I dati più recenti sull’economia italiana confermano l’allargamento del divario tra Nord e Sud . Stagnazione produttiva, disoccupazione giovanile alle stelle, ripresa dell’emigrazione ( anche intellettuale ) , impoverimento di larghe fasce della popolazione, fotografano in modo impietoso l’aggravarsi della “questione meridionale”. L’ultimo Rapporto CENSIS descrive un quadro allarmante : dal 2007 al 2012 il PIL italiano si è ridotto da 1680 a 1567 miliardi di euro,con una perdita pari all’intero PIL di un paese come l’Ungheria, ma nel Centro-Nord il calo è stato del 5%contro il 10% del Sud. La crisi generale e la decennale “cura Tremonti” ( tagli alle spese per infrastrutture, dirottamento al Nord dei fondi FAS, riduzione dei trasferimenti statali ) hanno ormai desertificato le Regioni meridionali. La deindustrializzazione espelle forza-lavoro , l’agricoltura perde competitività di fronte alla concorrenza della similare produzione euromediterranea, un terzo dei giovani nella fascia d’età 15/29 anni non studia e non lavora, le grandi aree urbane sono sotto il controllo della criminalità organizzata. Lo Stato si ritira dal Mezzogiorno. E i partiti stanno a guardare.
Il PDL con la sua visione politica “nordista” (l’alleanza ventennale con la Lega ) resta il principale responsabile della nuova “dis-unità”d’Italia. Il partito di Berlusconi ha raccolto una messe incredibile di voti al Sud , ma ha ripagato il consenso ottenuto emarginando metà del Paese. Il PD non e’ stato però da meno, e con le sue sciagurate politiche economiche ha contribuito alla spoliazione del Mezzogiorno. La linea ” nordista” dei Democratici e’ stata speculare ed omologa a quella dell’asse Tremonti-Lega : Chiamparino ( ex-sindaco di Torino ), Cacciari ( ex-sindaco di Venezia ) , Fassino e lo stesso Bersani ( ministro del’ industria con Prodi e noto per le sue inutili “lenzuolate” ) hanno ritenuto prioritaria la ” questione settentrionale”, condannando all’ emarginazione e al degrado la restante parte del paese. Un dato per tutti, fornito dalla Banca d’ Italia ( e ripreso dall’economista Gianfranco Viesti ) : dal 1998 al 2011 le Regioni meridionali col 45% della popolazione totale hanno ricevuto solo il 32% delle spese in conto capitale ( dunque minori investimenti ) , con un drenaggio continuato di risorse dirottate verso la parte più ricca del Paese, per finanziare soprattutto la CIG ( Cassa Integrazione Guadagni, ovvero gli operai licenzioati dalle imprese settrentionali ). “Cornuti e bastonati”, recita un antico e saggio proverbio.
In Sicilia l’arroganza e il rampantismo della partitocrazia hanno saccheggiato il bilancio regionale, sottraendo per fini elettoralistici e talvolta criminali risorse finanziarie ingenti che avrebbero potuto destinarsi a scopi produttivi. Nell’ultimo ventennio il Parlamento siciliano ha legiferato poco e male. L’Ars si è trasformata in un mercato indecente di contributi a favore di amici e “amici degli amici” ( la famosa Tabella H ! ), mentre un fiume di denaro ha irrigato le clientele della Formazione professionale, ha alimentato il sistema delle tangenti nella Sanità isolana, ha favorito la mafia degli appalti, ha arricchito solo “i consulenti d’oro” di Presidenti ed Assessori. Il PDL ha nuotato ad ampie bracciate in queste acque fangose , ma il PD non si è sottratto alla spartizione consociativa , selezionando una classe politica altamente competitiva nei meandri dell’affarismo.
Fatti e personaggi del Partito Democratico isolano sono ampiamente noti, dall’appalto milionario senza bando di gara assegnato al consorte di un’autorevole parlamentare ai deputati messinesi le cui mogli gestivano l’ impero dei corsi-fantasma della Formazione professionale. Nessuno di costoro, nè gli altri capicorrente rinviati a giudizio o colpiti da “pesanti” avvisi di garanzia, si è mai sognato di dimettersi, anzi complici comparaggi giornalistici cercano di occultare scandali e “manciugghie”. Il PD siciliano celebra i suoi congressi a colpi di tessere, ma non affronta la questione morale. Numerosi personaggi eminenti sono già saliti sul carro di Renzi nell’assordante silenzio degli altri “compagni”. Nessuno scrive (parola ormai desueta ) o si preoccupa di programmi, di come superare la crisi, delle ricette di “buon governo” per il Sud dimenticato .
Esisteva una volta la Sinistra che difendeva le classi sociali più deboli, la moralità pubblica ,il meridionalismo . Il tradimento del Sud e della Sicilia è oggi sotto gli occhi di tutti, e chiama in causa soprattutto la degenerazione politica della Seconda Repubblica, la mancanza di etica civica, l’assenza di una classe dirigente onesta e competente. Purtroppo nell’ ultimo ventennio i “Partitoni” si sono omologati in peggio, non si differenziano più sul piano ideologico e programmatico, e il recente “connubio” del governo nazionale PD/PDL rafforza le tendenze collusive del sistema. Attendiamo perciò tempi migliori con l’ottimismo della volontà, e contro il pessimismo della ragione.