzo Tumino.
I carabinieri di Modica, ai quali la Dda ha delegato le indagini, ipotizzano il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, truffe, minacce, reati aggravati.
La conclusione delle indagini e l’avviso di conclusione segnano un passaggio decisivo dell’iter istruttorio che vedrà con ogni probabilità la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero. Sarà poi il Gip a decidere l’eventuale rinvio a giudizio.
Esisterebbero sufficienti elementi di prova sull’esistenza di un sodalizio criminale di stampo mafioso operante a Scicli, promosso e capeggiato da Franco Mormina, soprannominato “u trinchiti”.
L’organizzazione criminale facente capo anche ad alcuni suoi parenti, avrebbe assunto il controllo della ditta Ecoseib, che ha in appalto dal 21 ottobre 2010 il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani e di cui i Mormina erano operai.
Quali erano le fonti di approvvigionamento del denaro per Mormina?
Le intimidazioni dirette e indirette nei confronti del titolare, del capo cantiere e di alcuni degli operai costringevano l’imprenditore titolare dell’azienda ad assoggettarsi alle estorsioni per ottenere indebiti profitti mediante la falsa rendicontazione delle spese del carburante, le assunzioni di alcune persone o addirittura il licenziamento di altre.
Il sodalizio, inoltre, avrebbe monopolizzato le affissioni dei manifesti elettorali dei candidati alle elezioni amministrative del maggio 2012 del Comune di Scicli.
Dalle indagini a carico di Franco Susino, invece, sarebbe emerso che pur senza far parte dell’associazione criminale, Susino, col proprio operato, avrebbe favorito le finalità illecite e il rafforzamento dell’infiltrazione nel settore dei rifiuti, sia nella fase in cui era un candidato sindaco, che, successivamente, nella veste di primo cittadino. Accuse che lo stesso Susino e il suo avvocato, Cesare Borrometi, hanno sempre rigettato.
A questo punto si attende di capire cosa farà l’avvocato Bartolo Iacono, il quale aveva annunciato che nel caso Susino risultasse indagato avrebbe rinunciato a difendere l’ente pubblico, data la grande esposizione mediatica e politica di cui lo stesso Iacono si è reso protagonista negli ultimi mesi.
La conclusione delle indagini, con i risvolti di cui vi abbiamo dato cenno, non potrà essere ignorato nel quadro complessivo oggi al vaglio della triade che valuterà lo scioglimento del Comune.