Oggi ho intenzione di lanciare tre proposte suggeritemi da cittadini ed amici modicani, nella speranza che, tra una manutenzione e l’altra, tra una torta e l’altra, tra una foto e l’altra, a Palazzo S. Domenico si decida di “perdere un poco di tempo” con queste brevi ma sentite istanze.
1) MODICA ALTA, UN QUARTIERE DA RIPOPOLARE.
Il quartiere della zona Alta della città ha vissuto, negli ultimi decenni, un depauperamento umano e conseguentemente economico di proporzioni assolutamente inimmaginabili.
Per contrastare questo progressivo decadimento, gli operatori commerciali del quartiere e (qualche volta) le amministrazioni comunali hanno tentato di attirare l’attenzione su Modica Alta organizzando iniziative di vario genere. Questo, però, non è stato sufficiente.
Ci si è resi conto che la rivitalizzazione di Modica Alta non può essere realizzata solo mediante eventi promozionali, che peraltro rimangono limitati a pochi giorni durante l’anno, se, una volta spenti i riflettori, il quartiere torna ad essere vissuto da una percentuale molto bassa di residenti.
A margine di questa lenta agonia del quartiere c’è anche chi insegue il folle sogno di riaprire il Cinema Aurora, autentica istituzione culturale e popolare, compiendo un atto di grande generosità non solo verso il quartiere quanto nei confronti di tutta la città. Tuttavia anche questo sforzo, portato avanti solo dall’ostinazione di un amore infinito, non basta, da solo, a risolvere i problemi di questa bellissima parte di Modica.
Occorre stimolare i modicani, soprattutto le giovani coppie, a scegliere Modica Alta come luogo in cui vivere e crescere i propri figli. Io l’ho fatto e posso dire che per me è stata una scelta ottima.
Ovviamente per raggiungere un simile risultato non si devono costruire nuovi palazzi (peraltro nelle zone più periferiche del quartiere) quanto piuttosto rivalutare il tessuto urbano già esistente, cioè quello storicamente significativo e degno di ricevere le giuste attenzioni della memoria, così come è accaduto in tanti altri comuni d’Italia, laddove si è riusciti a coniugare esigenze abitative con la cultura della conservazione.
Ad esempio, si potrebbe dare in concessione l’ex Albergo dei Poveri per la realizzazione, all’interno della struttura, di appartamenti da concedere in locazione, a canone agevolato, a coppie che abbiano meno di una certa età ed un reddito inferiore ad una certa soglia. Questo immenso immobile, che si estende per circa 2000 mtq, potrebbe rivivere e fare tornare all’antico splendore uno degli scorci più romantici di Modica Alta.
Il Comune di Firenze ha realizzato un progetto del genere con il vecchio carcere, con risultati assolutamente straordinari!
Un discorso analogo lo si potrebbe fare con la struttura che ospita l’oratorio dei Salesiani di Via Don Bosco. Mi sembra quasi di vedere come sarebbe bella quella strada se si aprisse il cortile (abbattendo quel muro che lo separa dal mondo). Quello che oggi è uno spiazzate vuoto, ormai poco utilizzato anche dai ragazzi, diventerebbe una bella piazza, con una bella scalinata ad anfiteatro, sulla quale si affaccia la chiesetta di Maria Ausiliatrice. Giovani e anziani insieme vivrebbero un quartiere restituito alla dignità che merita.
Quella piazza diventerebbe un centro di aggregazione importante e agevolerebbe anche il commercio del quartiere.
Si potrebbe realizzare un progetto di “condominio diffuso” ristrutturando le tantissime casette disabitate ed immerse nei meandri nel quartiere Costa e quelle che si inerpicano su fino al Pizzo e quelle che collegano la Via Don Bosco con la Via Gesù e fino alla Via Loreto.
Il principio è sempre lo stesso: sfruttare l’esistente puntando sulla sua naturale vocazione residenziale.
Ovviamente non dovrebbero mancare i parcheggi, creati ad hoc, magari liberando zone oggi occupate da edifici in rovina e di nessun pregio artistico ed architettonico.
Occorrerebbe realizzare quel vecchio ma attualissimo progetto della bretella di collegamento tra la Via Loreto Gallinara e la Via Manzoni.
Il momento è propizio visto che il Comune di Modica deve provvedere con urgenza ai necessari interventi di pianificazione urbanistica.
2) IL VERDE CHE NON C’E’
A Modica non possiamo dire di avere la “cultura del verde”. Lungo il Corso Umberto, che per sua vocazione è il salotto della città, manca un luogo simile alla Villa di Ibla, uno spazio dove portare i figli a giocare, dove riposare nelle calde sere d’estate, dove organizzare manifestazioni culturali, un polmone che dia ossigeno ad un centro storico sempre più invaso dalle autovetture (e su questo ultimo punto dedicherò in futuro un Tazebao).
Secondo molti cittadini l’ex Palazzo delle Poste andrebbe abbattuto, perché è un immobile del tutto privo di interesse storico ed artistico ed assolutamente superfluo sul piano dell’utilità collettiva.
Sull’area ricavata dall’abbattimento di quest’orribile palazzo si potrebbe creare un giardinetto comunale, dotato di giochi per i bimbi, di un Gazebo permanente per ospitare un’orchestra e di un chioschetto, magari in stile primi novecento, dove i turisti possano rinfrescarsi con un gelato, bevendo limonata o latte di mandorla (e non solo per fare pipì).
E questo è solo un esempio visto che anche la parte finale del Corso Umberto e tutta la Via Medaglie d’oro così come la zona della Vignazza e la zona di San Francesco la Cava offrono evidenti spunti di intervento per realizzare momenti di aggregazione mediante i quali consentire ai cittadini di VIVERE la città.
3) UNA PORTA VERSO LA SORDA
Manca un collegamento tra la strada statale (quella del ponte Guerrieri per intenderci) e la via Fabrizio.
Sarebbe semplicissimo realizzare una bretella tra le due arterie, mediante una strada che costeggia lo stadio Pietro Scollo.
In questo modo la Via Fabrizio diventerebbe una parallela veicolare della Via Sacro Cuore, in un sistema integrato di sensi unici in entrata e in uscita da e verso Modica.
La via Fabrizio otterrebbe un risalto mai avuto e diventerebbe un luogo appetibile sia sul piano residenziale che commerciale.
Anche in questo caso i necessari interventi di pianificazione urbanistica che il Comune deve mettere in atto rappresentano un’occasione ghiotta per realizzare questa e molte altre simili iniziative.
Comprendo che per qualcuno le proposte sopra appena abbozzate possano apparire troppo ambiziose o eccessivamente coraggiose o di difficile realizzazione.
Rispondo a costoro che se c’è veramente volontà di fare grandi cose, il cuore per farlo, il coraggio per affrontare tutte le difficoltà, l’onestà di fare bene e senza intenti speculativi e se c’è amore per la propria città e per il proprio popolo, nulla è impossibile e che non bisogna mai porsi dei limiti dettati più dalla paura di fallire che dalla oggettiva difficoltà dei progetti.
D’altra parte se i grandi uomini, i grandi sognatori, si fossero fermati prima ancora di tentare la realizzazione delle loro fantastiche e folli idee, non ci sarebbe stato progresso, non ci sarebbe stata la storia, non ci saremmo noi stessi, così come siamo, non ci sarebbe alcuna tensione verso il futuro…
Come mai queste istanze solo ora? Non poteva proporle almeno un anno fa? Le proposte e i progetti vanno perseguiti sempre e con qualsiasi amministrazione. Nulla è impossibile e soprattutto nulla ERA impossibile.
Leggere il commento di Miki mi scoraggia e mi rende triste perché’ si tende solo a polemizzare e non a costruire. Sulle proposte e sui suggerimenti dei cittadini si deve interloquire, condividendo le o contestando le nel merito, altrimenti il degrado di questa nostra città sarà irreversibile. Carmelo
Gente.mo Miki,
Come mi ha detto una volta Mons. Tonini, che ho avuto il piacere di incontrare all’aeroporto di Torino, non è mai tardi per fare qualsiasi cosa e, nel mio caso, per dedicare una parte del mio tempo alla proposta e/o all’analisi politica.
Le rispondo subito dicendo che un anno fa, non essendoci la Spia.it, non avevo possibilità di esprimere le mie opinioni con una rubrica come quella che oggi ho il piacere di curare.
Un anno fa non facevo politica, non avevo alcun incarico né istituzionale né partitico.
Oggi mi viene concessa l’opportunità di analizzare i fatti politici della città e di formulare una mia visione ed interpretazione della realtà. Forse per Lei è troppo tardi ma per me è un inizio, l’inizio, spero, di qualcosa di positivo ed utile per la mia città. La invito a fare altrettanto e di formulare le Sue preziose proposte, perché sono convinto che ognuno di noi, insieme agli altri, può contribuire a fare grande la nostra bella Modica.
Grazie
Antonio Ruta
Le proposte sono condivisibili, ma occorre evidenziare che:
In merito alla prima proposta, l’amministrazione ha organizzato un convegno, tenutosi a settembre nell’auditorium Pietro Floridia, in cui sono stati esposti progetti di riqualificazione di immobili pubblici (in altre città), con fondi anche privati, per la realizzazione di Social Housing, ovvero immobili affittati a famiglie o singoli bisognosi e lanciando tale proposta anche per Modica. Nulla di nuovo quindi.
Per la seconda proposta c’è già in progetto la rotatoria di contrada caitina che dovrebbe decongestionare il flusso veicolare proveniente da ragusa, in entrata alla rotatoria del sacro cuore. L’ eventuale bretella di collegamento con la via fabrizio andrebbe a cozzare con tale progetto.
In merito alla terza proposta in effetti il verde in città non è mai troppo, magari direi di partire dal rendere fruibili i due parchi di Monserrato e san Giuseppe u timpuni e poi pensiamo a realizzarne altri.
Gent.mo Massimo
Apprendo con grande piacere che la mia idea (lungi da voler essere nuova) è già stata attenzionata in un convegno. Spero che oltre ai convegni l’amministrazione organizzi anche l’attuazione di un simile progetto. In queso caso avrà il plauso mio e di tanti altri cittadini. Sulla rotatoria nn sono informato ma non credo che le due cose non possano diventare un unico progetto. Ciò che conta è lo scopo finale e cioè la rivalutazione della via Fabrizio.
Sul verde pubblico pensavo a qualcosa di più facilmente accessibile, magari a piedi..,
Comunque grazie farò tesoro delle Sue osservazioni