Un signore parte dalla terra iblea verso l’America ricca in cerca di fortuna.
Lavorando sodo e con intelligenza riesce a costruire un piccolo impero economico che gli permette persino di essere ricevuto dal presidente degli Stati Uniti e che gli attribuisce, agli occhi di noi siculi, lo status di magnate.
Il benestante siculo-americano non dimentica la sua terra di origine e soprattutto sa che se si vuole sopravvivere ai propri giorni terreni le ricchezze non bastano: occorre essere ricordati dai posteri grazie ad opere meritorie.
Niente di meglio quindi, che donare i proventi di un’associazione disciolta alla struttura sanitaria della propria terra di origine per una cifra di circa due milioni di euro.
L’unico ostacolo per il buon fine dell’operazione è incontrarsi col responsabile dell’azienda sanitaria per mettere nero su bianco la donazione.
Niente di più semplice, si dirà, e probabilmente in ogni altra parte del mondo è così ma non in Sicilia.
Il magnate vivendo in America si è un po’ troppo assuefatto, forse persino viziato, alla serietà e alla puntualità come primo segno di rispetto nei confronti degli altri e non sa che un manager della sanità è molto più impegnato di un presidente degli Stati Uniti.
Un manager dell’Asp non può mai essere nelle condizioni di intrattenere l’ospite, ad esempio mostrandogli gli uffici o offrendogli un caffè, specie se non assistito dall’avvocato della sua struttura.
A questo si deve aggiungere che, a differenza dei presidenti degli States che sono in fin dei conti degli ingenui bonaccioni, un manager pubblico di un ente regionale è consapevole che mettersi a disposizione dell’ospite tralasciando per un po’ le proprie quotidiane occupazioni può essere inteso come mancanza di autorevolezza e di potere e ciò va ad ogni costo evitato.
Il magnate, ignaro delle rigide norme del protocollo locale, ha osato stancarsi dell’attesa e se n’è andato e con lui, purtroppo, la donazione.
Noi non vogliamo sapere se l’incontro era stato preceduto da una telefonata con la quale si erano concordati giorno e ora dell’incontro (e conseguente comportamento ingiustificato dei responsabili dell’Asp) o se la visita del magnate sia avvenuta senza preavviso e che quindi l’Asp non sia stata messa nelle condizioni di ricevere al meglio l’importante ospite (e donatore….), prendiamo solo atto che la donazione è sfumata e con essa i suoi possibili utilizzi quali un potenziamento dei servizi di pronto soccorso con riduzione delle attese degli utenti o l’acquisto di apparecchiature mediche in grado di allungare le aspettative di vita dei pazienti.
In sintesi, si dice che una telefonata allunga una vita ma un’attesa di dieci minuti purtroppo no.
Leinster