La mafia tenta di mettere Siracusa sotto una cappa di paura ed omertà? La mafia ritorna a far paura a Siracusa?
Sono tanti gli interrogativi che in questo momento si possono porre su Siracusa e provincia, ma partiamo dai dati di fatto.
- Attentanti intimidatori, bombe contro attività imprenditoriali ed auto bruciate ad amministratori, su tutti quella del Sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo;
- Minacce persino alle Forze dell’Ordine, come nel caso dei familiari del capomafia Michele Crapula alla Polizia di Avola;
- Scarcerazioni di diversi boss e delinquenti che, nelle ultime settimane, sono ritornati sul territorio;
- La gente paga il pizzo in silenzio e non si ribella;
Sono questi i dati oggettivi su cui tentare di sviluppare un ragionamento concreto per comprendere quanto sta accadendo in città ed in Provincia di Siracusa.
Partiamo dal primo: una serie di attentati così vasta e significativa non si vedeva da tempo. Ed il tutto, va detto, non per colpa delle Forze dell’Ordine che, quotidianamente, tentano di svolgere un’attività a tratti silente ed a tratti urlata, impastando la “pasta” che hanno, cioè le scarse (per usare un eufemismo) denunce. E da qui ci spostiamo al punto 4. La gente paga il pizzo e non si ribella, è il drammatico appello lanciato da Paolo Caligiore, impegnato da anni con l’Associazione Antiracket ed Antiusura. Caligiore ha più volte levato alta la propria voce per cercare di invitare i cittadini alla denuncia, le Forze dell’Ordine addirittura hanno chiesto “denunce o esposti anonimi”. Cosa si può pretendere di più?
La gente deve capire che lamentarsi non serve a nulla, tutti (o quasi, mai generalizzare) pagano il racket, sia a Siracusa che nel siracusano. Le denunce stanno “a zero” (come si suole dire), eppure le risposte dello Stato sono state forti e forti lo saranno.
I clan imperano? Si, è vero. Basti vedere cosa accade ad Avola dove il clan Crapula (articolazione del clan Trigila), minaccia addirittura la Polizia (LEGGI ARTICOLO). Abbiamo più volte denunciato cosa accade nella parte meridionale della provincia aretusea e non vorremmo che questi atti in Città siano proprio per spostare l’attenzione da altre zone. Guarda caso proprio quando lo Stato, inteso come le varie articolazioni, pone la lente di ingrandimento su altre zone, ecco che arrivano le bombe a Siracusa. Può sembrare una lettura semplicistica ma da non sottovalutare. Perché è ovvio che nulla di meglio può capitare ai boss di altre zone di spostare l’attenzione sul capoluogo e lasciarli imperare (e minacciare) in pace.
L’attenzione nella zona del netino equivale all’attenzione a Siracusa città ed i Crapula, così come i Trigila o Salvatore Giuliano lo sanno bene.
LE SCARCERAZIONI
Già qualche mese fa, in corrispondenza con la pubblicazione della Relazione della Dia, pubblicammo un articolo di approfondimento su Siracusa ed il siracusano (LEGGI).
“L’agglomerato urbano siracusano – scriveva la Dia – rimane conteso tra il clan BOTTARO-ATTANASIO (legato a quello catanese dei CAPPELLO), ed il clan SANTA PANAGIA, frangia cittadina del rami cato clan NARDO- APARO-TRIGILA, in rapporti con la famiglia etnea dei SANTAPAOLA”.
Oltre a questi clan, attivo è quello della “Borgata”, che
“un’articolata operazione della Polizia di Stato, denominata “Borgata” – scrive la Dia -, ha messo in luce il tentativo di rendersi autonomo dallo schieramento BOTTARO-ATTANASIO, del quale costituisce ancora oggi un sottogruppo.
Il clan Bottaro-Attanasio ha il capomafia storico in carcere al 41bis, cioè Alessio Attanasio.
Il clan si chiama Bottaro-Attanasio in quanto il sanguinario capomafia Alessio Attanasio era sposato con Patrizia Bottaro, figlia del boss Salvatore Bottaro.
Nonostante dopo l’arresto Alessio Attanasio si sia lasciato dalla moglie (che nel frattempo aveva intrapreso un’altra relazione con un appartenente al clan, Emanuele Montalto detto “burattino”, uscito dal carcere avendo scontato una condanna per omicidio) ed i due si sono separati, il clan continua a chiamarsi con i loro cognomi. Nome del clan confermato anche dopo il suicidio del boss Salvatore Bottaro, avvenuto durante la detenzione domiciliare per motivi di salute nel 2005.
Esponenti di spicco del clan Bottaro-Attanasio in libertà sono più di uno:
su tutti Francesco Toscano, in carcere dal 2002 ed uscito il 27 ottobre, braccio destro di Alessio Attanasio ed oggi, secondo i bene informati, il vero reggente del clan.
Ed ancora: Corrado Greco, Francesco Fiorentino e Pasqualino Urso, Luciano De Carolis e Vito Fiorino (chi assolto, chi per fine pena). E poi c’è Danilo Briante, il “re” dello spaccio a Siracusa.
Gli ex “ragazzi” della via Italia ritornano in libertà, tentano di riprendersi gli affari, fanno pagare il racket, contrastano i ragazzi (quelli sì, più giovani) che vorrebbero imporsi come le nuove leve del clan. E lo fanno anche a “suon di bombe”.
Certamente, comunque, rimane la gente, stretta fra la paura e le mancate denunce. Ed è proprio questa la “leva” da utilizzare: le denunce, anche anonime.
Tanto, sappiatelo, prima o poi finiranno in galera, la questione da risolvere è il “quando” ed il “quando”, il “prima possibile”, non dipende solo dall’impegno delle Forze dell’Ordine ma dalle denunce.
ciao Paolo, le intimidazioni a Siracusa purtroppo ci sono sempre state il pizzo i commercianti lo hanno sempre pagato, adesso pare che tutto sia curato da una cabina di regia che organizza e pianifica tutto, considerando anche che le bombe carta non hanno fatto grandi danni, il messaggio è inequivocabile ” amico mio devi pagare perché questa volta te la cavi con una porta nuova la prossima non sarà così!”… e poi il fatto stesso di usare bomba carta, già trasmette ansia ed inquietudine al solo pensiero mi vengono i brividi, perché essere svegliati di notte dai carabinieri o dai pompieri è una cosa che non fa piacere e non si dimentica più, dopo ciò non avrai più il piacere di trascorrere serenamente una notte di sonno. Il pensiero che deve circolare a Siracusa è che la mafia c’è e che per lavorare devi pagare i clan mafiosi. Adesso mi rivolgo a voi commercianti, ” lo so che non è facile opporsi a tutto questo, lo stesso contesto in cui vivete non è semplice, è una terra difficile, non verrà nessuno a salvarvi non esistono i super eroi e questi parassiti pian piano vi mangeranno tutto, alimentare così le casse delle organizzazioni criminali riempiendo le tasche di questi mafiosi è illegale!! dire di no al pizzo è una cosa giusta!!, dire di no ai mafiosi è per i vostri figli per il loro futuro!! fatevi coraggio ed andate avanti tutti assieme a denunciarli, lo Stato è dalla Vostra parte ci sono le leggi !! la Prefettura vi aiuterà non siete soli, solo così potrete uscirne, e se lo dico io è perché ci sono passato anni fa ed ho fatto quello che ritenevo ed anche oggi ritengo sia giusto fare, denunciateli, il loro posto è dietro le sbarre.
[…] articolo pubblicato il 15 novembre scorso sul quotidiano on line “laspia.it” dal titolo “Siracusa, i clan si dividono la citta’: boss in liberta’ e giovani leve pronte a…, nel quale il giornalista faceva riferimento anche a Luciano De Carolis, fratello di Francesco, ed […]