Sequestro e omicidio Mazzotti: a processo a Como 4 imputati. Il legale Repici: “La verità non si prescrive mai”

La gup di Milano Angela Minerva ha rinviato a giudizio Demetrio Latella, Giuseppe Calabrò, Antonio Talia e Giuseppe Morabito, accusati del sequestro e dell’omicidio della 18enne Cristina Mazzotti, la prima donna a essere rapita nel 1975 dall’Anonima sequestri calabrese al Nord Italia. Tutti gli imputati nell’udienza preliminare davanti alla gup Angela Minerva puntavano, dopo il deposito di nuove prove del pm della Dda Stefano Civardi, a essere già prosciolti nella fase pre-dibattimentale. Il processo si aprirà il 24 settembre 2024 davanti alla Corte di assise di Como. Stando alle nuove indagini del pm della Dda Stefano Civardi della Squadra mobile,  i quattro “con apporti causali anche distinti ma comunque convergenti e in attuazione di un comune progetto criminoso” il primo luglio 1975 avrebbero rapito a scopo di estorsione Mazzotti a Eupilio, in provincia di Como e poi l’avrebbero successivamente segregata in una buca a Castelletto Ticino per un mese “senza sufficiente areazione, senza possibilità di deambulazione, somministrandole massime dosi di tranquillanti ed eccitanti” fino a farla morire. Nella prossima udienza prenderà la parola l’ultima difesa prima della decisione del giudice. I fratelli della ragazza, assistiti dall’avvocato Fabio Repici, si sono costituti parte civile.

Omicidio Mazzotti: legale fratello, verità non si prescrive mai

“La ricerca della verità e della giustizia non si prescrivono mai in un Paese civile”. L’avvocato Fabio Repici, che assiste Vittorio, il fratello di Cristina Mazzotti, commenta così all’AGI la decisione della gup Angela Minerva di rinviare a giudizio Demetrio Latella, Giuseppe Calabrò, Antonio Talia e Giuseppe Morabito, accusati del sequestro e dell’omicidio della 18enne Cristina Mazzotti, la prima donna a essere rapita nel 1975 dall’Anonima sequestri calabrese nel Nord Italia. L’indagine è stata riaperta “48 anni dopo”, ricorda il legale, grazie al libro ‘I soldi della P2’ scritto dallo stesso Repici assieme ad Antonella Beccaria e Mario Vaudano. Il pm Stefano Civardi ha riavviato le indagini nel 2020 sulla base della documentazione utilizzata per la stesura del libro che gli è stata consegnata da Repici.

“Ringraziamo la Procura e  in particolare il pm Civardi di avere creduto nella riapertura del caso” afferma il legale che ha portato avanti la sua battaglia affiancato dall’avvocato Ettore Zanoni che assiste Marina, la sorella di Cristina. Secondo la ricostruzione di Procura e Squadra Mobile, i quattro “con apporti causali distinti ma comunque convergenti in attuazione di un comune progetto criminoso” il primo luglio 1975 avrebbero rapito a scopo di estorsione Mazzotti a Eupilio, in provincia di Como, e poi l’avrebbero segregata in una buca a Castelletto Ticino per un mese “somministrandole dosi di tranquillanti ed eccitanti”. Al padre della ragazza furono chiesti 5 miliardi di lire di riscatto. IL primi settembre del 1975 una telefonata annunciò che il corpo senza vita si trovava in una discarica a Galliate, vicino a Novara.

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Nato a Ragusa il Primo febbraio del 1983 ma orgogliosamente Modicano! Studia al Liceo Classico "Tommaso Campailla" di Modica prima, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Tre grandi passioni: Affetti, Scrittura e Giornalismo. "Il 29 marzo del 2009, con una emozione che mai dimenticherò, pubblico il mio primo romanzo: “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. A fine 2012, il 22 dicembre, ho pubblicato il mio secondo libro: "Passaggio a Sud Est". Mentre il 27 gennaio ho l’immenso piacere di presentare all’Auditorium “Pietro Floridia” di Modica, il mio terzo lavoro: “Blu Maya”. Oggi collaboro con: l'Agenzia Giornalistica "AGI" ed altre testate giornalistiche".

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