Le motivazioni che hanno portato al rinvio a giudizio per Franco Mormina, Giovanni Mormina, Ignazio Mormina, Ugo Lutri, Giacomo Fidone, Renzo Gazze’, Lorenzo Trovato, Giovanni Di Stefano, Bartolomeo Cannella, Vincenzo Tumino e Francesco Susino, sono chiarissime e molto circostanziate dal Sostituto Procuratore della Direzione DIstrettuale Antimafia di Catania, dottoressa Valentina Sincero.
Non si può che partire dalle parole di “accompagnamento” per colui che viene individuato come il capo mafia della città di Scicli, oggi al 41 bis, Franco Mormina, personaggio che ha la colpa di aver rovinato l’immagine della meravigliosa Scicli e che si è auto proclamato Franco U Trinchiti.
Insieme a Franco Mormina, il figlio Ignazio Mormina, il fratello Giovanni Mormina, Giacomo Fidone e Ugo Lutri.
Per tutti viene contestato il reato di associazione mafiosa “operante nel territorio di sci, finalizzata, mediante la forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento di omertà che ne deriva alla commissione di una serie indeterminata di delitti fra cui estorsioni, violenze private, ed altro, ed altresì all’acquisizione del predominio criminale sul territorio ed all’infiltrazione nelle attività di impresa al fine di acquisirne il controllo di fatto, così da poter realizzare profitti e vantaggi ingiusti.
Solo per Franco Mormina e Giacomo Fidone, viene contestato lo “schiaffeggiamento di Gianfranco Ficili, rivenditore di autovetture in Scicli” e successivamente “ minacciandolo di distruggere l’autosalone di sua proprietà, costringevano a consegnare un’autovettura Audi”.
Per il solo Franco Mormina si hanno svariati altri reati. Ad iniziare dal “concorso e riunione con Giudice Franco e altre persone rimaste ignote, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, con minacce consistite nel recapitare o far recapitare proiettili e nel collocare contenitori di benzina dinanzi ai locali della ditta ECO SEIB Srl, nel danneggiare e/o far danneggiare i veicoli dell’azienda e/o nel rubare e far rubare i materiali, costringeva Giuseppe Busso , titolare della ditta, a trasferire il luogo di ricovero dei veicoli dell’azienda presso uno spiazzo nella sua disponibilità ed a affidarne a lui la custodia”.
Di Franco Giudice, attuale responsabile del cantiere della Raccolta di Rifiuti, ci eravamo occupati qualche tempo fa (LEGGI L’ARTICOLO) ed è una grossa anomalia che lo stesso Franco Giudice rimanga al suo posto, nonostante tutto.
Per Franco Mormina vi è l’aggravante “di aver commesso il fatto con metodo mafioso per acquisire im modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche e di appalti pubblici ed al fine di affermare il predominio nel territorio del sodalizio mafioso retto da lui”.
Sempre per Franco Mormina vi è l’accusa di aver posto “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso con minacce consistite nel pretendere immediata soddisfazione delle richieste che avanza a riconoscergli tre rapide promozioni nonché ad assumere presso la ditta il figlio Ignazio Mormina, il fratello Giovanni Mormina, la convivente Felicia Paolino e Giovanna Lutri, figlia di Ugo Lutri.
Fra gli altri, per Bartolomeo Cannella il reato di favoreggiamento per aver aiutato Franco e Ignazio Mormina ad eludere le indagini, provvedendo a sorvegliare la Caserma dei Carabinieri al fine di accertare se Luigi e Bartolomeo Paolino si fossero recati a denunciare le violenze subite.
Pesanti le contestazioni all’ex Sindaco, Francesco Susino che ne hanno causato il rinvio a giudizio.
Francesco Susino “perché con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso e agendo in tempi diversi, concorreva, senza farne parte, nell’associazione mafiosa operante in Scicli, composta da Mormina Franco, Mormina Ignazio, Mormina Giovanni, Fidone Giacomo e Lutri Ugo.
Contribuendo a far raggiungere le finalità illecite di tale associazione e favorendone, in particolare, il rafforzamento delle capacità operative nel settore della raccolta dei Rsu; ciò in quanto, nella veste di sindaco della città e candidato alle elezioni comunali di Scicli svoltesi nel maggio 2012, si accordava con Mormina Franco ed esponenti di spicco del clan a lui riferibile, ottenendone l’appoggio nella competizione elettorale e l’ausilio nella raccolta di consensi e di voti, fornendo in cambio loro:
– Già prima e durante la campagna elettorale:
L’impegno (manifestato in seno al ripetuti contatti personali e telefonici con il Mormina e con Fidone Giacomo) di affidare loro la sua campagna elettorale, in particolare l’attività di affissione di manifesti elettorali, relativi alla sua candidatura quale sindaco di Scicli e, una volta eletto, ad attivarsi – mediante la strumentalizzazione dell’attività politica e delle proprie pubbliche funzioni di amministratori della stessa area politica – per far ottenere l’affidamento diretto o in sub appalto della esecuzione di lavori pubblici, la stipula di vantaggiosi contratti con la pubblica amministrazione, concessioni, licenze, finanziamenti, posti di lavoro in favore dei partecipanti al sodalizio criminoso, di persone ad essi contigue e di imprese ad essi riconducibili;
– Dopo l’elezione a sindaco di Scicli:
Una condotta, costituita da ripetuti e confidenziali contatti personali e telefonici, che, in coerenza ad esecuzione degli impegni presi con il Mormina, prima delle elezioni, assicurava a questi un filo diretto extra istituzionale tale da rafforzare la sua capacità operativa nel settore dei lavori pubblici, in particolare della raccolta dei RSU, agevolando, in funzione della sua carica, l’ascesa di Mormina Franco e dei suoi prossimi congiunti, nei vertici della ditta ECO SEIB Srl, addetta alla raccolta dei RSU per conto del Comune di Scicli, in cui Mormina Franco, sfruttando l’appoggio istituzionale garantito dal Susino, faceva assumere come dipendenti i suoi prossimi congiunti nella specie Mormina Giovanni e Mormina Ignazio e la figlia di Lutri Ugo, facendo licenziare i dipendenti che tentavano di opporsi alla sua gestione di fatto e otteneva un canale preferenziale per i pagamenti dei mandati relativi gli stipendi dei dipendenti della ECO SEIB srl”.
La prima udienza del processo, aperto l’8 maggio scorso, è stata aggiornata alle prossime due, quelle del 12 giugno e 23 ottobre.
Le persone offese sono: Giuseppe Busso, Paolo Gallo, Francesco D’Ippolito, Giovanni Riccotti, Giuliano Trovato, Giovanni Paolino, Bartolomeo Paolino, Luigi Paolino, Gianfranco Ficili e l’Inail.