Una lettera di diffida che ogni libero cittadino dovrebbe spedire e che il gruppo ambientalista vittoriese Fare Verde ha inviato al Dirigente Responsabile della Forestale e per conoscenza alle autorità, al responsabile degli interventi e gestione tecnica del Demanio Forestale, riguardo l’affare Randello.
Le istituzioni sino ad ora tendono ad ignorare le istanze dei cittadini ma il movimento tenace nella sua lotta ha iniziato una nuova raccolta firme su due petizioni. La prima sul modello diffida della forestale, l’altra al sindaco di Ragusa Piccitto.
Nella missiva è ben noto il riferimento alla realizzazione del Resort presso la “Riserva Forestale” zona Randello, “Branco Grande” a cui è stata data la possibilità “di accesso autonomo con mezzi privati, pulmini, auto, macchine elettriche e mezzi di ristoro e che sia stato loro concesso l’utilizzo di strutture interne, da adibire ad uso privato. Quanto in loco constatato quindi, sembrerebbe essere in netto contrasto con quelle che sono nello specifico le competenze ed i compiti assegnati alle Autorità in indirizzo.
Nella lettera, pertanto, si esortano le autorità competenti a “ritirare permessi e stati di favore incompatibili con le norme poste a tutela dell’Area Naturale e con la loro funzione di custode e di tutela”. Altresì si invitano “ a porre fine ad una vera e propria discriminazione che si è venuta a creare tra gli ospiti del Resort e la popolazione residente nel territorio, quella stessa popolazione che da decine di anni vive quell’area accedendovi a piedi nel pieno rispetto delle norme poste a tutela della riserva stessa.”
Un quesito su cui l’associazione ambientalista si sofferma, concerne la compatibilità di un progetto privato con un altro finanziato dai fondi europei: “ E’ compatibile un progetto privato di fruizione turistica proprio di fronte ad un’area “sic” interessata a sua volta da un progetto di rinsaldamento dunale, realizzato lo scorso anno dall’Amministrazione Forestale, con fondi europei (PSR SICILIA 2007-2013 Misura 227 Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale)? Un progetto ottimo, in un’area “particolarmente delicata, la cosiddetta “duna embrionale”, che è servito a ricreare il cordone embrionale con lo scopo di tutelare la costa dall’ erosione. E’ evidente un netto contrasto, un grande controsenso, da una parte si spendono 930.000 euro di denaro pubblico, per tutelare il sistema dunale e la flora spontanea in una zona “particolarmente delicata” e dall’altra si concede la possibilità di installare strutture antropiche che ,anche se temporanee , possono di fatto alterare le naturali dinamiche che portano alla formazione delle dune stesse, compromettendo quella tutela, obbiettivo dei progetti a salvaguardia della costa.”
L’Ente, è custode di un patrimonio naturale d’interesse comunitario, di immenso valore.
“Le vostre funzioni- segue la nota di Fare Verde– sono di tutela dell’ambiente, di prevenzione e repressione di reati specifici, sanciti dalle normative comunitarie, nazionali e regionali. Non solo. Sono previste:
a) la difesa della vegetazione dagli incendi, sia sotto il profilo della azione di prevenzione e della repressione dei reati connessi agli incendi boschivi, che della repressione “fisica” dell’incendio stesso con l’ausilio specialistico di mezzi terrestri e aerei; b) la tutela e la vigilanza delle aree sottoposte a vincolo idrogeologico e paesaggistico; c) la tutela dei parchi e delle aree protette; d) la prevenzione e la repressione di reati ambientali quali l’abusivismo edilizio, la formazione di discariche abusive e lo smaltimento illegale di rifiuti tossici e nocivi; e) la protezione della flora e della fauna, inclusa la sorveglianza della applicazione della convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione (C.I.T.E.S.); f) la tutela e la salvaguardia del patrimonio archeologico in aree rurali, incluso il contrasto alle attività illegali di scavo e di ricerche abusive nei siti archeologici; g) la tutela e il controllo sull’inquinamento delle acque fluviali e lacustri; h) il controllo sulla norme che regolano la pesca in acque interne e la caccia; i) il concorso con gli altri organi di polizia alla tutela della pubblica sicurezza;
j) la polizia giudiziaria, attraverso indagini di iniziativa o su delega dell’Autorità giudiziaria;
k) la Protezione civile; l) la divulgazione e propaganda ambientale e forestale; m) la rappresentanza istituzionale in occasione di cerimonie, commemorazioni, parate.
A questi compiti prettamente di polizia, forestale e non, si affiancano altri compiti più strettamente tecnici, svolti in gran parte dal personale dei ruoli tecnici che pure fa parte del Corpo e più specificamente:
f) il rimboschimento, rinsaldamento, progettazione e realizzazione di opere costruttive connesse alla stabilizzazione dei bacini montani; g) la progettazione e realizzazione di sistemazioni idraulico-forestali; h) la promozione della selvicoltura; i) la tutela tecnica ed economica dei boschi; l) la ricerca e applicazione sperimentale forestale; m) la statistica ed inventario forestale e la formazione del personale affidata alle scuole del Corpo forestale.
Non essendovi, pertanto, tra le funzioni quella di disporre del bene comune di tutti i cittadini, l’associazione
diffida nella qualità di Dirigente Responsabile dell’ Azienda Foreste Demaniali di Ragusa, ad adottare comportamenti ed azioni in contrasto con quelle che devono essere le sue prerogative e competenze e ad evitare la minaccia di danni per i cittadini, costituita da un insediamento turistico privato in uno dei siti più pregiati dal punto di vista naturale ed ambientale del territorio ibleo, nonché
ad astenersi per il futuro dall’autorizzare e dare esecuzione a lavori e a progetti relativi ad attività private
che possano condurre alle condizioni di incompatibilità ambientale nonché a situazioni discriminatori nei confronti di tutti quei migliaia di cittadini del territorio che amano Randello e vogliono che rimanga libera e naturale!”