Siracusa, cosa accade nel clan? Cassia aggredito in carcere, Greco occupa la casa di un pentito e gli brucia la “roba”

Interno giorno, carcere di Cavadonna a Siracusa: Danielino Cassia, da poco arrestato per un residuo di pena, capo della piazza di spaccio a Siracusa di “via Italia”, litiga animatamente con il boss Francesco (detto Franco) Toscano (anche lui in galera da poche settimane – LEGGI).

Cassia – secondo i “bene informati” si è beccato, al culmine di una discussione animata (per usare un eufemismo) uno schiaffo da Toscano, ha tentato di reagire ma è stato subito aggredito da altri “boss” in galera a Cavadonna (bisogna ricordare che i carcerati nel corso della giornata vivono “liberi” di girare in carcere).

Oggetto del contendere?

Sempre lo stesso, quello che avevamo segnalato con la pubblicazione della foto del summit (GUARDA): i soldi.

Franco Toscano si lamenta di non ricevere abbastanza soldi dello spaccio di droga a Siracusa, lo fa con Danielino Cassia in carcere, così come lo ha fatto nella sua (breve) permanenza fuori dal carcere con gli altri “capi piazza” in quella (famosa) riunione: Corrado Greco (detto il grosso), Danilo Briante ed Angelo Drago(detto pacchiarella).

L’aggressione di Cassia fa comprendere il clima esplosivo (dentro e fuori dalle carceri) dei clan di Siracusa città. Un equilibrio oramai spezzato con alcuni “big” dentro (Alessio Attanasio, ovviamente, ma anche Franco Toscano) ed altri fuori, su tutti Luciano De Carolis ma anche Vito Fiorino e Francesco Fiorentino.

Fuori il clan continua ad essere “diviso” per gli “affari” dalle estorsioni, ma anche dalla droga, con i capi in carcere che si lamentano per quanto i “capi delle piazze di spaccio” cittadine continuano a guadagnare senza versare (a loro dire) “abbastanza” per carcerati e “famiglie”.

CORRADO GRECO (U RUOSSU) E LO SFREGIO AL PENTITO

La sfida ai pentiti.

E’ noto a tutti l’omicidio di Angelo Sparatore, fratello del collaboratore di Giustizia Concetto Sparatore.

In quel caso, secondo il racconto di Salvatore Lombardo (detto Puddisinu) anch’egli oggi collaboratore, lui e Luciano De Carolis entrarono in azione tra le ore 8 e le 8,05 in Via Gaetano Barresi per uccidere con  diversi colpi di pistola calibro 9, insieme a Luciano De Carolis (LEGGI), Angelo Sparatore, fratello del pentito Concetto Sparatore, che tutti nell’ambiente malavitoso e in quello familiare chiamavano Salvo.

Secondo Puddisinu, ad ordinare l’omicidio di Anagelo Sparatore sarebbe stato direttamente il capomafia al 41bis, Alessio Attanasio, ad ucciderlo sarebbero stati – appunto – lui e proprio Luciano De Carolis.

Per il collaboratore di Giustizia Salvatore Lombardo, “una volta ricevuto l’ordine da Attanasio, lui e Luciano De Carolis si sarebbero attendati sotto l’immobile in cui risiedeva Angelo Sparatore, dormendo all’interno del cabinato di un furgone Fiorino delle Poste Italiane”. Per poi ucciderlo.

In questo caso è in corso il processo.

Nell’ultimo periodo un altro collaboratore di Giustizia avrebbe ricevuto una pesante intimidazione: parliamo di Lugi Cavarra, che in questo periodo è uno dei “pentiti” più importanti per la puntualità delle sue dichiarazioni rese (grazie alla sua collaborazione molti uomini del clan sono a processo).

Corrado Greco (detto il grosso) quando si pentì Luigi Cavarra, per vendicarsi della sua collaborazione con la Giustizia, si è introdotto nel suo appartamento alle case popolari, prendendone possesso con tutta la mobilia e da quel giorno non è più uscito.

E se ciò non bastasse, come massimo atto di sfida e spacconeria, Corrado Greco (il grosso) ha preso alcune cose dalla casa di Cavarra, le ha portate giù nella pubblica via e le ha bruciate.

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