“Il problema è questo: c’erano le persone, candidate alle elezioni a Scicli, che affidavano a loro (ai Mormina, n.d.r.) i manifesti. Che poi questi, ad un certo punto, diventarono dipendenti delle ditte che gestivano i rifiuti solidi urbani è un fatto. Fra tanti disoccupati nella città, sono stati assunti proprio loro e continuavano ad avere buoni rapporti con chi, fra quelle persone, veniva eletto, questo fa parte della storia. Se questo è lecito o illecito, sta a chi sta indagando stabilirlo”.
Dopo il nostro articolo di sabato scorso (LEGGI L’ARTICOLO), è l’ex sindaco di Scicli, Bartolomeo Falla, a spiegare ciò che è accaduto e sta accadendo a Scicli e come tutto abbia avuto inizio.
Va ricordato che fu proprio Falla che, nel 2007, denunciò la gestione dei manifesti ed affermò: “alcuni consiglieri si aggiravano insieme a soggetti con la fedina penale sporca”.
“Ma si, basta vedere dove questa gente (i Mormina, n.d.r.) andava, come si facevano vedere loro negli uffici del comune, davanti alla porta del comune, la gente lo sa e lo sapeva”.
Tutto inizia con i manifesti?
“Quelli (chi attaccava i manifesti) si sentivano i padroni della piazza e bisognava pagare una tangente, se non si davano soldi a loro non si potevano attaccare i manifesti. Certamente tutto iniziò in quel periodo e quello che succedeva – racconta Falla – era un clima di violenza che veniva subita da persone che avevano paura, molta paura. E non erano liti fra attacchini di manifesti. Un conto è una lite fra persone che attaccano manifesti, un conto è che c’è uno che è pagato e gestisce i manifesti come una operazione finanziaria. Poi tutto è andato in un certo modo.
Ci può spiegare meglio?
“Gli spazi elettorali erano tutti loro, tutti loro ed a vantaggio di chi li aveva pagati e per averne la gestione usavano la violenza. Il capo era Franco Mormina. Ricordo una volta che stavamo mettendo i manifesti, in quella occasione un ragazzo che staccava i nostri per attaccare altri manifesti, chiamò al telefono il suo datore di lavoro, che era Franco Mormina, che si precipitò da noi a dirci: “questi sono nostri e non vi dovete permettere di disturbarci”. Quindi – commenta Falla – il capo indiscusso era lui”.
Eppure accaddero altri episodi e l’ex sindaco di Scicli, Falla, si recò a denunciare i fatti.
“Successero altri episodi di violenza, violenza fisica. Quei ragazzi ebbero paura di fare denuncia – racconta -, proprio paura. Io andai in quella occasione in commissariato a Modica, in quanto mi resi conto che chi subiva quegli atti intimidatori e di violenza aveva paura a denunciare, perché temeva ripercussioni più gravi. Questo era l’inizio del clima che poi si è stabilito negli anni”.
Che rapporti ci sono con la politica?
“Il problema è questo: c’erano le persone, candidate alle elezioni, che affidavano a loro i manifesti. Che poi questi, ad un certo punto, diventarono dipendenti delle ditte che gestivano i rifiuti solidi urbani è un fatto. Fra tanti disoccupati nella città, siano stati assunti loro e continuavano ad avere buoni rapporti con chi, fra quelle persone, veniva eletto, questo fa parte della storia. Se questo è lecito o illecito, sta a chi sta indagando stabilirlo. Certamente tutto iniziò in quel periodo e quello che succedeva era un clima di violenza che veniva subita da persone che avevano paura, molta paura. E non erano liti fra attacchini di manifesti. Un conto è una lite fra persone che attaccano manifesti, un conto è che c’è uno che è pagato e gestisce i manifesti come una operazione finanziaria. Poi tutto è andato in un certo modo”.
Quali manifesti gestivano? Quali erano e sono i personaggi politici con i quali hanno avuto rapporti?
“Non c’è bisogno che lo dica io, a Scicli lo sanno tutti. E dico di più, lo sanno anche gli inquirenti, non c’è bisogno che lo dica io. La città è stata guardata in questi anni”.
Da uomo che ha amministrato Scicli e che la vive, che clima c’è oggi in città?
“Non so se oggi o piuttosto l’altro ieri. Bisogna andare a guardare quando questi rapporti fra il Comune e questi personaggi sono iniziati. Sa bene che, quando le persone entrano nella gestione dei servizi comunali, farli uscire con contratti di lavoro a tempo indeterminato è molto complicato.
Bisogna vedere il momento in cui sono entrati e da chi sono stati (e magari sono ancora lì) fatti entrare”.
E la città?
Sta a guardare, preoccupata, gli eventi. Mentre in consiglio comunale, ieri, Claudio Caruso (consigliere del Pd) ha annunciato che sottoscriverà la mozione di sfiducia al sindaco Franco Susino, portando a nove il numero dei firmatari.