La trama del matrimonio (di Jeffrey Eugenides): “semplicità coinvolgente”

Dopo aver parlato di un classico preziosissimo della letteratura russa, questa domenica torno nella contemporaneità americana estraendo dalla mia libreria La trama del matrimonio di Jeffrey Eugenides. La preziosità, benché di tutt’altra epoca e collocazione geografica, rimane immutata.

Jeffrey Eugenides è uno di quegli autori contemporanei che considero già classici, maestri assoluti dell’arte di scrivere e creatori di storie umanamente miracolose, coinvolgenti all’inverosimile, a rilascio prolungato.
Qualsiasi sogno personale di scrittura diventa insulsa velleità grafomane e si scoraggia di fronte alla forza creativa e stilistica di questo maestro.

Middlesex è un romanzo che mi ha fatto innamorare di sè e a distanza di anni ne sento ancora il riverbero emotivo e il fascino malinconico. Inutile dire che anche Le vergini suicide è stato un micidiale colpo di fulmine e al cuore per me, un tipo di libro dal carisma personalissimo e indimenticabile.

La trama del matrimonio mi ha risucchiato completamente nelle sue fila, l’ho letto tutto d’un fiato, con un trasporto diverso da quello dei due precedenti romanzi, forse con meno struggimento, ma con un piacere vorace.
La percezione netta del talento di Eugenides l’ho avuta di nuovo e stavolta si è manifestata in mezzo alla semplicità di una trama quasi elementare.

La tradizionale storia d’amore a tre, lui che ama lei che ama un altro, nella sua facile e usurata schematizzazione potrebbe sembrare un plot da quattro soldi, una regressione di Eugenides nel terreno del comodo letterario.
Basta leggere le prime pagine per rendersi conto che non è così.
Dentro La trama del matrimonio non ci sono solo Madeleine, Leonard e Mitchell nel loro circolare amarsi e non amarsi, ma c’è Jane Austen e Roland Barthes, il romanzo vittoriano e lo strutturalismo, c’è tanta letteratura, fiumi di cultura che hanno formato o deformato i tre giovani protagonisti, erodendo o levigando parti della loro persona in divenire. C’è la costruzione di sè attraverso i libri e ho trovato questo aspetto di un fascino pazzesco, un inno al lettore come creatore del proprio pensiero e ai libri come potenti compagni di vita.

Ho amato da morire l’umanesimo di questo romanzo, il suo continuo citare libri e autori, l’aura colta e raffinata di cui è ammantato; ho adorato il fatto che Madeleine fosse un’appassionata della Austen, di George Eliot ed Henry James e di tutta quella letteratura vittoriana che amo anch’io, mi sono sentita molto vicina a lei per formazione e passioni e mi è venuta una gran voglia di leggere Frammenti di un discorso amoroso di Barthes e di provare a decostruire l’amore come fa lui, come fa lei, come fa il romanzo di Eugenides.

Leonard con le sua depressione e i suoi sofisticati tormenti e Mitchell con il suo pseudomisticismo e i suoi viaggi spirituali per il mondo, sono due personaggi definiti in modo non scontato e non prevedibile, la verosimile controparte maschile di una figura femminile credibile e confortante come quella di Madeleine.
Il loro è un triangolo dal perimetro tradizionale, ma dall’area originale.

Se amate le trame del romanzo classico alla Jane Austen, ma anche le complicazioni teoriche di un’analisi strutturalista moderna, se avreste sempre voluto arricchire l’ingenuità retrò di quei romanzi con le complessità esistenziali dei giovani degli anni ’80, questo romanzo fa per voi.
Se poi, come Madeleine e come me, siete stati studenti di Lettere e avete seguito un corso di semiotica sentendovi spiazzati ma anche fieri membri di un’elite critico-letteraria, allora La trama del matrimonio è la vostra trama ideale.

 

http://margherita-nulladipreciso.blogspot.it/

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