Scicli, “Qua non si muove foglia senza che sappia Roberto Gesso…”. Le estorsioni e gli incendi…

Continuiamo il “filo” dove lo abbiamo interrotto nello scorso articolo (LEGGI L’ARTICOLO).

In molti a Scicli, come risulta dalle indagini dei Carabinieri, vengono fatti oggetto di estorsioni.

È per questa ragione che ci soffermiamo su un capitolo particolarmente delicato, soprattutto per svolgere la funzione dell’invito alla denuncia, relativo alle estorsioni ed ai delitti successivi, messi in atto dalla (presunta) associazione mafiosa.

L’attività estortiva, stando a quanto presente negli atti di indagine dei Carabinieri di Modica (si precisa che, come già riferito nel primo articolo, questa attività è datata 2011), è stata curata in prima persona dai (presunti) “capi” della organizzazione, Roberto Gesso e Franco Mormina, aiutati da tutta una serie di persone che vedremo di volta in volta.

Le vittime delle estorsioni hanno sempre evitato di sporgere denuncia, contribuendo a far radicare un pericoloso stato di omertà di chi, per questioni contingenti, fosse venuto a conoscenza del malaffare”.

Come sempre l’attività certosina dei militari dell’Arma è confermata dalle intercettazioni (telefoniche ed ambientali), delle quali vi proporremo alcuni stralci.

In queste ultime, si evince anche la spartizione del territorio sciclitano e delle frazioni.

 

“… ti hanno visto con V. a Donnalucata. Lo sai che mi arrabbio che te la fai qua, a cercare soldi dappertutto. Vedi che lì è zona mia. Se ti vedo per strada (…) scendo e li scanno. Tu sai come la ragiono io, ho i miei principi. Ho fatto 10 anni di galera per pagare i miei principi…”.

 

A parlare, in una intercettazione ambientale a “bordo” del suo veicolo, è Roberto Gesso, il quale rimprovera due soggetti per una estorsione ai danni del titolare di un bar della frazione sciclitana di Donnalucata, facendo intendere che fosse sotto la sua “protezione”.

Roberto Gesso risulta essere il “dominus” delle estorsioni e ciò lo si apprende anche da un’altra intercettazione ambientale, a “bordo” della vettura di Luigi Musumeci, il quale parla con un soggetto, spiegando “chi comanda”, data la richiesta estortiva di altre persone:

“… quando hai questi problemi vieni e ci vieni a cercare … basta la parola di Roberto (ndr GESSO Roberto), vedi che la merda gli esce dai pantaloni a chi te li ha cercati questi soldi. Qua non si muove foglia senza quello …!”.

In altre circostanze le richieste estortive sono addirittura di svariate migliaia di euro, da “consegnare” in un’unica rata. In altre, invece, sono settimanali…

Quella, ad esempio, nei confronti di un edicolante di Scicli è controllata in prima persona dall’altro (presunto) capo, Franco Mormina (u Trinchiti) che parla telefonicamente con Maurizio Causarano, presunto esattore (che, va precisato, non risulta denunciato dal fascicolo di indagine).

CAUSARANO:                  vedi che io sono qua all’edicola.

MORMINA:                      Vi ha scritto cose già?

CAUSARANO:                  No, mi ha detto tra mezzogiorno, massimo oggi pomeriggio, perché tutto l’incasso è nostro …sto aspettando all’edicola.

MORMINA:                      A quelli dell’edicola! Minchia a quelli li ammazziamo ogni sabato…”;

 

Turbativa di asta giudiziaria

A carico dell’associazione (nel 2007), e più precisamente di Roberto Gesso, ci sarebbe anche la turbativa d’asta.

In sostanza due coniugi sciclitani sarebbero stati oggetto di minacce per aver partecipato all’asta di un immobile confiscato.

L’autovettura dei coniugi venne fatta oggetto dell’esplosione di colpi di pistola, secondo quanto emerge dalle risultanze delle indagini, da parte di un giovane Tony Mirabella (arrestato a Pozzallo nel 2008 per altro delitto), il cui mandante sarebbe  Roberto Gesso, come emergerebbe dalle intercettazioni telefoniche.

(PRECISAZIONE: Il signor Tony Mirabella precisa che nulla ha a che vedere con la questione della Turbativa di asta giudiziaria e che “si tratta di uno scambio di persona con un omonimo, io con questa storia non c’entro niente”).

Incendi dolosi

Fra i tanti delitti contestati all’associazione, vi sono un numero notevole di incendi dolosi, in particolare attribuiti a Roberto Gesso, Fulvio Mormina e Luigi Musumeci.

I moventi – dichiarano i Carabinieri negli atti di indagine -, nella maggior parte dei casi, sono riconducibili ad estorsioni di denaro e/o traffico di stupefacenti. Solo in taluni casi i danneggiamenti sono dettati da questioni prettamente passionali, circostanza che non fa altro che confermare l’estrema pericolosità del sodalizio pronto a “colpire” anche per futili motivi.

In una intercettazione ambientale, gli inquirenti ascoltano tutte le fasi dell’azione che porta ad incendiare l’autovettura di un ragazzo.

 

FULVIO:               Devi fare che devi andare dalla traversa di Tano (ndr Magro Gaetano) giri, ti metti col davanti all’insù che da questa parte non ci vede nessuno e io vado da dietro

ROBERTO: questa, questa dobbiamo fare, (OMISSIS TARGA) ti aspetto nella vanella di sopra

FULVIO:               io non fallisco mai. …

ROBERTO:           gli facciamo un regalo a … questo è un regalo di …

FULVIO:               …quando lo faccio io neanche se piove, scuoppula subito.

ROBERTO:           ora tu devi ascoltare me. Il Mercedes … stupido non è il valore … il Mercedes vale mille euro, me lo voleva dare per 700 euro, ma io lo posso prendere quando voglio, perché gli devo dare i soldi?. Non è il valore è l’azione non è il valore … è stata l’azione

FULVIO:               minchia

ROBERTO:           … perciò la deve pagare, la deve capire che sono io

La preparazione che precede gli incendi, che potrebbe sembrare particolarmente concitata, in verità sembra essere affrontata dagli autori con rilassatezza e anche buon umore, come si può vedere in questa intercettazione, all’interno di una autovettura, fra Roberto Gesso, Fulvio Mormina, Luigi Musumeci e Gaetano Magro.

Gesso, rivolgendosi a Magro fuori dall’autovettura, dice Compare Tano, mi prendi una bottiglia e la metti nella campana (ndr contenitore per i rifiuti) là vicino casa tua, c’è un fusto una campana dei rifiuti…

Gesso, proseguendo la conversazione con Fulvio Mormina, dice di Magro “… Vedi i picciotti onesti dove sono? Qua! Una cosa gli dici ed una cosa fanno! No come te che te le devo ripetere  20 volte!…”.

La grave pericolosità sociale dei soggetti in questione si materializza in ogni campo. Anche i futili motivi indurrebbero la (presunta) associazione mafiosa a muoversi e, ad esempio, Roberto Gesso (coadiuvato dai sodali), secondo gli atti, non si fermerebbe alle minacce per le estorsioni, andrebbe oltre, bruciando l’autovettura del presunto amante della sua convivente e, successivamente, minacciando anche lei di morte e di incendiare l’attività commerciale del padre.

È la convivente di Fulvio Mormina, Marilena Cavallini, a insinurare in Roberto Gesso il dubbio che la sua donna lo tradisse.

ROBERTO:              e tu come lo sai, chi te l’ha detto che si chiama (Omissis il nome)?

MARILENA:           lei, non mi ricordo il nome, abita vicino al panificio…

ROBERTO:              te l’ha detto lei che si chiama (Omissis)?

MARILENA:           mi ha raccontato tutta la storia

ROBERTO:              e in che termini ne parlava lei di questo

MARILENA:           buono

ROBERTO:              in che senso, buono

MARILENA:           buono, nel senso che stava bene, però poi, siccome… la sua storia…  non poteva farlo sapere

ROBERTO:              ma lei aveva il numero, aveva il suo, ha il suo numero?

MARILENA:           si ricordava il numero, diceva. Di sera, verso le undici e mezza, siccome era incazzata con te, gli fece lo squillo, con il 4888, verso mezzanotte…

ROBERTO:              e lui non l’ha chiamata?

MARILENA:           gli ha fatto lo squillo e poi l’indomani mattina lui continuava a chiamare, suonava.

ROBERTO:              la notte la chiamava?

MARILENA:           di notte e l’indomani mattina, quando io sono arrivata al negozio, lei…

ROBERTO:              allora lei ha il suo numero, e lui quello di lei?

MARILENA:           no, lui non lo sapeva che era lei

ROBERTO:              a no?

MARILENA:           no, no, lui non sa niente, ah, perché poi gli ho dovuto parlare io con questo, gli ho dovuto dire “lui mi fa…”. “allora perché mi hai fatto il 4888’”. (…) gli ho detto “no, io ho sbagliato”. Gli ho detto “io dovevo chiamare il mio ragazzo” gli ho detto. Però poi ho capito che ho sbagliato e mi vergognavo a prenderlo. Che cosa gli dovevo imbrogliare, per togliere dai guai a lei.

ROBERTO:            ah,  ah, allora lei si è fatta la….

MARILENA:           ha fatto la prova perché voleva vedere, voleva vedere se ancora aveva questo numero

(…)

ROBERTO:              no, non ti preoccupare che io non ti abbandono, stonata

MARILENA:           tu sopra di me ci puoi contare sempre per tutta la vita.

 

E dalla conversazione telefonica successiva, fra Roberto Gesso e la compagna, si evincono le minacce e l’atto incendiario nei confronti del presunto rivale in amore:

 

ROBERTO:              Devo denunciarlo questo fatto: gli sto bruciando … allora da questa sera ti faccio vedere chi sono io! Allora, non mi toccare intanto, perché io sono drogato!

COMPAGNA:        Va bene ..

ROBERTO:              Tu telefona a (omissis nome) per una storia bellissima, una storia molto bella … Ai Carabinieri lo devi dire! Quando ti bruciano le cose, quell’infame di tuo padre e tuo cognato gli dici, mi hanno bruciato le cose!

ROBERTO:              Allora io ti ammazzo! (Si sente caricare un’arma) dai sali! Sai quello che ti ho detto! Mezzo litro di benzina ogni minuto che mi fai arrabbiare! Hai fatto una mossa sbagliata.

COMPAGNA:        Allora mi controllavi quando

ROBERTO:              Da (Omissis nome) non volevi farti riconoscere, gli telefonavi con lo sconosciuto, puttana. Non con il numero, zoccola!Io sono onesto e tu hai telefonato a quello! Hai telefonato a quello, allora adesso gli brucio tutte le cose! Anche a lui gli brucio tutte le cose! Si! Tu hai telefonato a quello perché forse ti ci sei coricata …

 

Il prossimo capitolo che tratteremo sarà quello relativo alla gestione dei manifesti nelle campagne elettorali a Scicli. 

NOTA A MARGINE: – PRECISAZIONE: Il signor Tony Mirabella precisa che nulla ha a che vedere con la questione della Turbativa di asta giudiziaria e che “si tratta di uno scambio di persona con un omonimo, io con questa storia non c’entro niente”.

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