Il sodalizio criminale operante a Scicli (del quale abbiamo già parlato nei precedenti articoli PRIMO – SECONDO – TERZO) si sarebbe sempre garantito – secondo quanto emerso dalle indagini svolte dai Carabinieri di Modica – cospicui introiti dalla gestione del traffico e dello spaccio di stupefacenti (cocaina ed hashish).
Il gruppo, come vedremo, ha operato principalmente nel territorio del comune di Scicli, ma avrebbe anche rifornito e spacciato, tramite proprio “personale di fiducia”, soprattutto in quelli di Pozzallo, Ispica e Modica.
Anche in tale settore i promotori del traffico della droga sono stati individuati in Franco Mormina (u Trinchiti) e Roberto Gesso.
Le indagini, supportate da numerose intercettazioni telefoniche e tra presenti, hanno permesso agli inquirenti di individuare sia i membri del sodalizio, sia gli specifici ruoli ricoperti.
Li riportiamo, in un elenco specifico:
- Franco Mormina e Roberto Gesso, sarebbero stati i promotori ed organizzatori dell’associazione, nonché procacciatori, presso i rispettivi fornitori, di cospicue partite di cocaina ed hashish;
- Ignazio Mormina e Cristian Carnemolla, avrebbero aiutato gli organizzatori in prima persona e sarebbero stati gli “addetti sia allo spaccio di droga sia alla riscossione dei proventi”;
- Elisa Iabichino e Felicia Paolino, avrebbero aiutato direttamente Franco Mormina, Ignazio Mormina e Cristian Carnemolla;
- Gaetano Magro, sarebbe stato il finanziatore di Franco Mormina nell’acquisto delle sostanze stupefacenti destinate allo spaccio;
- Fulvio Mormina, Massimiliano Gesso, Mauro Gesso e Luigi Musumeci, presunti aiutanti diretti, procacciatori presso i loro fornitori e addetti allo spaccio di cocaina ed hashish;
- Marilena Cavallini, presunta aiutante diretta di Fulvio Mormina, Roberto Gesso e Luigi Musumeci;
- Guglielmo Verdirame, presunto finanziatore per l’acquisto di partite di cocaina ed hashish ed addetto allo spaccio;
- Franco Marinero, (presunto) spacciatore;
Il sodalizio, nel complessivo periodo d’indagine (già riferito nei precedenti articoli), avrebbe acquistato e smerciato consistenti partite di droga, rappresentando un “sicuro” punto di riferimento per molti soggetti gravitanti in questo territorio, operanti nello smercio e nel consumo di sostanze stupefacenti.
Le “centrali” della droga, stando a quanto contenuto nelle carte d’inchiesta, sarebbero state più di una e sempre presidiate, notte e giorno, da affiliati:
si andrebbe dalla casa di contrada Licozia, appartenente a Fulvio Mormina, sino a quelle di Franco Mormina, in Contrada Pagliarelli, via Borgia di Cava d’Aliga, successivamente divenuta l’abitazione di Ignazio Mormina e di via Zanardelli nel centro abitato di Scicli, per ultimare con il bar “Ultimo Caffè” di via Mentana di Scicli, che era gestito dai fratelli Gesso Massimiliano e Mauro, i quali, dopo l’arresto del fratello Roberto, lo avrebbero utilizzavano assieme a Luigi Musumeci come nascondiglio dei quantitativi di droga pronti da smerciare e quindi quale luogo di riferimento per i loro acquirenti.
Dal lavoro di indagine dei Carabinieri di Modica, a riscontro (e forse anche a conferma della “scarsa” preoccupazione che gli interessati avevano nel lasciare tracce dei loro traffici) di prova, sono stati trovati pagamenti tracciati.
Alcuni dei pagamenti sarebbero stati effettuati con vaglia postale da Marilena Cavallini ed individuati nell’ufficio postale di Scicli, in favore dei napoletani dai quali si sarebbe rifornito il gruppo ed intestati a Patrizia Landolfi, moglie di Gennaro D’Affeo (da quest’ultimo l’associazione si sarebbe rifornita di partite di cocaina).
I proventi della droga e le “frizioni” all’interno del gruppo
E’ da una conversazione registrata all’interno di una autovettura, tra Fulvio Mormina e Luigi Musumeci, che si riesce a comprendere i guadagni che, però, spesso erano frutto di lamentele fra i soci. Da questa intercettazione si comprende anche come, per un certo periodo, la consorteria si sia divisa in due gruppi, da un lato i Mormina, dall’altro i Gesso. Frattura poi, stando alle carte d’indagine, sarebbe stata sanata.
FULVIO: Rischiamo solo otto, dieci anni niente meno. Io almeno dentro… non dico il benessere ma..
LUIGI: hai i bambini, hai una famiglia. Io ancora, ancora ….
FULVIO: io quando salivo e scendevo ormai… due giorni prima che mi mettevo con voi …
LUIGI: sì, li guadagnavi i soldi.
FULVIO: con 500 ne prendevo 800 e due tiri per me bastavano per la nottata.
LUIGI: lo so.
FULVIO: in un giorno guadagnavo 400euro.
LUIGI: sì, lo so. Allora che ti dico. E uno non si arrischia tutto questo bordello, questi soci.
FULVIO: ora di questi lui (ndr GESSO Roberto) ha preso … erano 1800 € perché ha preso 1400 € li ha presi ieri e 400 € se li è portati l’altra sera a giocare. 1800, giusto? Però mettiamo 1400 perché … mettiamo 1000 perché 400, 300 le ha messe per le spese, 400 li abbiamo dati a Giovanni. Mettiamo 1000 e 900 di Mauro (GESSO) 1900. Questo ha preso per ora. Con questi abbiamo fatto noi molto danno per tirare. Poi palline ne regala molte, io l’ho visto.
LUIGI: lo so.
FULVIO: regalare non dobbiamo regalare niente. Qua la galera non è gratis, poi tutta sta gente che gli regala …
LUIGI: a me non mi conviene fare questo rischio, Fulvio, è per il piatto di pasta, per il tiro? Ma che scherziamo?
FULVIO: non conviene nemmeno
LUIGI: ma io sto a casa sto bene, non ho questi problemi.
FULVIO: e non conviene nemmeno mettersi a lavorare perché tu non hai capito …
LUIGI: no io lo so che danno abbiamo fatto (…) ma dove sono questi soldi? Chi se li è presi? Io a natale ho campato con le 200euro di mia zia e 100€ li ho vinti a carte. Gliene ho dati a natale io a lui soldi. Dovrei avere i soldi pieni di soldi. Qua il morso è grosso, ragazzi. Ma che scherziamo. Lui si fa i “cazzicieddi” suoi, si carica le bombole.
Luigi Musumeci, secondo i “resoconti” delle intercettazioni, realizzate dai Carabinieri di Modica, avrebbe continuato a dire che dei traffici di droga non ha guadagnato nulla, anzi ha rimesso soldi e rischiato inutilmente, “mentre con gli introiti Roberto Gesso ha pagato gli assegni del negozio”.
LUIGI: piuttosto, qua abbiamo fatto la fine che hai fatto tu con i tuoi fratelli. Più bene faccio e più… e quello è buono che gli ruba, quel merda (ndr MARINERO Franco). Allora me ne sto a casa e poi gli racconta a mia madre che ha fatto la sbirra.
Franco Mormina riesce a “sfuggire” ai Carabinieri
L’episodio è raccontato dallo stesso Franco Mormina a Luigi Musumeci ed a Roberto Gesso.
Mormina racconta che, mentre si trovava a bordo dell’autovettura condotta da Christian Carnemolla, era sfuggito al controllo dei Carabinieri. Racconta poi che nella circostanza stava trasportando cocaina e che, per non farsela trovare addosso, aveva dovuto gettarne una parte dal finestrino, mentre la rimanenza l’aveva ingoiata.
FRANCO: perché con chi l’ho fatto il movimento? Con Ciccio (ndr CARNEMOLLA Christian). Me li sono inghiottito. Con Ciccio Christian. Cinque li ho ingoiati e cinque li ho gettati. Ancora li sto cercando e non li ho potuti trovare. È da mezzora che li cerco qua nell’erba. Non lo so cosa mi succede. Sono con lo scotch.
ROBERTO: come con lo scotch?
FRANCO: li ho ingoiati.
ROBERTO: la getti dal culo. …io l’ho gettata dal culo.
Sempre nella stessa telefonata, i tre comprendono di essere intercettati e temono anche che una persona abbia fatto una soffiata ai Carabinieri. Nei confronti di questo, Roberto Gesso dice di volerlo pestare insieme al figlio. Nell’occasione Roberto Gesso suggerisce a Franco Mormina di sviare le attenzioni dei Carabinieri, offrendogli per il trasporto della cocaina l’autovettura della moglie. Gli inquirenti riportano tale conversazione per far comprendere come solido fosse il legame fra i consociati.
FRANCO: per ora ce li ho addosso. Bello, tutte disgrazie.
ROBERTO: ma tu con chi te ne sei andato?
FRANCO: me ne sono con una macchina diversa.
LUIGI: come se ne sono accorti? Erano con la Punto.
FRANCO: no, mi aspettavano qua.
ROBERTO: erano quelli di Sampieri (ndr i carabinieri)?
FRANCO: sì.
ROBERTO: allora ti hanno intercettato.
FRANCO: hanno intercettato le telefonate.
A questo punto i tre parlano del presunto soggetto che avrebbe fatto la soffiata.
ROBERTO: ha parlato a “matula”. Ma io a questo non lo conosco. Me lo devono far vedere in faccia.
MORMINA: è infame, vedi.
ROBERTO: gli devo dare due colpi di bastone alla schiena. Di notte, incappucciato. Lo devo mandare all’ospedale a lui e suo padre.
MORMINA: quella volta ha fatto una infamità con mio cugino.
ROBERTO: a questo gli devo dare legnate.
MORMINA: state attenti perché …
ROBERTO: no, lo devo… no, con il cappuccio me la suca. A me lui non mi conosce. Io conosco lui.
ROBERTO: sì, cerca di aprire gli occhi, porco dio.
MORMINA: mi sono cagato addosso. Se mi tocchi il cuore mi fa …
ROBERTO: abbiamo… la twingo di mia moglie. Quando è… non manca per te. Bestia.