La soppressione degli insegnamenti liberi complementari, comunemente (e impropriamente) definiti “doposcuola”, si è trasformata in autogol per Ignazio Abbate il quale, adesso, tenta di calmare i tanti cittadini infuriati, offrendo nuove ed “eccentriche” giustificazioni.
Egli sostiene di avere soppresso questo servizio, definendolo “non essenziale”, perché, a suo dire, costava “troppo” (circa 2 milioni di euro ogni anno). Una scelta di risparmio che, però, mal si concilia con la politica di spesa dal lui attuata fin dal primo giorno del suo mandato. Solo a titolo di esempio, ricordo che egli ha pagato circa 300.000 euro ogni anno per la manifestazione del cioccolato, €. 200.000,00 per la partecipazione ad Expo, di recente €. 48.000 per il rifacimento della modestissima e non proprio curata “neonatopoli” di Marina di Modica (vd det. 1609/2016), centinaia di migliaia di euro in contributi ad associazioni e cooperative per patrocinare manifestazioni di intrattenimento vario, centinaia di migliaia di euro per luminarie e fuochi d’artificio e per i contributi alle feste di quartiere. Facendo la somma, stiamo parlando di una spesa di diversi milioni di euro che, in poco più di tre anni, ha già messo in discussione la sia pur precaria rinnovata stabilità finanziaria del Comune.
Questa cosa ce la siamo ripetuta tante volte, per cui non mi soffermo più di tanto. Posso solo ribadire che, a mio modesto avviso, le scelte di Abbate vanno nel senso di eliminare il costo per la formazione dei nostri giovani, pur di garantire il finanziamento di feste, balocchi e divertimento. Scelte “educative” opinabili di cui, nel tempo, lo stesso si dovrà assumere ogni responsabilità in termini di ritorno sociale e culturale per la città e per le future generazioni.
Egli sostiene di avere bisogno di quel personale per superare le carenze di organico manifestatesi negli altri uffici. Sul punto, vale la pena di ricordare che, nemmeno un anno fa, lo stesso Abbate ha mandato in prepensionamento, non senza enfasi mediatica, una sessantina di dipendenti perché, diceva, erano in esubero. Cosa è successo dall’anno scorso ad oggi? I servizi espletati dal Comune sono a tal punto moltiplicati da richiedere, oggi, le indispensabili prestazioni di quei 64 insegnanti comunali? Perché, pur sapendo che gli insegnanti LAC non erano presenti nella dotazione organica, ha deciso di rimuoverli dai loro posti nelle scuole, chiamandoli (secondo quanto riferito da qualcuno bene informato) a trascorrere l’orario di lavoro nella sala delle adunanze del Palazzo della Cultura e costringendoli a stare con le braccia conserte per intere giornate, in attesa di un ordine di servizio che non arriva e che non potrà mai arrivare senza un’opportuna modifica alla pianta organica?
Le “diversamente veritiere” dichiarazioni hanno le gambe corte, cortissime, e lo dimostra la decisione in commento: inefficace causa di un altro, inaccettabile spreco!
Ancora, non contento delle prime giustificazioni date, egli sostiene di avere soppresso il servizio LAC perché doveva “combattere i privilegi goduti dai dipendenti comunali in servizio presso le scuole”, perché cioè doveva impedire agli insegnanti comunali di lavorare meno degli altri dipendenti comunali e di godere ingiustamente di maggiori vacanze (le stesse godute dai docenti di ruolo).
Assistiamo alla nascita di un Ignazio in versione “grillina”, capace anche di respingere al mittente le proteste dei “soliti pochi privilegiati” assumendo la maschera del “giustiziere”.
Che Zorro!
Bene. Io sono un genitore e mi consta personalmente che gli insegnanti LAC hanno collaborato alle attività didattiche antimeridiane e svolto attività di integrazione scolastica nelle ore pomeridiane, per tutta la settimana e senza soluzione di continuità. Mi risulta, sempre come genitore, che gli insegnanti LAC hanno sempre rispettato il servizio stabilito dal contratto di appartenenza e spesso anche un servizio ulteriore, dedicandosi con passione costante e continua alla formazione e alla cura dei nostri figli. Noi genitori ne abbiamo avuto una prova durante le recite e gli spettacoli di fine anno scolastico.
Per tale motivo, all’illazione dei “fannulloni privilegiati che protestano perché il giustiziere della notte ha messo fine ai loro bivacchi”, io non ci credo e non ci crederò mai! Anzi, permettetemi di considerare riprovevole l’atteggiamento di chi cerca di giustificare i propri errori politici e amministrativi, mediante il ricorso alla politica del sospetto e dell’altrui denigrazione personale e professionale. Ancor più riprovevole questa “caccia alle streghe” (dal sapore vetero-stalinista) perché viene fomentata da chi dovrebbe essere, invece, il garante della dignità di tutti.
In ogni caso, a dimostrazione che la sua “teoria” non sta in piedi, ricordo al Sindaco che egli è il capo del personale dipendente del Comune, compresi gli insegnanti comunali, per cui se si fosse accorto che veramente questi ultimi godevano di particolari “privilegi”, in quanto non lavoravano in certi periodi dell’anno, come durante le vacanze di natale o durante il periodo estivo, nessuno gli avrebbe potuto impedire di dislocarli, solo per quei periodi e senza la necessità di mettere mano alla dotazione organica (proprio per la temporaneità della destinazione), in altre faccende del Comune o, ancora meglio, di impiegarli, nel rispetto delle loro mansioni, per creare progetti alternativi di natura sociale in favore dei bambini, come ad esempio per la creazione di un Grest comunale gratuito. Avrebbe dovuto semplicemente predisporre gli opportuni atti, ma non lo ha fatto. Perché? Perché il Sindaco non ha usato le prerogative che la legge gli attribuisce? Perché ha preferito tagliare corto e sopprimere tutto il servizio, salvo oggi parlare (in modo confuso e assai generico) di un nuovo, ipotetico, servizio individuale di sostegno ai bambini in stato di difficoltà economica? E tutti gli altri bambini, quelli che non versano in gravi condizioni di indigenza ma non hanno nemmeno le risorse per andare a scuola privata di danza o di musica o di informatica? A loro chi pensa? Loro saranno esclusi solo perché colpevoli di essere nati in famiglie non troppo povere ma nemmeno sufficientemente agiate! E ricordo, per chiarezza, che questi ultimi sono una grossa fetta di bambini modicani!!!
Dopo la soppressione del servizio è nata la protesta, sta montando tra le centinaia di famiglie interessate e Ignazio, con quelle strane, per non dire deliranti giustificazioni, dimostra di non sapere più che pesci prendere. Io gli consiglio di fare un passo indietro e aprire un dialogo serio e onesto con tutte le parti in causa. Lo consiglio vivamente anche se sono sicuro che non lo farà, perché lui è un uomo cocciuto e troppo convinto di avere sempre ragione.
L’ho detto molte volte e lo ripeto ancora oggi: fare il Sindaco impone autorevolezza e l’autorevolezza implica anche la capacità di ammettere i propri errori senza subire perdite di consenso.
Il nostro, però, non è in grado…mala tempora currunt!!!!
ps: chiedo scusa se oggi mi sono dilungato 🙂