Questa è una storia di intrecci e connivenze. Ma anche di capannoni dichiarati inagibili e utilizzati come deposito. Questa è una brutta storia. E lo è perché l’azienda coinvolta viene pagata con i soldi dei cittadini. Questa è la storia della Tekra, che gestisce la raccolta dei rifiuti a Vittoria in provincia di Ragusa, e della Pack Art di Giuseppe Gueli e di suo padre Pino, che in un loro capannone in contrada Arcerito, ospitano i mezzi della tekra. Ma chi è Pino Gueli? Elemento di spessore del Clan Carbonaro – Dominante per il quale chiedeva le estorsioni viene arrestato per la prima volta il 17 giugno del 1992. le accuse sono pesanti. Associazione mafiosa, estorsione, rapina. Inizia in questo modo la sua scalata ai vertici del potere criminale a Vittoria. Successivamente le accuse verranno confermate con le condanne del 1993 e del 1994. Scontata la pena e uscito dal carcere insieme al figlio fonda la Pack Art. Un’azienda che fabbrica carta e cartone ondulato. Ma Pino Gueli a causa dei suoi trascorsi per mafia non può intestarsi l’azienda. Così coinvolge il figlio Giuseppe nei suoi affari e lui si fa assumere come dipendente nella segheria di Giuseppe Gulino. Le indagini e i processi in corsi ci dicono che Gulino in realtà è solo un prestanome e che le attività sono riconducibili a Pino Gueli. E allora di chi è la Pack Art? Ovviamente del figlio e di un altro socio come si evince dalle ultime operazioni di polizia e carabinieri. Ma il vero deus ex machina rimane lui, Pino Gueli, che intanto, essendo libero, si occupa di far crescere il business degli affari criminali del clan: usura e estorsioni. Il meccanismo è semplice. Presta soldi ai commercianti in difficoltà o rateizza il debito per l’acquisto di materiale presso l’azienda del figlio con una maggiorazione del 5 per cento. Il pagamento rigorosamente in contanti o tramite assegni rinnovabili ogni 90 giorni. La Maggiorazione, inoltre, viene divisa equamente tra il figlio e il socio. Insomma Pino Gueli agisce grazie al suo status criminale che tutti riconoscono e in forza del vincolo associativo che lo lega al clan. In un città come Vittoria non è difficile sapere chi è il tuo interlocutore. Quando ti ritrovi davanti gente come Pino Gueli sai con chi hai a che fare. E lo sai perché Vittoria è una realtà piccola dove ci si conosce. Solo chi non vuol vedere non sa o meglio non vuole sapere. Bisogna sempre tenere a mente la forza d’intimidazione che deriva dal vincolo associativo. Non va mai persa di vista questa peculiarità. Peculiarità che Gueli e compagnia hanno ben presente. E qui arriviamo all’oggi e alla ditta Tekra che si occupa della raccolta rifiuti a Vittoria e in altri 24 comuni sparsi tra la Campania, la Puglia e la Sicilia. Una realtà imprenditoriale consolidata e produttiva. E allora ci si chiede perché una ditta di queste dimensioni non riesce trovare un deposito suo dove poter far stazionare i propri mezzi e preferisce parcheggiarli presso i capannoni della ex cooperativa Casa Bianca oggi di proprietà della Pack Art di Gueli che li utilizza come deposito. Anche se nella realtà quei capannoni non potrebbero neanche essere utilizzati perché dichiarati inagibili dai vigili del fuoco a causa di un incendio. Insomma perché la Tekra che viene pagata con soldi pubblici per gestire la raccolta dei rifiuti nel comune di Vittoria parcheggia i suoi mezzi in un capannone che appartiene a una società di proprietà di personaggi arrestati e condannati per mafia nel corso degli anni? Le foto, scattate in giorni diversi all’incrocio tra C.da Arcerito e la strada provinciale numero 16 all’incrocio per Pozzo Ribaudo, dimostrano come i mezzi della Tekra sostino proprio in quei capannoni.
REPLICA ARTICOLO DE “LA SPIA”
Gentile Redazione,
l’azienda Tekra srl si trova costretta a replicare a quanto affermato all’interno dell’articolo “Vittoria, il cono d’ombra dove economia legale e mafia convivono”, pubblicato in data odierna sul vostro portale, al fine di formalizzare una serie di doverose precisazioni e richiedere la rettifica di quanto riportato.
L’articolo, infatti, si presenta carico di illazioni, è costruito su affermazioni non corrispondenti al vero e risulta gravemente diffamatorio.
Prima di replicare però a quanto riportato all’interno del vostro articolo serve una premessa e cioè che le “storie di intrecci e connivenze” non appartengono al profilo della nostra azienda. La Tekra srl, società del gruppo Balestrieri Holding, è una solida realtà nazionale operante in 28 comuni di 5 diverse regioni d’Italia ed è in possesso del rating di legalità, rilasciato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) in accordo con i Ministeri degli Interni e della Giustizia oltre che delle più importanti certificazioni del settore (UNI EN ISO 9001:2008; UNI EN ISO 14001:2004; OHSAS 18001:2007; SA 8000).
Tanto premesso, si precisa quanto segue.
I mezzi Tekra della flotta allestita per il servizio di Igiene Urbana del Comune di Vittoria sono stati parcheggiati nel piazzale ritratto dalle foto che sono state pubblicate, e non nel capannone del quale si parla nell’articolo, solo per pochi giorni. Sono rimasti in sosta in quel piazzale in attesa che il capannone che avrebbe dovuto ospitare i nostri mezzi, e già in uso alla ditta che precedentemente svolgeva il servizio a Vittoria, venisse sgomberato. L’azienda Tekra non era e non è a conoscenza di chi sia il proprietario del piazzale, né tantomeno del capannone, in quanto la sosta è avvenuta in quello spazio su suggerimento di un nostro dipendente e senza nessun accordo o pagamento alcuno. Non è stato stipulato nessun contratto. Cosa che invece è stata fatta con una società autorizzata per la vigilanza armata dei mezzi in sosta.
Questa la ricostruzione dei fatti, circostanze che chi ha deciso di scrivere, prima, e di pubblicare, poi, l’articolo avrebbe potuto tranquillamente verificare ma, evidentemente, non ne aveva interesse.
In ultimo, è bene precisare, che i mezzi hanno lasciato il piazzale lo scorso 24 aprile, a maggior riprova del fatto che l’articolo è stato pubblicato in maniera tardiva e senza alcuna verifica dei fatti riportati.
Alla luce di tutto ciò, Tekra srl intima l’immediata rettifica di quanto apparso così come di garantire la pubblicazione di questa replica con identico spazio ed identica visibilità dell’articolo in questione.
Al tempo stesso, Tekra srl ha già dato mandato ai propri legali al fine di intraprendere ogni azione a tutela del proprio nome contro condotte strumentali e/o diffamatorie.