Tu da che parte stai?!

Partiamo dai fatti. Un malavitoso in preda all’alcol e droghe decide di trascorrere la serata con azioni eclatanti e provocatorie per affermare la propria forza intimidatrice. Il soggetto, nonostante sia noto alle forze dell’ordine, a bordo di una vettura pesante come un autocarro tiene a portata di mano un manganello e una mazza da baseball per poter fronteggiare qualsiasi incontro.

Carica sull’auto altri balordi e iniziano a  scorrazzare a folle velocità per un divertimento che prevede una spavalda gimkana  per le strette strade del centro e una provocatoria sfida alle leggi e ai cittadini e mette in serio pericolo la vita delle persone . A conclusione del raid, come è noto, l’assassino e i suoi consapevoli complici  mettono fine all’esistenza di due bambini seduti davanti l’uscio di casa ..

Dinnanzi allo scempio dei due giovani corpi, e alla indignazione suscitata, alcuni hanno colpevolmente omesso  la correlazione tra l’accaduto e la personalità criminale dei protagonisti. Ci si è nascosti dietro un ipocrita dolore per il tragico e imprevedibile incidente.

Altri hanno azzardato la definizione di omicidio stradale, come tanti che insanguinano le nostre strade, ma non è così. !

La soggezione psicologica inflitta alle persone che vedevano sfrecciare quell’auto per le strade e le ben note attitudini di quel branco hanno delineato chiaramente quell’episodio come una vera e propria intimidazione mafiosa sfociata in un duplice delitto. Paolo Borrometi e pochi altri lo hanno denunciato immediatamente e subito dopo  si sono alzate le proteste di chi gridava alla solita speculazione del solito “fissato” con la mafia e anche di ulteriori minacce.

E sempre il solito fissato ha segnalato il valore simbolico, e in Sicilia conosciamo bene il valore dei simboli, dell’accostamento dell’agenzia che ha gestito il primo funerale e ambienti contigui ai partecipanti al branco. Insomma il messaggio è stato chiaro: un funerale come tanti altri privo di significato per una comunità ormai abituata e rassegnata..

Ogni giorno che passa, nonostante i risultati conseguiti da magistratura e forze dell’ordine  assistiamo al lento scivolamento verso ulteriori forme di illegalità e di violenza.

Pezzi di società si piegano all’apatia, alla  assuefazione e sempre più agli scambi commerciali con l’economia mafiosa.

Tu Stato mostra ulteriori segnali di ferma determinazione, se necessario con misure straordinarie come durante gli anni bui del terrorismo.

A questo punto sorge la domanda : Tu cittadino di Vittoria, tu cittadino di questa provincia, tu cittadino siciliano da che parte stai ?!  Sei disposto ad uscire allo scoperto ? Dopo aver asciugato le lacrime  durante i funerali  dei piccoli martiri di mafia sei disposto a combattere la sfacciata arroganza che subiamo ogni giorno ?!      Oppure vuoi rifugiarti sotto la coltre dell’indifferenza omertosa , del giustificazionismo o della banalizzazione ?!

Gianfranco Motta

 

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Ha ricoperto per quattordici anni l’incarico di segretario provinciale della Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Ragusa . Dal 1993 al 2000 presidente della Camera di Commercio e successivamente, fino al 2010, presidente del Consorzio dell’area Industriale. Nel 1994 è stato il primo presidente di una Camera di Commercio in Italia a costituirsi parte civile in un processo di mafia. Nel 2000 ha sottoscritto il primo protocollo di legalità sugli appalti in Sicilia. E’ tra i fondatori dell’associazione antiracket di Ragusa. Attualmente dirige il dipartimento sviluppo territoriale della CGIL di Ragusa. E’ volontario della Protezione Civile.

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