Vite spezzate improvvisamente. Due splendide ragazze andate vie a causa della spregiudicata incoscienza. Ilenia Segreto di anni 24 anni scomparsa il 30 marzo e Cristina Trapani di 21 l’8 luglio del 2012. Due vittime innocenti, la prima seduta sulle gambe dell’amica nel sedile posteriore (l’auto viaggiava con sei persone a bordo) e al gravissimo impatto del mezzo, capovolto due volte, è balzata fuori urtando mortalmente contro un muro; Cristina, seduta accanto al conducente a causa dell’elevata velocità, è inevitabilmente saltata fuori spirando all’urto violento. Entrambi crudelmente strappate alla vita a causa della triste consapevolezza che tutto ciò si sarebbe potuto evitare. Sono scomparse troppo prematuramente e con loro i sogni e le aspirazioni raccontate da due padri che elaborano un lutto senza fine, abbandonati dalle istituzioni ma proiettati nella dura presa di posizione nel condurre una battaglia affinché la proposta di legge popolare (ex articolo 71) di “omicidio e lesioni stradali” possa essere applicata. Chiedono alla giustizia di non transigere ma di essere più severa nei provvedimenti che intenderà intraprendere soprattutto prestando attenzione alle gravi conseguenze e al livello di pericolosità raggiunto dal fenomeno dell’infortunistica stradale.
Entrambi i padri (foto Franco Assenza) chiedono provvedimenti definitivi dal momento che la proposta ha assunto un livello di interesse istituzionale e di impatto normativo. E’ formata da 12 articoli a sua volta suddivisi in 3 capi: il codice della strada, il codice penale ed il codice di procedura penale. In particolare l’art. 1 fa riferimento alla revoca della patente di guida disposta a seguito di sentenza di condanna divenuta irrevocabile per il reato di omicidio stradale. In questo caso si applica la sanzione accessoria della revoca e non è possibile conseguire una nuova patente di guida.
L’appello di Giuseppe Segreto papà di Ilenia: “Ilenia progettava un futuro diverso. Aveva lavorato assieme a me nei villaggi turistici e quando appresi la notizia della sua morte mi trovavo in Valle d’Aosta per motivi di lavoro. Dopo quello che è successo preferisco trovarmi fuori Vittoria piuttosto che incontrare la persona responsabile di quanto accaduto condurre la propria vita in tutta tranquillità nonostante gli sia stato riconosciuto la guida in stato di ebbrezza alcolica. Non posso vivere pensando di incontralo ancora. Non farebbe altro che alimentare il mio dolore e la mia rabbia. Pensate che a questa persona l’anno precedente era stata ritirata la patente di guida anzi direi per ben tre volte: la prima archiviata e restituita, la seconda volta sottratta per stato di ebbrezza alcolica, la terza il 30 marzo causando la morte di mia figlia.
Non oso pensare i tempi lunghi e burocratici della giustizia e nel frattempo essere assillati dal pensiero che questa persona potrebbe causare altre morti. Sono consapevole che la legge debba fare il suo corso ma l’attesa mi angoscia.
Voglio rivolgermi anche ai genitori chiedendo di tutelare i propri figli provvedendo nel predisporre dei pullman il sabato sera. Mi ricordo che tempo fa partì un progetto del genere a Vittoria ma i ragazzi si stufarono per motivi di orari. E considerato che- rivolgendomi ai giovani- non volete questi mezzi, chiamate i vostri genitori e fatevi venire a prendere nel momento in cui avvertite il pericolo. Esigo giustizia non solo per mia figlia ma per tutte le vittime di omicidio stradale. Considerato che esiste la proposta di legge vorrei che, le istituzioni ci ascoltassero e che portassero avanti le istanze di noi genitori affranti non solo dal lutto che rimarrà per sempre con noi ma dall’affanno di non sapere se queste persone avranno l’esemplare punizione che meritano.”
Angelo Trapani papà di Cristina: “Cristina frequentava da circa una settimana il ragazzo con cui uscì quel terribile sabato sera di due anni fa. Il ragazzo alla guida aveva assunto sostanze stupefacenti ma non era la prima volta che ne faceva uso. Per ben 5 volte è stato fermato nelle stesse condizioni vale a dire nello stato di alterazione da sostanze stupefacenti e gli era stata sottratta la patente di guida ma un giudice gliela aveva concessa per spirito umanitario. Sono trascorsi due anni dalla scomparsa di Cristina e fino ad oggi non ho visto nessuna giustizia assistendo alla presenza costante di questo ragazzo in giro per i locali svolgendo lo stesso tenore di vita normalmente e tranquillamente. Ho messo dei pannelli indicativi con lo scopo di sensibilizzare i giovani alla guida sicura ma la controparte mi ha detto di rimuoverli. Assurdo! Forse si sentono in colpa dopo che il figlio ha commesso tutto questo? Mi porto dentro questo dolore da due anni e faccio fatica a reagire. Mi è stata riscontrata una forte depressione dalla quale difficilmente riuscirò a liberarmene e con la quale ci convivo impedendomi di lavorare. Con la morte di mia figlia è andata via una parte di me.
Mi auguro di cuore che la proposta di legge venga applicata e che sia più severa nell’applicazione della normativa. Non si capisce perché ancora non esiste un ordinamento giuridico che inquadri reati del genere e che li riconosca per reati colposi a maggior ragione per la perdita di persone. Spero che la legge faccia il suo corso e che mi dia giustizia. Farò appello a tutti. Queste persone non devono circolare liberamente. Noi continueremo a lottare in memoria delle nostre figlie affinché nulla venga insabbiato. ”