Si incomincia ad arrivare poco dopo le sei del mattino per staccare il numerino dalla macchinetta e sperando di poter iniziare tra i primi. Intorno alle otto qualcuno inizia a chiamare i numeri ma nel frattempo le poche sedie della sala d’attesa sono già tutte occupate e anche le pareti sono occupate da chi non trovando posto si appoggia al muro .
I più deboli ti chiedono di fargli posto per potersi sedere a terra !
Nell’attesa che venga chiamato il tuo numero ti guardi intorno e scruti quei volti di donne ( molte donne) e uomini di tutte le età . Quelle quaranta, cinquanta ,e a volte anche sessanta , persone che come te si accalcano in quella sala troppo piccola , e con poche sedie, stanno tutti in silenzio . Molti sono assorti nei loro pensieri, ma tutti hanno una sola espressione sul volto.
Intorno alla nove ti rendi conto che , oltre a coloro che aspettano di essere chiamati per entrare, dietro una porta bianca che si apre solo dall’interno, altre persone in un’altra sala (anch’essa con poche insufficienti sedie) attendono il proprio turno per entrare in una delle stanzette del corridoio a destra.
Sono già le dieci e dalla porta bianca, che si apre solo dall’interno, si affaccia il volto di una donna che non chiama numeri , bensì cognomi. A quel punto incominci a sperare che l’attesa non durerà ancora per molto. E invece no. Apprendi che il modulo con il tuo cognome è stato inviato in farmacia, ma la tua “miscela” non è ancora pronta . Quando sarà pronta dovrai aspettare che si liberi una delle poche “poltrone” disponibili. Soltanto allora ti chiameranno e potrai finalmente sederti dietro quella porta bianca che si apre solo dall’interno.
Quando superi quella porta bianca dinnanzi a te si apre un altro mondo. Un mondo fatto di attenzioni, di sorrisi appena accennati, di carezze fatte con gli occhi . Dallo sguardo di quelle donne e uomini vestiti di bianco capisci che sanno chi sei, quali sono le tue fragilità. Certo si muovono veloci da una stanza all’altra, li vedi attraversare rapidamente i corridoi . Ma quando ti passano accanto percepisci subito quella sensazione di stanchezza e gentilezza che aleggia in quelle stanze dietro quella porta bianca .
Quando è tutto finito è gia pomeriggio sei stanco, stremato e non vedi l’ora di tornare a casa.
Oggi sei stato al terzo piano della torre “A” dell’ospedale Garibaldi e ti sei sottoposto ad u’altra seduta di chemioterapia.