Riceviamo da Piero Vernuccio con richiesta di pubblicazione.
E’ da quattro anni e mezzo, ossia dal 28 giugno 2013 data del suo insediamento a sindaco di Modica, che assistiamo ad una continua campagna elettorale promozionale per una seconda candidatura alle prossime elezioni amministrative di primavera. Fatta in ogni maniera ed in ogni occasione, e soprattutto con l’invio quotidiano di un traboccante numero di comunicati stampa forniti opportunamente di foto. Cosicché abbiamo letto e visualizzato di tagli di nastri, di aperture di cantieri, di misurazioni di strade, di macchine che cospargono asfalto, di piantumazioni di alberelli, di potature di piante, di auguri a centenari; in ogni scritto ed in ogni foto il Sindaco in primo piano che detta il proprio protagonismo.
Da parte nostra consideriamo che la campagna elettorale è pur lecita, ma aggiungiamo che quando il troppo è davvero troppo allora diventa fuori luogo e fuori misura …e dà anche fastidio. Siamo dell’opinione che un buon amministratore debba impiegare in modo migliore il proprio tempo nel risolvere i problemi della città.
A parte i comunicati superflui, ci sono poi giunti anche quelli che noi definiamo riprovevoli, da vera e propria mascalzonata, ove non s’afferma il vero e si disinforma la cittadinanza. A mo’ d’esempio ci riferiamo ai molteplici comunicati annuncianti le date di prossima apertura della biblioteca comunale, quando ancora dopo anni e anni di chiusura non v’è cittadino che può utilizzare il servizio; o gli altrettanti molteplici comunicati annuncianti le date d’inizio della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani in città, quando ancora si assiste piuttosto alla presenza di una ditta appaltatrice del servizio che non dispone neanche di propri cassonetti e trespoli e li tiene in affitto dalla precedente ditta uscente.
Ma il colmo si è raggiunto lo scorso 5 dicembre, allorquando ci è pervenuto un comunicato a firma del Sindaco ove s’afferma che sono stati conclusi i lavori di ripristino sull’impianto fognario ed il rifacimento del percorso del torrente San Liberale che confluisce le acque nell’alveo coperto di corso Umberto I. Qui il Sindaco, preso ancora una volta dalla voga di propaganda elettorale, ha davvero esagerato scherzando con questioni molto serie quali l’incolumità fisica dei cittadini e le condizioni igienico-sanitarie. Qualunque persona saggia sa che con l’acqua piovana non si scherza, soprattutto quando le piogge sono per giorni insistenti ed abbondanti.
Siamo ovviamente in grado di provare quanto testé affermato, ma prima chiediamo ai nostri cortesi Lettori di leggere il comunicato stampa che integralmente di seguito pubblichiamo.
Città di Modica
www.comune.modica.gov.it
Ufficio Gabinetto del Sindaco
Riparati i danni al torrente San Liberale
Conclusi i lavori di ripristino del torrente S. Liberale. Dopo i danni provocati dall’alluvione dello scorso gennaio che avevano danneggiato l’impianto fognario dell’intera zona provocando notevoli disagi ai residenti, adesso grazie a questi interventi è stata ristabilita la normalità. I lavori che hanno riguardato il rifacimento dell’alveo nei tratti travolti dalla piena sono stati eseguiti rispettando i dettami della soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Ragusa. “Un altro tassello che si aggiunge al programma di interventi che sono stati effettuati subito dopo l’alluvione. Per chi, abituato ad un modo di amministrare che prevedeva solo transenne posizionate e abbandonate per anni, sarà una novità che i lavori vengano eseguiti e portati a termine. In molti ci hanno speculato per attaccare la mia amministrazione, questa è la migliore risposta. Noi lo stiamo dimostrando e continueremo a farlo sempre con i fatti”.
Ignazio Abbate
Sindaco di Modica
Essendo ormai prossimo allo zero il nostro grado di fiducia su quanto usa esprimere codesto Sindaco, abbiamo pensato bene di recarci sui luoghi e constatare con i nostri occhi la ‘bontà’ dei lavori propagandati.
Ribadiamo che il comunicato del Sindaco porta la data del 5 dicembre ed il nostro sopralluogo è stato effettuato giorno 11, in collaborazione del fotografo Giovanni Antoci che con la sua camera ci ha fornito le eclatanti immagini.
Prima di presentare le foto ai nostri Lettori, chiediamo la bontà di soffermarsi su alcune riflessioni.
Il Sindaco fa intuire che il progetto dei lavori di ripristino è stato inviato alla Soprintendenza BB.CC.AA. di Ragusa e quindi approvato (non cita però alcun dato di riferimento a riguardo); afferma inoltre che i lavori sono stati eseguiti rispettando i dettami della Soprintendenza. Alla luce di ciò che hanno visto i nostri occhi durante il sopralluogo ci sorgono profondi dubbi sia sulla veridicità di quanto affermato dal Sindaco, sia circa la serietà con cui la Soprintendenza di Ragusa usa operare istituzionalmente in termini di attività di controllo.
L’operare amministrativo di codesto Sindaco ci somiglia ad un ‘mostro’ di trasparenza. Nessun cartello
esplicativo dei lavori (pur obbligatorio per legge) abbiamo avuto la fortuna di notare sul cantiere; nulla di nulla pertanto sappiamo su chi è il redattore del progetto, chi il direttore dei lavori, quale la ditta appaltatrice, chi il collaudatore, l’importo dei lavori, l’Ente che dovrà liquidare gli importi (si noti che codesta prassi è una costante nel modo d’amministrare di questo Sindaco: nessun cartello esplicativo apparve sul cantiere per la costruzione della ‘piramide’ su via Trani, né sul cantiere per il ripristino del possente muro diroccato in via Michele Pulino, né in occasione di altri lavori pubblici). Le pubbliche istituzioni accreditate all’osservanza delle norme di legge sono latitanti. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa dista oltre 10 chilometri dai luoghi nostrani.
Ed ora procediamo a proporre le foto, che in verità parlano da sole; per non tediare ulteriormente i nostri Lettori ci limitiamo pertanto a delle brevi didascalie.
Un’ultima considerazione. Quando un giornale pubblica un simile articolo, dignità vorrebbe che l’Attore citato pensasse seduta stante alle proprie dimissioni dalla carica istituzionale che ricopre.
Piero Vernuccio
Questi sono i lavori conclusi – di cui parla il Sindaco – per il ripristino del canale che porta al torrente San Liberale, danneggiato a seguito delle abbondanti piogge del 23 gennaio 2017.
La foto mostra come il tubo fognario – sottostante alla pavimentazione dell’alveo – è rimasto scoperto, e ciò in parecchi punti, dalla violenza delle acque piovane. Scoperto è dal 23 gennaio e tale è tuttora.
Un altro tratto di tubo fognario scoperto e danneggiato.
Un’immagine ravvicinata di un pezzo di tubo fognario rotto, con le acque nere che scorrono all’aperto. Avvicinarsi e scattare la foto ha significato sollazzarsi di puzzo, col rischio di prendersi una sifilide urbana (attorno all’alveo insiste un vero e proprio quartiere con migliaia di residenti).
Il rotolare del pietrame trascinato dalle acque piovane ha scavato la base dell’alveo per una profondità di oltre 20 centimetri, scoperchiando addirittura in alcuni punti i tondini di acciaio che armavano il calcestruzzo. Alcuni tondini tuttora emergono pericolosamente fuoriusciti.
Le acque piovane hanno asportato la copertura del tombino e la fogna scorre all’aperto. Evidente è il pericolo che comporta – per umani e per animali – un simile tombino lasciato tuttora aperto.
In questo punto le acque piovane non hanno avuto la forza sufficiente per asportare la copertura del tombino. In ogni caso coloro che hanno ‘ripristinato’ hanno ritenuto opportuno lasciare il tutto così come è.
La foto mostra una parte della canalizzazione piena di pietrame, che ovviamente andava rimosso per favorire lo scorrere di ulteriori acque.
Dentro questo tubo – di appena 60 centimetri di diametro – sono convogliate le acque piovane dei due costoni del quartiere Sacro Cuore (per capirci meglio dalla chiesa del Sacro Cuore in giù). Ossia, stiamo parlando di una vera e propria marea di acqua piovana che scorre su superfici tutte cementificate e con violenza inaudita. Lo scorso 23 gennaio il piccolo tubo si occluse al punto da creare una vera e propria diga; l’acqua superò i muretti laterali, abbatté il muro frontale (tuttora diroccato e non ricostruito) e proseguì oltre invadendo quanto incontrò.
La foto è stata scattata da monte verso valle; si noti l’abbondante pietrame (non rimosso) pronto ad occludere nuovamente il piccolo tubo all’arrivo di abbondanti piogge.
Per concludere, una veduta d’insieme dell’alveo del torrente San Liberare che attraversa il quartiere.
L’impressione che ci dà l’immagine è che si sia trattato di lavori conclusi, purtroppo sì, ma di cui vergognarsi; altro che da utilizzare per propaganda elettorale. Definizione più appropriata sarebbe la seguente: lavori da cani (con tutto il rispetto e l’amore che nutriamo per questo animale, amico generoso dell’uomo).