Siete stressati dalla routine frenetica? Vi ritenete assillati al lavoro dal vostro capo che vi dà il tormento, magari contornato da un team di colleghi svogliati? State ingoiando il rospo di una “scappatella” del vostro caro marito fedifrago che ritenevate piuttosto l’uomo della vostra vita? E se tante volte tutti noi ci siamo ripetuti nella mente: “Bastaa, non ce la faccio più!! Spaccherei tutto!!”, constatando che yoga e meditazione non sarebbero sufficienti a placare l’inesorabile ira, adesso possiamo farlo veramente, senza incappare peraltro in spiacevoli beghe con la giustizia.
La panacea a tutto ciò si chiama “Camera della rabbia” ed è l’esilarante idea frutto della mente di Christian Castagnoli, 35enne forlivese, che il 10 giugno ha aperto un capannone immerso nella campagna di Vecchiazzano, atto ad accogliere i furori degli italiani arrabbiati il cui stress ha superato il livello di guardia.
Il giovane, primo in Italia a proporre l’originale attività, ha arredato una stanza di quattro metri per tre come un normale appartamento, disponendo all’interno di essa mobili, scaffali, vetrinette, finestre, tavoli, sedie, scatole varie, specchi, vasi, una ventina di bottiglie, piatti e bicchieri. Il tutto per poter, sgranate bene gli occhi, permettere alla gente nervosa di ridurre in frantumi qualunque cosa gli capiti a tiro senza poi dover subire alcun rimprovero. La stessa gente potrà tranquillamente andare via, lasciandosi alle spalle la rabbia e i cocci che non dovrà preoccuparsi di raccogliere. E se pensate che anche riducendo tutto a un cumulo di spazzatura non vi toccherebbe ricomprare tutto, sarebbe o no una bella soddisfazione??
Il giovane ha fatto disegnare sulle pareti della stanza delle immagini con un tizio barbuto dall’aria cupa, proprio per evocare meglio lo spirito della cosa. Il soffitto invece è ricoperto da una rete, onde evitare che cocci e frammenti saltino nella stanza adiacente.
Castagnoli afferma: “Seguendo internet ho scoperto che in America, almeno da 6 anni, ci sono parecchie di queste iniziative, che hanno un discreto successo. Poi le camere della rabbia sono approdate anche in Europa: Finlandia, Germania, Francia e ultimamente anche in Slovenia”.
E prosegue: “Reperisco gli oggetti da distruggere soprattutto ai mercatini dell’usato. Ho limato sul prezzo, ma per starci dentro con le spese, non posso fare spendere meno di 35 euro per un’ora. Il mio obiettivo è di dare la possibilità di sfogarsi, divertirsi ed esaurire le forze. In quell’ora si possono fare pause, uscire, bere qualcosa”.
Certo, oggigiorno 35 euro non sono una bazzecola, ma sicuramente sono meno di quanto spenderemmo per rifare l’arredamento di casa. Alla domanda su chi frequentasse maggiormente la camera della rabbia, il Castagnoli prosegue: “ Qui viene gente dai 18 ai 40 anni, uomini e donne in egual numero, ma le ragazze sono le più scatenate. C’è chi viene a scaricare lo stress di una giornata di lavoro, chi è arrabbiato perché è in cassa integrazione o disoccupato, ci sono addii al celibato o al nubilato, a volte vengono in due-tre o in comitiva (entrando uno alla volta) e si sfidano a chi fracassa più roba”.
Il simpatico imprenditore ci fa sapere che durante lo sfogo a molti “distruttori” capita di urlare e su richiesta, al costo aggiuntivo di 5 euro, si può anche venire ripresi con una telecamera per poi rivedersi a casa nel video.
Dopo avere firmato una liberatoria per eventuali infortuni, nello spogliatoio inizia la vestizione, anche perché non si può frantumare senza un’adeguata corazza composta da: casco, visiera, paracollo, gomitiere, ginocchiere, scarpe antinfortunistiche, guanti e per chi la volesse, anche una tuta in neoprene, la cui consistenza “spugnosa” dovrebbe quantomeno proteggere e assicurare di restare incolumi, oltre ad assicurare di somigliare a un incrocio fra un black bloc e Darth Fener…
Inoltre viene messa a disposizione una fila di mazze in ordine distruttivo crescente: quella da baseball per le bottiglie, una intermedia metallica dal peso di 3,5 kg e quella più pesante da 5,5 kg per chi è veramente adirato e vuole fare a pezzi i mobili.
A detta di Castagnoli i primi clienti che si sono esibiti nell’arte dello sfascio hanno resistito solo un minuto all’interno della camera, mentre solo una persona è riuscita a beneficiare dell’intera ora a disposizione, poiché di norma, alla maggior parte bastano in media cinque-dieci minuti. Non si sa ancora se si smetta per la fatica o se tanto basta a sedare il popolo italico, fatto sta che il costo rimane invariato, poiché l’arredamento viene distrutto in ogni caso. A tal proposito Castagnoli aggiunge: “Quello che sorprende gran parte delle persone che vengono è la quantità di forza fisica che è necessaria per durare anche solo 15 minuti. Quando sei arrabbiato ti senti come se potessi distruggere il mondo, ma una volta che hai fatto sfogare un po’ la rabbia la gente rimane a boccheggiare per lo sforzo per un po’ di minuti”.
La prima stanza della rabbia è stata aperta nel 2008 e la maggiore clientela deriva da mamme alquanto stressate o manager pieni di responsabilità. In inglese si chiama Rage Room, ma è già stata copiata, prima dell’Italia, in Texas (anger room) e a Novi Sad in Serbia (soba besa). Quest’ultima eccelle in quanto a raffinatezza, poiché si può scegliere la tipologia di stanza (ambiente domestico o ufficio), mentre in America si usano anche i manichini: senza dubbio è più liberatorio colpire qualcosa che abbia le fattezze e le dimensioni umane, magari applicando sul viso la foto della persona che si vorrebbe prendere a manganellate, come se fosse una bambola woo doo.
Ma noi italiani ci distinguiamo almeno per la varietà musicale. Eh già, a Forlì ognuno sceglie il sottofondo preferito. Può optare per il genere metal o per un ever green stile “Romagna mia”.
Insomma ci si diverte alla grande e costa meno di un’ora dallo psicologo. Qualcuno sostiene che sfogarsi in tal modo aumenta l’aggressività e in effetti vedere i video su internet di persone in preda alla libertà di distruzione fa parecchia impressione. Spesso il lato opposto dell’aggressività è la tristezza e dare sfogo alla rabbia a lungo repressa può fare davvero male, perché l’ira che di colpo si manifesta può rompere barriere interiori ed emozioni depressive trattenute. D’altro canto non bisogna sottovalutare che la camera delle rabbia possa essere invece una soluzione per prevenire gli innumerevoli casi di violenza che quotidianamente i telegiornali ci propinano.
La cosa curiosa è che l’attività del giovane Castagnoli è regolarmente registrata alla Camera di commercio nella categoria dei locali di intrattenimento e divertimento (forse ci sarà voluto un bel po’ prima di capire dove catalogarsi…), mentre sulla pagina facebook “Camera della rabbia” è possibile sia visualizzare i video della gente con mazza alla mano che frantuma suppellettili vari, sia prenotarsi. Proprio così, la fila è anche lunga. Basti pensare che ogni giorno la camera della rabbia viene allestita al massimo per 4 volte, quindi solo 4 “macelli”. E se consideriamo che ogni giorno con questa bislacca attività si possono guadagnare 140 euro (4.200 in un mese) non sarebbe il caso di sbarcare il lunario e combattere la disoccupazione aprendone qualcuna qua e là? Io personalmente suggerirei le prime due location: una in parlamento e una al governo!
🙂