I videogiochi diventeranno presto una disciplina olimpica. Il CIO ha riconosciuto i videogame come sport e i loro campioni si stanno già preparando.
Chi se l’aspettava che i videogame sarebbero diventati una disciplina olimpica. Eppure il sogno per molti giocatori potrebbe presto diventare una realtà. Ad aprire la strada per gli eSports verso le Olimpiadi di Parigi del 2024 è il CIO stesso, il Comitato olimpico internazionale che in un comunicato stampa ha riconosciuto i giochi elettronici come discipline sportive a tutti gli effetti. Le motivazioni di questa decisione risiedono nel fatto che gli eSports sono un’attività che richiede disciplina e preparazione fisica e mentale, studio dell’avversario e strategia. “I giocatori coinvolti si allenano con un’intensità che può essere paragonata a quella degli atleti degli sport tradizionali”.
Questo è il primo passo verso l’affermazione degli eSports come disciplina olimpica, visto che l’approvazione ufficiale da parte del CIO non è ancora arrivata. Questione di tempo, dicono in molti, anche perché in questo caso gli interessi in gioco sono davvero tanti. I giochi elettronici infatti sono in grado di attrarre proprio quel pubblico che negli ultimi anni si è allontanato dallo show olimpico e l’apertura del CIO è anche apertura verso nuove e più importanti sponsorizzazioni.
Naturalmente i giochi che parteciperanno alle Olimpiadi del 2024 dovranno rispettare i valori e gli ideali della manifestazione, escludendo quindi tutti quei giochi violenti e contrari allo spirito olimpico, con controlli ferrei per garantire l’assoluta correttezza nello svolgimento delle gare.
Una prova generale c’è già stata, visto che gli eSports hanno preso parte ai Giochi Asiatici indoor appena terminati in Turkmenistan. I giocatori cinesi hanno sbaragliato gli avversari nell’attesa di ripetere il successo nei prossimi Giochi Asiatici che si terranno a Pechino e che vedranno gli eSports come disciplina ufficiale con tanto di inno per i loro campioni.
Coloro che si aspettano il tradizionale gioco sportivo potrebbero rimanere delusi, perché se di sport si tratta non è detto che i contenuti corrispondano alle nostre aspettative. Accanto a titoli di successo globale e facilmente riconoscibili dal grande pubblico come FIFA (gioco di calcio) troviamo nuovi giochi diventati fenomeno globale come Hearthstone. È un gioco di carte collezionabili in cui due avversari si sfidano con i loro mazzi. La componente strategica è determinante visto che i giocatori devono utilizzare al meglio le carte in loro possesso per ottenere la vittoria. C’è anche una componente casuale, ripresa da giochi più tradizionali come il blackjack. Anche nel balckjack il giocatore deve attuare una strategia sulla base di probabilità che variano con l’uscita delle diverse carte.
Altro grande protagonista dei Giochi Asiatici è stato DOTA2, titolo di strategia che prevede una sfida a più giocatori il cui obiettivo è quello di abbattere la base degli avversari. Potremmo paragonarlo per certi aspetti agli scacchi, in cui le componenti del singolo si sommano ad una strategia di gruppo per ottenere la vittoria.
Non si tratta più di pensare ai videogame in base al modello tradizionale di gioco individuale, ma di uno spettacolo di massa capace di coinvolgere milioni di spettatori. Negli Stati Uniti il numero di tifosi che seguono le partite di videogame ha raggiunto quello dei fan dell’hockey e tallona da vicino gli appassionati di baseball. Gli eSports saranno lo show del futuro e in quest’ottica la decisione del CIO di inserirli tra le discipline olimpiche diventa più che comprensibile. Non si tratta solo di intercettare nuove sponsorizzazioni, anche se molto appetitose, ma di andare incontro alle richieste di una nuova generazione di spettatori che vogliono vedere all’opera i loro campioni. Se poi questi si sfideranno nella cornice olimpica, allora tanto meglio.