“Il 25 maggio 2014 (con turno di ballottaggio il 9 giugno) si sono svolte le elezioni amministrative e, come affermato con giusta nota (protocollo n. 3132, del 3 marzo 2015) alla Commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie, il prefetto di Siracusa, dottor Gradone, “proprio nell’anno in corso si è avuto modo di verificare un tentativo di infiltrazione dei sodalizi mafiosi nell’apparato amministrativo nel Comune di Pachino. Si è in particolare accertato il tentativo, non riuscito, da parte di Salvatore Giuliano, personaggio di spicco della criminalità organizzata locale, recentemente scarcerato, di fare eleggere un Sindaco a lui gradito. Tale progetto era, evidentemente, finalizzato ad ottenere favori dall’amministrazione comunale, quali l’aggiudicazione d’appalti, commesse a trattativa privata, posti di lavoro ed altre attività”.
E’ quanto denuncia il senatore del Pd e già presidente della Commissione Antimafia, Giuseppe Lumia, in una interrogazione parlamentare pubblicata oggi (LEGGI), nella quale si tratta la mafia nel siracusano, la commercializzazione del “pomodoro di Pachino”, la presenza in libertà del boss Salvatore Giuliano e le pesanti minacce che “lo stesso boss Giuliano ha rivolto pubblicamente al giornalista Paolo Borrometi” (“non toccare la mia persona e la immagine perché ti rompo il culo”).
Nell’interrogazione il senatore Lumia tocca vari temi, trattati in diverse nostre inchieste giornalistiche (LEGGI).
“Pachino, in provincia di Siracusa, è una cittadina di elevate tradizioni culturali e rappresenta un contesto produttivo di enorme valore, soprattutto nel comparto agricolo, con in testa il famoso “pomodoro di Pachino”. Pachino è pertanto una comunità sana, onesta e laboriosa. Da tempo tuttavia vive un’emergenza per via della recrudescenza criminale e mafiosa che la riguarda e che è stata portata all’attenzione da diverse operazioni delle forze dell’ordine, della Procura distrettuale antimafia di Catania e di Siracusa. Un contributo importante in tal senso lo ha dato l’associazione “Antiracket ed antiusura”. Di recente, è salita alla ribalta nazionale grazie alle inchieste del giornalista Paolo Borrometi, sul sito “LaSpia” e riprese da alcuni organi di informazione nazionali;
proprio nel territorio di Pachino opera Salvatore Giuliano, già condannato per il reato di cui all’art. 416-bis del codice penale e con precedenti importanti per traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni ed usura;
il boss Salvatore Giuliano – spiega Lumia – sarebbe ritornato a delinquere e, grazie alla sua caratura criminale, sarebbe stato investito direttamente dal capomafia del clan Trigila, operante nel versante meridionale della provincia di Siracusa. Antonino (detto Pinuccio) Trigila in un colloquio in carcere: “Ora, quando esce Turi… Turi Giuliano… gli dico: ‘tutte le situazioni di là (del comprensorio di Pachino), prenditele nelle mani, prenditi tutto in mano”;
a Pachino, negli ultimi due anni “si è ritornati a sparare” con diversi omicidi. Nel comprensorio insistono due importanti mercati: quello ittico (a Portopalo) e quello ortofrutticolo (con particolare riferimento al pomodoro ciliegino che prende il nome dal luogo di origine e alla gestione della “campagna delle angurie”). Proprio quello ortofrutticolo è stato interessato da un’importante operazione di polizia (del locale commissariato di pubblica sicurezza) definita “Ciliegino” e che ha portato all’arresto di due esponenti della locale criminalità (un terzo è morto poco tempo prima), Carlo Massa e Giuseppe Caruso.
Ancora oggi i produttori agricoli onesti che faticano quotidianamente per raggiungere livelli di produzione accettabili e qualificati sarebbero soffocati dall’imposizione di due tipi di estorsione: il 3 per cento sulla produzione (come si legge nell’articolo citato de “LaSpia”) e l’obbligo di rivolgersi a ditte di autotrasporti “amiche” (in questo caso ci sarebbe direttamente l’interessamento del capo clan Trigila). Lo stesso mafioso Salvatore Giuliano sovrintenderebbe alle estorsioni nel comprensorio di Pachino, arrivando fino alla vicina città di Rosolini, con l’aiuto di diversi altri personaggi del luogo, quali i fratelli Giuseppe e Giovanni Aprile oltre a Giovanni Tuminello, Davide Russo e Benedetto Cannata (già coinvolti e condannati nel processo “Nemesi” che prese l’abbrivio dall’omonima operazione di pubblica sicurezza). Questa fiorente attività criminale è stata più volte segnalata dalla locale associazione “Antiracket ed antiusura”;
come emerge da notizie di stampa, sempre a Pachino si è strutturato un vero e proprio sistema relativo alla gestione illegale dei videopoker che frutterebbero migliaia di euro al clan mafioso. Proprio per volere di Pinuccio Trigila, la gestione sarebbe passata di mano, da Gaetano Liuzzo Scorpo a (prima del suo arresto) Salvatore Collura. Sarebbe sempre il capomafia Pinuccio Trigila a far arrivare una parte degli ingenti guadagni (400 euro al mese), direttamente alla moglie Nunziatina Bianca e alla figlia Angela;
subito dopo la pubblicazione di alcuni articoli sempre del giornalista Borrometi, il boss Salvatore Giuliano lo ha minacciato e insultato pubblicamente, scrivendo: “Sono Salvatore Giuliano, a quel giornalista così Valente (…) dico solo non toccare la mia persona e la mia immagine perché ti rompo il culo” (questa è solo una delle miriadi di messaggi minacciosi rivolti al giornalista). Metodo aggravato dalla diffusione del social network che ha permesso a Giuliano non solo di intimidire con minacce gravi il giornalista (fatto di per sé rilevante), ma anche di provocare in chi leggeva l’articolo una sorta di paura sociale avvalorata dai fatti criminali di cui lo stesso boss si è macchiato. Nonostante ciò al boss Salvatore Giuliano, incredibilmente risulta che sia stata revocata la sorveglianza speciale dal magistrato competente,
si chiede di sapere:
quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano intraprendere, per sostenere lo sviluppo sano del territorio, promuovere incentivi verso le attività agricole, artigianali e commerciali, sostenendo anche la promozione dei diritti sociali e di una cultura della legalità, a sostegno dell’attività svolta dalle scuole e dal mondo dell’associazionismo e del volontariato;
quale iniziativa il Ministro dell’interno intenda intraprendere per rafforzare il controllo del territorio da parte delle forze di polizia, supportare il movimento antiracket, sostenere la verifica del legale andamento dei mercati ittico ed ortofrutticolo ed attuare l’applicazione meticolosa dei protocolli di legalità, al fine di promuovere un sano sviluppo e di sostenere un maggior numero di denunce contro chi soffoca la filiera;
quali iniziative il Governo intenda intraprendere per sostenere la Direzione distrettuale antimafia di Catania e la Procura di Siracusa nell’azione di repressione della mafia e dell’illegalità, volta a monitorare i boss scarcerati e l’attività criminale di corruzione e collusione che intraprendono nuovamente nel territorio;
quali iniziative il Governo intenda assumere per colpire il meccanismo di riciclaggio con una meticolosa prevenzione nei confronti delle attività finanziarie e bancarie e dei flussi mafiosi che dalle altre province siciliane confluiscono nel siracusano;
quali iniziative il Governo intenda intraprendere per verificare la regolarità delle elezioni amministrative del 2014 e del sistema delle collusioni amministrative;
quali iniziativa il Governo intenda intraprendere per supportare e tutelare dalle continue e gravissime minacce di morte il coraggioso giornalista Paolo Borrometi;
quale iniziativa di propria competenza il Ministro della giustizia intenda intraprendere, per verificare la regolarità del provvedimento giudiziario di revoca della sorveglianza speciale del boss Salvatore Giuliano;
quali iniziative di competenza si intendano intraprendere, affinché il capomafia Antonino (detto Pinuccio) Trigila non possa, dal carcere, inviare i suoi messaggi all’esterno;
quali iniziative di propria competenza i Ministri intendano intraprendere, per favorire e sollecitare nuove indagini che possano liberare il territorio da queste presenze così pervasive.
RICHIESTA DI PRECISAZIONE E RETTIFICA:
L’avvocato Nino Savarino, nell’interesse del suo assistito, Sign. Carlo Massa, con propria nota, datata 23 settembre 2015 comunica:
“Il Sig. Carlo Massa, che risulta solamente indagato e nei confronti del quale non è intervenuta allo stato nessuna sentenza, non è mai stato arrestato nell’ambito della cd “Operazione Ciliegino”, nè lo stesso è esponente della “criminalità locale“.